ROBILANT, Giovanni Battista Francesco Nicolis conte di
ROBILANT, Giovanni Battista Francesco Nicolis conte di. – Quinto conte di Robilant, nacque a Torino il 10 ottobre 1762 da Filippo Giovanni Battista, quarto conte, fratello di Spirito Benedetto, e da Giovanna Battista del Carretto marchesa di Gorzegno (1728-1777).
Militare di professione, aveva iniziato la carriera nell’agosto 1775 come cadetto nella Legione degli accampamenti a cavallo, di cui il padre era stato fondatore e comandante. Trasferito al corpo regio degli ingegneri e nel reggimento provinciale di Tortona, città in cui contribuì alla direzione dei lavori per la ristrutturazione delle fortificazioni, fu aiutante di campo e capo di stato maggiore del duca di Monferrato, il principe Maurizio Giuseppe Maria (1762-1799), figlio del re Vittorio Amedeo III. Nel 1789 era tra i gentiluomini di bocca dello stesso principe, nel 1796 fra i suoi primi scudieri e gentiluomini di camera, raggiungendo a corte il rango di piccolo grande e tra le fila dell’esercito quello di tenente colonnello.
Partecipò con questi gradi alle campagne militari contro la Francia negli anni 1792-96 nel Nizzardo, in Savoia e in Val d’Aosta, distinguendosi soprattutto nelle operazioni a La Thuille e nelle Alpi Cozie presso il monte San Bernardo.
Nel 1795 sposò a Torino Teresa Agata Salmatoris del Villar (1772-1799), che fece in tempo a dargli tre figli: Carola Teresa (nata nel 1796), che si sarebbe unita in matrimonio nel 1817 con il conte Giuseppe Edoardo Sannazzaro; Maurizio (1798-1862), ufficiale in servizio dal 1815 al 1849 fino ai gradi di maggior generale, primo scudiere di Carlo Felice (1827) e aiutante di campo di Carlo Alberto; e infine Carlo (1799-1871), futuro decurione di Torino, anch’egli primo scudiere e aiutante di campo del re Carlo Alberto, con cui avrebbe condiviso le campagne del 1848-49.
Ritiratosi a vita privata durante l’occupazione e successiva annessione alla Francia degli Stati di terraferma dei Savoia – avviata dal breve governo repubblicano del 1798 e proseguita, dopo l’effimera restaurazione del 1799-1800 a opera degli austro-russi, negli anni napoleonici –, al ritorno di Vittorio Emanuele I, nel 1815, Robilant riprese servizio nell’esercito con la promozione al grado di colonnello, ottenendo il comando del reggimento provinciale di Susa e subito dopo i gradi di maggior generale.
Le truppe sabaude si erano ricostituite con il ripristino dei vecchi reggimenti, nella forma il più possibile vicina agli organici esistenti nel 1798. Abolita la coscrizione imposta dal governo napoleonico, Vittorio Emanuele I aveva esortato i vecchi compagni d’armi a serrarsi intorno a lui, mentre alle frontiere e a Torino erano stati creati diversi depositi per accogliere il maggior numero di soldati volontari, compresi quelli che tornavano dalla Francia, ai quali si aggiunsero anche i prigionieri di guerra.
Nel marzo del 1815 Robilant fu posto al comando delle truppe inviate in Savoia a occupare il presidio di Montmélian. Dall’Elba, Napoleone era riuscito a rientrare in Francia sbarcando il 1° marzo in Costa Azzurra e risalendo di là attraverso le Alpi; il 13 marzo era a Lione, il 15 ad Autun, il 20 entrava a Parigi con il proposito di tornare al trono tendendo l’ultimo colpo di mano. Gli echi di queste vicende avevano destato nei piemontesi il timore di una nuova aggressione sul fronte alpino. Il sovrano decise, perciò, di armare alcuni corpi nei territori di confine, di concerto con gli austriaci. Nominato capo di stato maggiore del generale La Tour, al quale era stata affidata l’organizzazione e la preparazione delle truppe raccolte attorno ad Alessandria, Robilant lasciò in giugno la Savoia, ritornandovi però già il mese dopo. In luglio, a capo di una colonna, si batté con onore alle porte di Grenoble, dove riuscì a espugnare il borgo Des trois Cloîtres amministrando come governatore la città finché non fu consegnata agli alleati austriaci. Come ricompensa, con regie patenti del 1° novembre 1815, ricevette insieme la gran croce dell’Ordine Mauriziano e la nomina a comandante generale, e cioè di direttore, della neocostituita Regia Militare Accademia di Torino, un istituto di formazione per l’ufficialità sabauda ormai completamente nazionalizzato e riformato rispetto alla precedente Accademia Reale, fondata dalla reggente Giovanna Battista nel 1677.
