CRIVELLI, Giovanni Battista
Nacque a Scandiano (Reggio Emilia) alla fine del sec. XVI. Ebbe presuinibilmente la sua prima formazione musicale nella cattedrale di Reggio Emilia, ove condusse studi teologici. Il 24 sett. 1614 venne eletto come organista nella stessa cattedrale, probabilmente in sostituzione di G. Morenghi, con un contratto della durata di tre anni. Il 10 ott. 1617 venne confermato con lo stesso salario. Scaduto il contratto, rinnovò il proprio accordo con i reggenti della cattedrale per altri tre anni. Ma un anno dopo, nel dicembre del 1618, interruppe il proprio servizio temporaneamente per poi licenziarsi il 24 ott. 1619. Nel 1620 lo troviamo maestro di cappella nella chiesa dello Spirito Santo a Ferrara. Successivamente tornò a Reggio Emilia e nel 1635 divenne maestro di cappella nella basilica della Ghiara, come si può ricavare dq una sua richiesta di cittadinanza. Dal 1629 al 1634 fu al servizio di Massimiliano I elettore di Baviera.
Nel 1638 venne assunto come maestro di cappella del duomo di Milano. Tale incarico mantenne sino al 1642, allorquando venne invitato a dirigere la cappella di S. Maria Maggiore a Bergamo. Da una lettera, inviata dal C. ai deputati in data 3 giugno 1641 (Mompellio), sappiamo che alla base di questa rinuncia ad un posto tanto ambito vi erano i gravi oneri (dalla composizione di nuove opere all'insegnamento) imposti dai capitoli del duomo al maestro di cappella.
Nondimeno non va dimenticato che la cappella musicale di S. Maria Maggiore, di antiche tradizioni, aveva raggiunto già nel primo Seicento un'indubbia risonanza. Presenze quali quelle di A. Grandi, T. Merula, C. Guizzardi, avevano contribuito a farne un centro artistico di prim'ordine. Naturale, quindi, che la cappella bergamasca potesse esercitare un forte richiamo anche su musicisti di indiscutibile fama. L'invito ufficiale venne fatto il 21 genn. 1642: la decisione si era resa necessaria ed urgente in considerazione delle dimissioni presentate, proprio quel giorno, da F. Bresciani, il quale, in qualità di vicemaestro, aveva retto provvisoriamente per alcuni anni la cappella musicale in sostituzione del dimissionario Guizzardi. Il C. accettò la nomina esattamente dieci giorni dopo, il 31 gennaio.
Il servizio in S. Maria Maggiore, tuttavia, non dovette essere facile per il musicista in quanto, presto, cominciarono a delinearsi contrasti abbastanza gravi con i reggenti. Confermato con tutti i voti il 16 febbr. 1643, l'anno successivo, in un primo momento, non gli venne rinnovato l'incarico "per pretensioni ... sopra l'osservanza dei capitoli a lui applicati" (Bibl. civica di Bergamo, Terminazioni MIA 1282, f. 232v, 13 febbr. 1644). Il mese dopo, tuttavia, egli venne confermato regolarmente. Ma i contrasti riemersero ancora, soprattutto negli anni 1646 e 1648, come attestano le conferme ottenute con margini ristrettissimi nella votazione. L'11 ag. 1648. i reggenti, insoddisfatti del suo operato e stanchi per le continue istanze intese ad ottenere gratificazioni salariali, decisero di licenziarlo.
Nella deliberazione del consiglio vengono chiariti i motivi di questo ficenziamento: irrequietezza e instabilità di carattere, inosservanza dei propri "capitoli", scarsa diligenza nell'espletare il proprio lavoro, gravi responsabilità nelle discordie scoppiate tra i musici e, infine, comportamenti a tal punto scorretti da causare la partenza dei musici "virtuosi". Un giudizio particolarmente impietoso per il C., ma non sorprendente se si considera che altri musicisti, operanti in S. Maria Maggiore prima e dopo di lui, dovettero scontare il rigore dei reggenti la cappella. Basti pensare a T. Merula, il cui licenziamento fu addirittura seguito da querela, o a Filippo Vitali, successo al musicista di Reggio Emilia, liquidato con espressioni tanto infamanti quanto gratuite, almeno per quanto riguarda il suo talento.
