MANNI (Magni, Magno), Giovanni Battista
Nacque a Modena nel 1591 o 1592 da Vincenzo. L'anno di nascita del M. si desume dall'atto di morte, redatto a Roma il 19 maggio 1674, in cui risulta ottantaduenne.
È stata avanzata l'ipotesi di una sua parentela con il pittore Marcantonio Magno (Fumagalli, 1997, p. 338 n. 27), documentato a Roma tra il 1606 e il 1611 (Bertolotti, pp. 84 s.) e attivo nei palazzi vaticani e al Quirinale nel 1607 (Schede Noack). Un Alessandro Magni pittore nel 1621 risiedeva presso la parrocchia di S. Andrea delle Fratte (Roma, Arch. stor. del Vicariato, Parrocchia di S. Andrea delle Fratte, Stati d'anime, vol. 36, c. 138v), nei cui registri il M. figura dal 1629. È certa invece la parentela con il pittore G. Brandi, di cui il M. sposò la sorella Maddalena e che forse fu suo allievo prima del 1646 (A. Pampalone, in Diz. biogr. degli Italiani, XIV, Roma 1972, pp. 15 s.).
Nel 1626 il M. era residente a Roma, dove già l'anno precedente il pittore Tommaso Luini citava, nel corso di un processo, un "Modenino" che aveva dato i disegni per una commedia fatta da pittori (Bertolotti). Dal 1634 egli figura regolarmente nei registri dell'Accademia di S. Luca, presso la quale ricoprì la carica di "stimatore di fregi e fogliami", essendo stato eletto accademico nel 1633 (Roma, Arch. stor. dell'Accademia nazionale di S. Luca, vol. 69, f. 303v); nel 1642 fu accolto nella Congregazione dei Virtuosi al Pantheon (Schede Noack).
Va identificato con il M. il "Giovanni Battista Modenese" che nel 1629 venne pagato per affreschi decorativi eseguiti nel chiostro di S. Maria sopra Minerva, dove egli collaborò con l'équipe formata dai pittori G.L. Valesio, G.B. Ruggeri, G. Puglia e G.A. Lelli (Pierguidi; Vicini Mastrangeli); al M., sulla base delle ricevute di pagamento, è possibile attribuire le figure di angioletti e altri ornati a monocromo, tecnica in cui divenne uno specialista. La cultura del M., difficile da chiarire proprio a causa della sua specializzazione in imprese di carattere precipuamente esornativo, può essere assimilata a quella predominante all'interno di quel cantiere: fin dalle sue prime prove conosciute egli appare infatti allineato alla tradizione naturalistico-classicista di matrice emiliana che caratterizza l'opera degli artisti là operanti.
A partire dagli anni Trenta il M. partecipò alla decorazione di numerosi palazzi romani. Tra il 1630 e il 1636 dipinse i fregi e forse anche i soffitti lignei di tre sale nel palazzo di Cristoforo Cenci, ove negli stessi anni era attivo anche Ruggeri (Bevilacqua). Dal 1633, e fino al 1662, lavorò per il cardinale Bernardino Spada nel palazzo già Capodiferro, di nuovo a fianco di Ruggeri.
In particolare, egli dipinse a chiaroscuro le facciate sul "giardino grande" e sul giardino segreto, collaborò alla decorazione della galleria della Meridiana (1644) e della sala grande (affrescata nel 1635 da A.M. Colonna e A. Mitelli), realizzò i fondali della prospettiva di F. Borromini ed eseguì opere minori di restauro, pittura e doratura in vari altri ambienti (Neppi; Cannatà, p. 40). Nei conti relativi a tali opere il suo nome si trova già associato a quello del pittore-doratore Gasparo Fumagalli, con il quale avrebbe collaborato nuovamente a palazzo Madama. Tra il 1640 e il 1641 il M. lavorò per lo stesso cardinale Spada nel distrutto palazzo già Cesi di Tivoli (Neppi, p. 271). Cannatà (p. 29) fa risalire al periodo in cui il M. fu attivo per la famiglia Spada anche un Ritratto di donna col compasso (forse L'Architettura), tuttora conservato nella Galleria Spada e già attribuito a Brandi (A. Pampalone, Per Giacinto Brandi, in Bollettino d'arte, LVIII [1973], 2-3, p. 137).
