GIOVANNI BATTISTA di San Michele Arcangelo
Fratello del futuro santo Paolo della Croce, nacque da Luca Danei e da Annamaria Massari il 4 apr. 1695 a Ovada, presso Alessandria.
Trasferitasi la famiglia nel 1701 a Cremolino nel Monferrato, G. frequentò insieme con Paolo il locale convento dei padri carmelitani, dove imparò a leggere e a scrivere alla scuola del padre A.M. Verri. Successivamente i due fratelli si trasferirono a Genova per completare gli studi, interrotti probabilmente nel 1709 in seguito all'arresto del padre sotto l'accusa di commercio illegale di tabacco. Nello stesso anno G. seguì la famiglia nel suo nuovo domicilio a Campo Ligure, presso Genova, dove visse fino al 1714, e poi a Castellazzo Bormida. Fin da questi primi anni era presente nella mente dei due fratelli l'idea di istituire un nuovo ordine religioso. Finalmente il 28 nov. 1721, superate alcune resistenze opposte dalle congregazioni religiose presenti a Castellazzo (cappuccini, agostiniani, serviti), timorose per la nascita di una nuova comunità, G. ottenne licenza dall'ordinario di poter vestire l'abito di quello che sarebbe stato l'Ordine passionista. Si ritirò allora in meditazione insieme con Paolo presso il romitorio di S. Stefano e dopo qualche tempo, il 22 febbr. 1722, i due fratelli, ricevuta licenza dal vescovo, partirono per l'Argentario, dove istituirono un nuovo romitorio denominato dell'Annunziata. Sul monte Argentario G. e Paolo condussero una vita ascetica e dedita all'apostolato. In particolare G. nei giorni di festa si recava puntualmente a Orbetello per assistere alla messa e per insegnare il catechismo ai fanciulli. La fama dei due fratelli venne a conoscenza del vescovo di Gaeta C. Pignatelli, il quale li chiamò nella sua diocesi. Giunti a Gaeta verso la metà di luglio del 1723, vennero aggregati al romitorio della Madonna della Catena. Nella nuova sede si dedicarono all'assistenza dei malati, alla meditazione e alla penitenza. Quindi, ancora su richiesta di un ordinario, E.G. Cavalieri, vescovo di Foggia e Troia, si trasferirono a Foggia, dove risiedettero dall'agosto del 1724 al marzo del 1725. Nel marzo 1725 si recarono a Roma, dove, a maggio, incontrarono nella chiesa di S. Maria della Navicella Benedetto XIII, dal quale ottennero una prima approvazione orale per l'istituenda congregazione.
In seguito a ciò i due fratelli ritornarono a Gaeta presso il romitorio della Madonna della Catena e qui dettero vita al primo esperimento del nuovo istituto. Tuttavia, per questioni legate a ragioni di giuspatronato questo tentativo fallì, come pure il successivo presso il romitorio della Madonna della Civita, nel territorio d'Itri, dove si erano trasferiti nell'aprile del 1726. Nel settembre-ottobre dello stesso anno vennero chiamati a Roma dal cardinale P.M. Corradini, presso l'ospedale S. Gallicano. Durante la residenza romana, il 16 febbr. 1727, G. venne promosso alla prima tonsura e, una settimana più tardi, ascese agli ordini minori. Il 12 aprile divenne suddiacono e il 1° maggio diacono. Infine, il 7 giugno 1727, insieme con Paolo, venne ordinato sacerdote da Benedetto XIII. Dopo quasi un anno e mezzo di permanenza a Roma, i due fratelli ritornarono all'Argentario (febbraio-marzo 1728), dove istituirono il romitorio di S. Antonio. Nella nuova sede entrambi condussero vita ascetica e si dedicarono all'apostolato missionario. In seguito a reiterate petizioni, e solo dopo alcuni anni, i due fratelli ottennero dalla S. Sede la licenza di poter amministrare i sacramenti ai fedeli nella chiesa adiacente al romitorio. La benedizione del luogo di culto avvenne il 14 sett. 1737. L'anno successivo G. e Paolo si recarono a Roma per chiedere l'approvazione pontificia delle regole del nuovo istituto. In questa occasione, così come per la successiva del 1739, l'esito fu ancora una volta negativo. Un'ennesima richiesta venne avanzata dai due fratelli nel novembre del 1740 al neoeletto pontefice Benedetto XIV, il quale, sensibile alle nuove istanze di spiritualità, dette l'incarico di esaminare il testo delle regole a una commissione composta dai cardinali Corradini e C. Rezzonico (il futuro Clemente XIII), e dall'abate P. Garagni. Al parere favorevole della commissione (30 apr. 1741) fece seguito l'approvazione pontificia del 15 maggio successivo. Pertanto, grazie anche all'importante protezione dei cardinali Annibale e Alessandro Albani, nel 1744 vennero aperte due nuove case: S. Angelo a Vetralla e S. Eutizio a Soriano nel Cimino, entrambe nelle vicinanze di Viterbo. Quindi, il 18 apr. 1746, con il breve "Ad pastoralis fastigii dignitatem", Benedetto XIV riconobbe ufficialmente la nuova congregazione e il 12 apr. 1747 venne convocato il primo capitolo generale dell'Ordine presso il romitorio della Presentazione sull'Argentario. In questa occasione G. fu eletto consultore generale e fu confermato nella carica di rettore di S. Angelo (1744-50).
Nel dicembre del 1747, G. e Paolo si recarono a Roma per definire la vertenza legata all'istituzione della nuova fondazione di S. Tommaso in Formis, fortemente voluta dal cardinale Annibale Albani. Tuttavia, nonostante il favore del porporato, l'iniziativa ebbe esito negativo. Qualche mese più tardi, il 27 marzo 1748, venne aperto il ritiro di Cerro a Tuscania, nel Viterbese, e nel corso del 1750 le fondazioni di Ceccano, Paliano e Terracina, nel Lazio meridionale. Questi furono però anche gli anni che videro crescere l'animosità dei diversi ordini religiosi, contrari all'estensione della neonata Congregazione dei passionisti. A questo proposito, Benedetto XIV nel 1749 fu costretto a nominare un'apposita commissione cardinalizia che concluse i suoi lavori deliberando in favore dei frati di Paolo della Croce. Il ruolo di primo piano svolto da G. all'interno dell'Ordine è confermato dal secondo, terzo e quarto capitolo generale, convocati a S. Angelo a Vetralla rispettivamente il 12 marzo 1753, il 22 febbr. 1758 e il 18 febbr. 1764, nel corso dei quali fu eletto consultore generale della Congregazione.
Colpito da febbre epidemica nel luglio del 1765, G. celebrò la sua ultima messa il 29 luglio e morì il 30 agosto successivo, nel ritiro di S. Angelo a Vetralla, dove gli venne data sepoltura. Iniziato il processo canonico nel 1909-10, Pio XII dichiarò eroiche le virtù di G. il 7 ag. 1940.
Fonti e Bibl.: Notizie su G. si ritrovano in tutte le opere riguardanti s. Paolo della Croce. Si segnalano: Luca di S. Giuseppe, Vita del servo di Dio p. G. di S. M., Roma 1875; G.M. Cioni, Vita del servo di Dio G. di S. M., Roma 1934; Mauro dell'Immacolata, Sulle orme di s. Paolo della Croce, Roma 1959, passim; G. De Sanctis, Il santo fratello di s. Paolo della Croce (ven. p. G. di S. M.), Napoli 1963; Id., G. di S. M., in Bibliotheca sanctorum, VI, Roma 1965, coll. 945 s.