CROMER, Giovanni Battista
Figlio di Giacomo e di Adriana Borgonovo, nacque a Padova il 4 ag. 1665 e fu battezzato nella parrocchia di S. Giacomo (Toldo, 1960). Il primo documento relativo alla sua attività è del 1690 (Sartori, 1976) quando il C. dipinse il modello di una colonna per la basilica di S. Antonio di Padova. L'attività sucèessiva per la stessa chiesa è testimoniata da una serie di pagamenti per la coloritura degli organi nel 1718 e nel 1719, nel 1727 e nel 1728, per gli affreschi di una cupola e per altre pitture non specificate. Nel 1739 il Pittore, di "pochissima entrata", risulta appartenere alla classe dei "miserabili", e risiede nella parrocchia di S. Giacomo con la moglie Giustina (ibid.).
Delle opere al Santo non rimane traccia (Gonzati, 1852), e il corpus delle opere del C. comprende oggi una serie di affreschi e di tele, in parte datati e firmati. Si conosce anche un disegno, alla Fondazione Cini di Venezia, raffigurante L'angelo che appare ad Elia. Il foglio, carta rosa, acquerello scuro a pennello su traccia di sanguigna (mm 170 × 230), ha una scritta apocrifa: "Gianbattista Cromer Tedesco".
Si tratta di una attribuzione settecentesca che peraltro, secondo Bettagno (1966), può essere accolta in quanto il foglio con il suo pittoricismo sfatto concorda con i dipinti attribuiti al C. da W. Arslan (1936). Questo catalogo è stato ripreso e ampliato da Donzelli (1957), da Grossato (in Padova, 1961), da Bassi Rathgeb (1965) e da Niero (1979). Non si ha invece nessuna indicazione, al di fuori della scritta spuria sul disegno, su una eventuale origine tedesca della famiglia dell'artista.
Le fonti padovane (Brandolese, 1795; Moschini, 1817; Pietrucci, 1858) affermano in modo concorde, ma non documentato, che il C. si formò dapprima a Roma e successivamente a Bologna; questi studi compiuti nell'ambito dell'Italia centrale lo avrebbero reso "maestro nel disegnare" tanto che il cardinale Corner lo fece lavorare nell'Accademia di disegno istituita nella propria casa. Inoltre il C. delineò le figure per la Carta della diocesi di Padova, eseguita da B. Clerici e donata dal vescovo Dondi dell'Orologio al seminario di Padova (Moschini, 1817; Pietrucci, 1858), carta che risulta attualmente perduta.
Il C. inoltre disegnò le tavole anatomiche (p. VIII) per il testo Adversaria Anatomica di G. B. Morgagni, pubblicato a Padova dalla tipografia Cominiana nel 1717-19; i rami - non è noto l'incisore - furono utilizzati per successive edizioni dell'opera, nel 1741 nell'edizione di J. A. Langerak (Lugduni Batavorum, p. VIII) e nel 1762 in quella di Remondini (Venetiis, p. 11).
Questi lavori, peculiari più del tecnico che dell'artista, potrebbero confermare che il pittore già dai contemporanei fu apprezzato per le sue doti disegnative, mentre ben presto gli fu rimproverata, dalle fonti succitate, la poca abilità nel colorire. Anche nel più recente contributo critico (Pallucchini, 1981) il C. viene inquadrato come un epigono secentesco, legato al gusto di tenebrosi come lo Zanchi, su impostazioni formali di origine emiliana. Da questa linea critica, che vede il C. ultimo ed immobile rappresentante del Seicento padovano, si discosta F. D'Arcais (1978), esaminando gli affreschi e gli encausti dell'attuale municipio di Agna (Padova), ospitato in una casa padronale di origine cinquecentesca.
Il pittore lavorò nel salone del piano nobile e in alcune stanze adiacenti, affrescando fregi con episodi mitologici, monocromi e scene di storia romana; nella cappella ha lasciato una Annunciazione e una Natività, un fregio con figure dell'Antico Testamento e Profeti monocromi, opere datate 1701. La studiosa inette in rilievo alcune caratteristiche di queste pitture - la vivacità del colore, la pennellata frizzante e veloce, la freschezza degli episodi - che fanno pensare ad un C. almeno in parte aggiornato sui nuovi esiti della pittura veneta del primo Settecento.
È andato perso il ciclo di affreschi nel tempietto di S. Maria della Pietà a Rovigo (F. Bartoli, Le pitture ... di Rovigo, Venezia 1791 p. 46) quando la chiesa venne distrutta nel 1938 (l'edificio attuale è una copia).
Le opere su tela del C. sono sparse tra le chiese di Padova e della provincia; una, firmata e datata 1734, è a Venezia, nella chiesa di S. Giacomo dall'Orio e raffigura La Vergine Immacolata e santi. L'opera, dalle figure stiracchiate, caratteristiche del C. ha la stessa impostazione della pala di S. Severo, datata 1702, nella chiesa del Carmine a Padova. La stessa data si trova sulla pala della chiesa dell'Assunta a Cartura raffigurante l'Apparizione di Gesù e s. Agostino. Nella stessa chiesa si conserva un'altra opera del C., con Madonna e santi, datata 1731.
Altre opere, come la Visitazione e il Transito di s. Giuseppe nella chiesa di S. Tommaso Cantauriense, la Croce sostenuta dagli angeli nella chiesa del Torresino, il Cristo e la Samaritana nella chiesa di S. Gaetano a Padova, gli sono attribuite in modo concorde. D'altro canto il catalogo dei pittore, basato sulle notizie delle fonti padovane, non ha ancora avuto una revisione completa.
Il C. morì a Padova il 1° giugno 1745 e venne sepolto nella chiesa delle Maddalene (Toldo, 1960).
Bibl.: G. B. Rossetti, Descrizione delle pitture in Padova, Padova 1780, p. 111; P. Brandolese, Pitture ... ed altre cose notabili di Padova, Padova 1795, pp. 79, 140, 146 s., 185, 199, 207, 211, 228 s., 273; G. A. Moschini, Guida per la città di Padova, Padova 1817, pp. 57, 99, 103, 120, 148, 166; B. Gonzati, La basilica di S. Antonio a Padova, Padova 1852-53, I, pp. 99 s.; N. Pietrucci, Biografia degli artisti padovani, Padova 1858, pp. 88 s.; Inventario degli oggetti d'arte d'Italia, W. Arslan, Provincia di Padova, Roma 1936, ad Indicem; C. Donzelli, I pittori veneti del '700, Firenze 1957, pp. 72 s.; P. Toldo, Precisazioni biogr. su artisti Padovani, in Boll. del Museo civico di Padova XLIX (1960), pp. 55 s.; Padova, Venezia 1961, adIndicem; G. B. Tiozzo, Quattro dipinti... di Agna, in Padova, IX (1963). 10, pp. 48-52; R. Bassi Rathgeb, L'affresco a Cartura di Domenico Tiopolo, in Arte veneta, XIX (1965), p. 181; G. Beltrame, St. ed arte in S. Tommaso martire, Padova 1966, p. 229; A. Bettagno, Disegni di una collez. venez. del'700 (catal.), Venezia 1966, p. 65; A. Sartori, Docum. per la storia d. arte a Padova, Vicenza 1976, pp. 77 s.; F. D'Arcais, in Gli affreschi delle ville venete, Venezia 1978, I, p. 123; A. Niero, Chiesa di S. Giacomo dall'Orio, Venezia 1979, p. 68; R. Pallucchini, La Pittura veneziana dei Seicento, Venezia 1981, p. 342; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon VIII, p. 155.