FRANCESIA, Giovanni Battista
Nacque a San Giorgio Canavese il 3 ott. 1838 da Giacomo, contadino di modeste condizioni economiche, e da Domenica Masero. Trasferitasi la famiglia a Torino, cominciò a frequentare dodicenne l'oratorio giovanile aperto da don Giovanni Bosco nella zona di Valdocco. Il 22 giugno 1852 si stabilì definitivamente all'oratorio, avviandosi alla vita sacerdotale. Il 4 ott. 1853 fece la vestizione chiericale. Nel 1855-56 cominciò la sua attività d'insegnante di latino e di altre materie umanistiche. Quell'anno ebbe come allievo Domenico Savio, canonizzato nel 1954, e qualche anno dopo C. Rinaudo, distintosi poi come storico e fondatore della Rivista storica italiana. Nel 1859 fece parte del piccolo drappello che con don Bosco diede vita alla nuova Congregazione dei salesiani. Completati gli studi, fu ordinato prete il 14 giugno 1863 e l'11 nov. 1865 conseguì la laurea in lettere all'università di Torino, distinguendosi tra gli allievi del latinista T. Vallauri.
In quegli anni all'oratorio di Valdocco il numero di studenti aumentava rapidamente: da una cinquantina, quanti erano intorno al 1855, passarono a oltre quattrocento nel 1867-68, mentre gli allievi artigiani da una trentina salirono a circa trecento, sicché l'oratorio divenne il complesso educativo più numeroso esistente a Torino. Il F. contribuì alla vita educativa, impegnandosi, sulla scia didattica dei gesuiti, nella messa in scena di commedie didascaliche e moralistiche sia a Valdocco sia in altre case educative gestite dai salesiani.
Stimolato da don Bosco e appoggiato dal Vallauri, nel 1867 il F. diede inizio alla collana "Selecta ex Latinis scriptoribus in usum scholarum", in volumetti stampati a Torino presso la tipografia salesiana che rispondevano a una sorta di domanda del mercato librario scolastico divenuto più vivace, in Piemonte e altrove in Italia, dopo la legge Casati. Il F. approntò edizioni commentate di Livio, Cesare, Cicerone, Orazio, Ovidio, mentre altri curavano Tibullo, Catullo, Lucrezio, Giovenale, con tagli antologici e scelta di testi ispirati, oltre che da sensibilità educativa, dai criteri che Pio IX aveva enunziato nell'enciclica del 21 marzo 1859 ai vescovi francesi.
Nel 1868, sempre per impulso di don Bosco, il salesiano C. Durando aveva dato inizio alla "Biblioteca per la gioventù italiana", collana di classici di lingua a uso scolastico, stampata sempre dalla Tipografia salesiana cui il F. contribuì fra l'altro con edizioni commentate della Commedia (1869), della Gerusalemme liberata (1869) e dell'Iliade tradotta da V. Monti (1874), operette giunte rispettivamente alle edizioni 18a, 31a e 22a (1907-1908).
Per un breve periodo (1865-68) fu membro del capitolo superiore salesiano con la carica di direttore spirituale. Nel 1868 fu inviato a Cherasco come direttore del collegio civico, affidato ai salesiani e da loro tenuto per circa due anni; dal 1871 al 1878 fu direttore al convitto civico di Varazze, dal 1878 al 1888 in quello privato di Valsalice a Torino. Richiamato nella casa madre di Valdocco, per un biennio diresse la sezione studenti. Da allora rimase quasi stabilmente a Valdocco, sollevato da ogni responsabilità direttiva nell'istituto e con larga disponibilità di tempo per dedicarsi alle attività letterarie. Dal 1886 al 1913 tenne la direzione delle Letture cattoliche, il periodico popolare fondato da don Bosco nel 1853; in particolare ne redasse l'almanacco annuale intitolato Il Galantuomo.