Tra il 1638 e il 1645 partecipò al cantiere di palazzo Madama, realizzando su commissione del cardinale Carlo de' Medici i fregi dipinti con episodi della vita del cardinale Alessandro de' Medici nelle attuali sala della Firma e scala di S. Luigi (1638-42), nonché altre opere minori e cartoni per arazzi (Fumagalli, 1997, pp. 320 s., 331, e 2005, pp. 66, 98-101). Tra il 1645 e il 1652 eseguì vari lavori nelle residenze papali in Vaticano e al Quirinale, spesso in collaborazione con il pittore-doratore fabrianese Leonardo De Santis; in particolare, il M. si occupò (1647-50) del restauro degli affreschi tardocinquecenteschi nella galleria delle Carte geografiche (Bertolotti, pp. 91 s.). Sono documentati agli anni 1647-49 "lavori di pittura, indoratura e altro", eseguiti per i Pamphili, ancora in collaborazione con De Santis, nel palazzo di piazza Navona e nel casino di Belrespiro al Gianicolo (ora in Villa Pamphili; Garms, pp. 21, 107); del 1658 è il pagamento finale per opere analoghe nel palazzo Pamphili a San Martino al Cimino (ibid., p. 91).
L'intervento del M. nel palazzo di piazza Navona va forse ravvisato nelle figure e negli ornati a monocromo che accompagnano i riquadri con scene dipinte da A. Camassei, G. Gimignani, nonché dal cognato Brandi, intorno al 1648, nei fregi di alcune sale al piano nobile (S. Russell, L'intervento di donna Olimpia Pamphilj nella sala grande di palazzo Pamphilj a piazza Navona, in Bollettino d'arte, LXXXI [1996], 95, pp. 111-120).
Nel 1654 dipinse nella volta di una sala di palazzo Cardelli un'Allegoria delle scienze e delle arti (Scano) - unico caso di una grande decorazione con figure interamente opera del M. - eseguendo poi altre pitture nello stesso palazzo entro il 1656 (Bandes). Campori ha pubblicato una lettera del M., datata Modena 19 giugno 1654, al conte di Novellara in cui raccomandava a questo il pittore Francesco Tiarini.
Dal 1656 al 1667 non sussistono tracce della presenza del M. a Roma.
Nel 1662, Vedriani scriveva nella biografia del pittore Giovanni Battista "Modonino" - identificabile con il M. per la sua attività di decoratore "a chiaro scuro" in chiese e palazzi romani - che questi era morto in Napoli durante la peste del 1656. Il biografo menziona altresì un Giovanni Battista Mani modenese, vivente a Napoli, dove aveva decorato la cappella reale, e attivo anche a Roma. Scrivendo in anni in cui il M. si trovava ancora a Napoli, il modenese Vedriani probabilmente fraintese le notizie fornitegli dagli "intendenti" napoletani e attribuì al fantomatico Mani l'attività più recente del primo pittore, ritenuto morto. L'erronea divisione dell'opera del M. tra due pittori omonimi venne in seguito ripresa da Tiraboschi e Lanzi; Orlandi citava invece soltanto il Giovanni Battista "Madonina" morto a Napoli.
Alla fine del 1656 il M. si trovava effettivamente a Napoli, poiché Celano data a quel momento le perdute decorazioni della cappella del palazzo reale con "istucchi finti posti in oro, introdotti in Napoli la prima volta dal Modanini". Ancora a Napoli, nel 1663 il M. dipingeva la galleria del palazzo dei Tocco, principi di Montemiletto (D'Addosio).
Rientrato a Roma, nel 1668 collaborò con P. Mulier detto il Tempesta e G. Dughet alla decorazione di alcune sale al pianterreno di palazzo Colonna (Bandes); nelle finte architetture e negli ornati floreali dipinti dal M. è stato ravvisato un possibile intervento di G.P. Schor e di N. Stanchi (Safarik, pp. 98, 100). Ultima opera documentata è una serie di dodici finti arazzi, dipinti nel 1670 in palazzo Chigi a Siena (Golzio).
Il M. morì a Roma il 19 maggio 1674.