Nondimeno, al di là di questa sfortunata conclusione, il periodo trascorso a Bergamo dovette essere, in certa misura, positivo per il C. sia per le ampie possibilità di sperimentazioné sottese alla disponibilità di grandi organici vocali e strumentali, sia per la presenza di musicisti di sicuro valore (uno per tutti G. Legrenzi, che fu organista in S. Maria Maggiore proprio in quegli anni). A conferma di questo, basti pensare alla celebrazione della festività dell'Assunzione (la ricorrenza più importante dell'anno) del 1642 che, - grazie al C. -, raggiunse vertici paragonabili soltanto a quelli relativi agli anni precedenti la peste del 1630. In occasione di questa festività il C., in particolare, fece ingaggiare ben undici musici provenienti da diverse città, per una spesa complessiva di 1500 lire.
A Bergamo lasciò - come riporta l'inventario del 1654 - una raccolta di mottetti a 2-5 voci ed un libro di messe a 4 parti che non ci è pervenuto. Nel 1651 il C. successe a F. P. Sacrati quale maestro di cappella del duca di Modena. Tale incarico mantenne fino alla morte, avvenuta nel marzo del 1652 a Modena.
L'opera del C. si inserisce autorevolmente nell'ambito della produzione italiana del periodo. I suoi mottetti e i suoi madrigali risentono chiaramente delle tendenze compo. sitive dell'epoca in quanto sia disposano lo stile concertante, sia adottano espressioni ricche di espansione melodica e non prive di originalità. Anche l'uso del cromatismo e il ricorso a complesse infiorettature vocali attestano una indiscutibile attenzione alla prassi secentesca.
Tre scene scritte per La finta savia di G. Strozzi (Venezia 1643)sono l'unico esempio pervenutoci di un impegno in campo operistico da parte dei Crivelli.
Tra le sue composizioni si ricordano: Ilprimo libro delli mottetti concertati a due, tre, quattro, e cinque voci, Venezia, A. Vincenti, 1626; Il Primo libro delli madrigali concertati a due, tre, e quattro voci, ibid., A. Vincenti, 1626; tre scene per La finta savia di G. Strozzi, ibid., 1643. Inoltre un mottetto in Frater Zanettus, Sacrae et divinae cantiones binis, ac ternis vocibus decantandae, Venezia, A. Vincenti, 1619; tre mottetti in L. Calvi, Seconda raccolta de' sacri canti a una, due, tre et quattro voci, ibid., A. Vincenti, 1624; due madrigali in Madrigali dei signor Anselmi nobile di Treviso ... a due, tre, quattro, cinque voci. ibid., B. Magni, 1624; tre mottetti in L. Calvi, Quarta raccolta de sacri canti a una, due, tre, et quattro voci, ibid., A. Vincenti, 1629; quattro mottetti in Teatro musicale de Concerti ecclesiastici a due, tre, e quattro voci, Milano, G. Rolla, 1649.
Fonti e Bibl.: Modena, Biblioteca Estense, α L. 9. 27, fasc. 18: Misceli. ital. Memorie su gl'ingegneri. mastri di cappella della Serenissima casa d'Este (ms.); D. Muoni. GliAntignati organari insigni e serie di maestri di cappella del duomo di Milano, Milano 1883, p. 26; G. Gaspari, Catalogo della Biblioteca del Liceo musicale di Bologna, II, Bologna 1892, pp. 370, 410; III, ibid. 1893, p. 65; C. Scotti, Il Pio Istituto musicale Donizetti di Bergamo, Bergamo 1901, p. 151; F. Mompellio, La Cappella del Duomo dal 1573 al 1714, in Storia di Milano, XVI, Milano 1962, pp. 523 s.; J. Roche, Music at S. Maria Maggiore, Bergamo, 1614-1643, in Music and Letters, XLVII(1966), p. 296; Id., North Ital. Liturgical Music in the Early 17th Century, tesi di laurea, Cambridge 1968, pp. 223-225; G. Casali, La cappella musicale della cattedrale di Reggio Emilia all'epoca di A. Signoretti, in Riv. ital. di musicol., VIII(1973), p. 204; M. Padoan, La musica in S. Maria Maggiore nel periodo di G. Cavaccio (1598-1626), Como 1983; Die Musik in Geschichte und Gegenwart, XV, Suppl., coll. 1645 s.; The New Grove's Dict. of Music and Musicians, V, p. 51.