Si dedicò inoltre a scrivere composizioni poetiche, bozzetti teatrali, profili di salesiani defunti, libretti agiografici, una Vita breve e popolare di don Giovanni Bosco (San Benigno Canavese 1902): tutti scritti nei quali la sua vena di narratore familiare e ingenuo tracciava aneddoti, dialoghi, battute giocose di immediata evidenza visiva, talora con errori di persone e di date, talaltra mescolando tranquillamente ricostruzioni immaginarie a fatti veramente accaduti, contribuendo comunque a delineare un'immagine suggestiva di don Bosco, al cui processo di beatificazione depose come teste dall'8 febbraio al 10 apr. 1894. Particolarmente significativi sono i due libretti: Don Bosco e le sue passeggiate autunnali nel Monferrato (Torino 1897) e Don Bosco e le sue ultime passeggiate (ibid. 1897). Il F. vi narra le gite che don Bosco usò organizzare tra il 1850 e il 1864 con gruppi nutriti di adolescenti e giovani maturi del suo oratorio di Valdocco: dalle colline torinesi a quelle monferrine con tappe nei paesi della zona, rappresentazioni teatrali estemporanee, concerti bandistici, a testimonianza di un'esperienza educativa popolare del tutto originale.
Dal 1878 al 1902 ebbe la carica di superiore dell'ispettoria o provincia salesiana piemontese. Nel 1903 fu inviato per pochi mesi come direttore della casa salesiana di Lanusei in Sardegna; la stessa carica ricoprì per un anno (1907-1908) nell'istituto di S. Giovanni Evangelista in Torino.
Di don Bosco, ispirandosi alle operette settecentesche di C.-F. Lhomond, tradusse in latino e pubblicò la Storia ecclesiastica ad uso delle scuole… (Torino 1890). Ancora in latino compose brevi pièces teatrali: De s. Aurelio Augustino actio dramatica in duas partes distincta (San Benigno Canavese 1886), Leo I (ibid. 1888), Leo III (ibid. 1892), Ephisius, actio dramatica plautinis versibus conscripta (Torino 1895) e altri ancora. Negli ambienti ecclesiastici si mise pertanto in evidenza come latinista versatile, capace di utilizzare il latino anche per descrivere episodi recenti di vita vissuta. Divenne così collaboratore assiduo di quei periodici che, a Roma, sostenevano la causa del latino come lingua idonea alle comunicazioni più varie. Su Vox Urbis, oltre che lavoretti teatrali (Saturio, comoedia latinis versibus conscripta nel 1903, Tarcisius, actio dramatica nel 1907, Ad Golgotam, sacra actio dramatica nel 1910), pubblicò profili di personaggi dell'epoca risorgimentale (F. Sclopis, D. Carutti, D. Berti, N. Bianchi, A. Brofferio, U. Rattazzi, C. di Cavour e altri). Composizioni analoghe sui temi più vari continuò a pubblicare su Alma Roma (De Guillelmo Shakespeare et de Michaële Cervantes nel 1916, De Benedicti XV p.m. solicitudine in hodierno rerum discrimine nel 1917, De cinematographo nel 1918, ecc.).
Nel 1929 partecipò, novantenne, alle feste per la beatificazione di don Bosco. Si spense a Torino il 17 genn. 1930.
Fonti e Bibl.: Roma, Arch. salesiano centrale: cartelle 110, Cronache, Francesia; 275, Francesia. Necr. in Bulletin salésien, LII (1930), pp. 65-70. Altre notizie in G.B. Lemoyne - A. Amadei - E. Ceria, Mem. biogr. di don Giovanni Bosco, San Benigno Canavese -Torino 1898-1939, I-XIX, ad Indicem; F. Desramaut, Les "Memorie I" de G.B. Lemoyne. Étude d'un ouvrage fondamental sur la jeunesse de st Jean Bosco, Lyon 1962, ad Indicem; L. Deambrogio, Le passeggiate autunnali di don Bosco per i colli monferrini, Castelnuovo Don Bosco 1975, ad Indicem; E. Valentini, G.B. F. scrittore, in Salesianum, XXXVIII (1976), pp. 127-167; Buone notti autografe di don G.B. F., a cura di E. Valentini, Roma 1977; P. Stella, Don Bosco nella storia della religiosità cattolica, III, Roma 1988, ad Indicem.