Fonti e Bibl.: Roma, Arch. stor. del Vicariato, Parrocchia di S. Andrea delle Fratte, Stati d'anime, voll. 38 (1629-34), cc. 42v e passim; 39 (1643-44), c. 59v; 40 (1645-48), c. 12v; 62 (1671-72), c. 75; 63 (1673-74), c. 176; Libro dei morti, III (1647-85), c. 214v; Ibid., Arch. stor. dell'Accademia nazionale di S. Luca, voll. 28, c. 4r; 43, cc. 5r, 229v e passim; 44, c. 41v e passim; 69, c. 303v; Arch. di Stato di Roma, Camerale I, 27, voll. 1916, pp. 109, 114, 183; 1917, p. 83; 1920, pp. 6, 106; 1921, pp. 11, 104; 1923, p. 15; Roma, Biblioteca Hertziana, Schede Noack, ad nomen; L. Vedriani, Raccolta de' pittori, scultori, et architetti modonesi più celebri…, Modena 1662, pp. 137 s.; C. Celano, Notizie del bello, dell'antico, e del curioso della città di Napoli…, III, Napoli 1758, p. 115; G. Tiraboschi, Notizie de' pittori, scultori, incisori, e architetti natii degli Stati del… duca di Modena…, Modena 1786, pp. 249, 272; P.A. Orlandi, Abecedario pittorico…, Firenze 1788, p. 650; L. Lanzi, Storia pittorica della Italia… (1808), a cura di M. Capucci, II, Firenze 1970, p. 218; G. Campori, Gli artisti italiani e stranieri negli Stati Estensi, Modena 1855, pp. 463 s. (lettera del M.); A. Bertolotti, Artisti modenesi, parmensi e della Lunigiana in Roma nei secoli XV, XVI e XVII…, Modena 1882, pp. 91-93; G.B. D'Addosio, Documenti inediti di artisti napoletani del XVI e XVII secolo, in Arch. stor. per le provincie napoletane, XXXVIII (1913), p. 246; O. Pollak, Die Kunsttätigkeit unter Urban VIII., I, Wien-Augsburg-Köln 1928, p. 190; V. Golzio, Documenti artistici sul Seicento nell'Archivio Chigi, Roma 1939, pp. 356-358; M. Piacentini, Documenti per l'arte barocca. Gli artisti in Roma nel 1634, in Archivi, VI (1939), 3, p. 162; G. Scano, Palazzo Cardelli, in Capitolium, XXXVI (1961), 10, p. 24; J. Garms, Quellen aus dem Archiv Doria-Pamphilj zur Kunsttätigkeit in Rom unter Innocenz X., Rom-Wien 1972, pp. 21, 91, 107; L. Neppi, Palazzo Spada, Roma 1975, pp. 135 s., 140, 143, 146 s., 177 s., 189, 270-272, 275; S.J. Bandes, Gaspard Dughet's frescoes in palazzo Colonna, Rome, in The Burlington Magazine, CXXIII (1981), pp. 81 s.; M. Bevilacqua, Il Monte dei Cenci. Una famiglia romana e il suo insediamento urbano tra Medioevo ed età barocca, Roma 1988, p. 184; R. Cannatà, in R. Cannatà - M.L. Vicini, La Galleria di palazzo Spada. Genesi e storia di una collezione, Roma 1992, pp. 29, 40; E. Fumagalli, Committenza e iconografia medicea a Roma nel Seicento. Il ciclo di affreschi di palazzo Madama, in Mitteilungen des Kunsthistorischen Institutes in Florenz, XLI (1997), pp. 320 s., 331, 338, 343-346; E.A. Safarik, Palazzo Colonna, Roma 1999, pp. 94, 98, 100; S. Pierguidi, Considerazioni sulle carriere di Giovanni Francesco Grimaldi, François Perrier e Giovan Battista Ruggeri, in Storia dell'arte, 2000, n. 100, p. 68 n. 113; A. Vicini Mastrangeli, La Galleria Giustiniana della Biblioteca Casanatense, in I Giustiniani e l'antico (catal.), a cura di G. Fusconi, Roma 2001, p. 501; E. Fumagalli, in Palazzo Madama, Roma 2005, pp. 66 s., 98-101; U. Thieme - F. Becker, Künstlerlexikon, XXIV, p. 22.