Nel dicembre del 1817 fu nominato primo segretario di Stato per la Guerra e la Marina. Quest’ultimo incarico gli giungeva dopo una breve crisi politica del governo restaurato, che aveva provocato, nell’autunno del 1817, un rigurgito reazionario favorevole a un ritorno drastico all’antico regime. Le incertezze del sovrano erano durate pochi mesi, fino alla decisione di nominare alcuni esponenti del partito riformatore: figure, cioè, che, individualmente o tramite la propria famiglia, si erano legate a personaggi di spicco come Prospero Balbo e Filippo Asinari di San Marzano. Era stato costui a suggerire al sovrano di affidare il ministero della Guerra a Robilant, che aveva da poco assunto la direzione dell’Accademia militare proseguendo la tradizione di una famiglia che, da più di una generazione, si era distinta per qualità militari e scientifiche. La successiva nomina di Balbo, nel 1819, alla carica di primo segretario di Stato agli Interni avrebbe aperto, fiancheggiando l’operato di San Marzano e di Robilant, un periodo cautamente progressista.
Nella promozione di Robilant aveva certamente giocato anche la sua condotta alla direzione dell’Accademia militare; lo zelo dei più conservatori apprezzava, infatti, le esercitazioni che egli vi aveva introdotto facendo eseguire mensilmente agli allievi un componimento su una massima morale, al fine di selezionare il miglior testo da premiare davanti a tutti gli accademisti. Per quanto lo studio delle discipline umanistiche non eccellesse nelle aule dell’Accademia, Robilant si spese perché fossero raggiunti livelli discreti nell’apprendimento del latino, dell’italiano e del francese. L’istruzione pratica degli allievi attraverso le esercitazioni militari era, d’altro canto, seguita da lui quasi giornalmente assistendovi di persona.
Con i gradi di tenente generale e ispettore generale dello stato maggiore e del genio, partecipò, nel febbraio del 1820, ai lavori della Giunta che era stata formata, dietro pressione di Balbo, con il compito di elaborare le proposte per la riforma degli ordinamenti giuridici sabaudi, che si rifacevano ancora alle Costituzioni del 1770. In ottobre e novembre il re convocò due sessioni, nelle quali Robilant fu coinvolto, con i primi segretari di Stato, in qualità di membro del congresso dei ministri, fra i quali mantenne una posizione di moderata conservazione.
Afflitto da una grave malattia che lo avrebbe portato alla morte nel volgere di pochi mesi, nel novembre del 1820 fu sostituito presso la Segreteria di Guerra dal colonnello dei Carabinieri reali Alessandro Saluzzo di Monesiglio, figlio del fondatore dell’Accademia delle Scienze di Torino, anch’egli partecipe del clima culturale riformista che era stato animato soprattutto da San Marzano e Balbo.
Morì a Torino il 14 febbraio 1821.
Fonti e Bibl.: L’Archivio di Stato di Torino, Sezioni Riunite, conserva il deposito del fondo familiare. Sull’attività politica svolta dopo la Restaurazione si veda Archivio di Stato di Torino, Archivio Balbo junior, in particolare n. 31bis.
A. Manno, Il patriziato subalpino. Notizie di fatto, storiche, feudali ed araldiche desunte da documenti, I-II, Firenze 1895-1906 e voll. seguenti dattiloscritti presso i principali archivi e biblioteche torinesi, vol. dattiloscritto, ad vocem; F.L. Rogier, La Regia Accademia Militare di Torino: note storiche. 1816-1870, I, Torino 1916, pp. 7-10, 66-68, 72 s. (dove sono pubblicate le patenti del 1815 e del 1817 che ripercorrono il cursus honorum di Robilant a partire dalle prime esperienze da cadetto); P. Pieri, Storia militare del Risorgimento, Torino 1962, p. 43; W. Barberis, Le armi del Principe. La tradizione militare sabauda, Torino 1988, pp. 283-286, 312, 315 s., 324; G.P. Romagnani, Prospero Balbo. Intellettuale e uomo di Stato (1762-1837), II, Torino 1990, pp. 352, 392, 459, 461, 480, 485.