CRIVELLI, Giovanni Battista (Giovambattista)
Nacque a Roma prima del 1560 da Giovanni Angelo, milanese di origine e parente del cardinale Alessandro Crivelli. Mancano notizie sui suoi studi e sugli inizi della sua attività. Come membro del patriziato romano ricoprì varie cariche rappresentative nelle istituzioni comunali ed ecclesiastiche: così nel 1602 fu eletto camerlengo, negli anni tra il 1603 e il 1605 guardiano dell'influente Arciconfraternita di S. Salvatore ad Sancta Sanctorum; nel 1610 rivestì per la seconda volta l'ufficio di conservatore di Roma.
Nell'ottobre del 1605 il duca Massimiliano I di Baviera lo nominò suo agente a Roma. Il C., che pare avesse annodato rapporti con la corte bavarese già nel 1595, dovette la nomina, oltreche alle lettere di raccomandazione dei cardinali Baronio, Bellarmino, Borghese e Paravicino, soprattutto alla mediazione e all'intervento del cugino Giulio Cesare Crivelli (morto nel 1647). consigliere bavarese e cameriere (cubicularius) di Massimiliano, che tra il 1603 e il 1645 ricopri l'ufficio di governatore a Tölz. All'inizio del 1610 ci fu un avanzamento nella carriera diplomatica del C., nominato residente. Questo titolo, che nel cerimoniale curiale equivaleva a quello di ambasciatore, gli assicurava l'accesso alle udienze settimanali del papa. Tale elevazione di rango, accompagnata quasi contemporaneamente dal conferimento del titolo di cameriere d'onore da parte di Paolo V, va vista nel contesto dell'intensificazione dei rapporti tra la Baviera e la Curia romana conseguita alla conclusione della lega cattolica nel 1609.
L'oggetto principale dell'attività diplomatica fu infatti, negli anni successivi, la lega dei principi cattolici dell'Impero - il suo perfezionamento organizzativo, i suoi obiettivi politici, le sue necessità finanziarie -, la quale, sotto la guida della Baviera, si contrapponeva all'unione protestante. Dopo lo scoppio della guerra dei Trent'anni nel 1618 in particolare, il C. doveva adoperarsi, in concorrenza con gli ambasciatori imperiali e spagnoli, per ottenere sussidi pontifici per il finanziamento dell'esercito della lega. Paolo V e Gregorio XV, favorevolmente impressionati dai successi militari della lega nella guerra boemo-palatina e dalla ricattolicizzazione del Palatinato, vennero incontro alle richieste bavaresi. Urbano VIII invece concesse alla lega solo mezzi scarsissimi, nonostante le continue richieste e le descrizioni della situazione disperata del fronte cattolico nell'Impero fatte dal Crivelli. La cessazione completa dei contributi pontifici dopo il 1625 portò a un sensibile raffreddamento dei rapporti tra Roma e Monaco che compromise anche la posizione del C. in Curia.
Ma oltre alle faccende della lega il C. sbrigava anche una serie di altri incarichi. Doveva far conoscere al papa a ai cardinali di Curia le versioni e le interpretazioni degli avvenimenti politici, militari ed ecclesiastici che gli giungevano da Monaco. Negli anni tra il 1620 e il 1627 contribuì inoltre, con le sue denunce e le sue proteste contro il modo com'era stato rappresentato l'imperatore Ludovico il Bavaro negli Annales ecclesiastici di Abraham Bzovius, continuatore del Baronio, a far accettare al papa le correzioni nel testo ostinatamente richieste dal duca Massimiliano. Grazie pontificie, dispense e benefici ecclesiastici furono poi un altro, continuo oggetto dell'attività del C. a Roma che gli procurò la gratitudine di personaggi influenti, come ad esempio del conte Tilly, comandante dell'esercito della lega. Ma tra i suoi compiti ci. fu anche l'acquisto di opere d'arte per le collezioni di Massimiliano, il reclutamento di musicisti italiani e l'assistenza agli artisti bavaresi a Roma.
Nonostante il suo rango, il C. svolse un ruolo diplomatico alquanto insignificante. La sua opera si limitava sostanzialmente alla trasmissione di dispacci, brevi e informazioni tra Roma e Monaco. Non aveva nessun margine per iniziative personali e nessuna conoscenza dei veri obiettivi della politica bavarese. Le questioni effettivamente importanti - come, ad esempio, nel 1623 il problema dell'approvazione pontificia del trasferimento della dignità di elettore palatino a Massimiliano - furono inoltre regolarmente affidate ad ambasciatori straordinari che il C. doveva introdurre in Curia e ospitare nel suo palazzo vicino al Pasquino, ai quali doveva lasciare le trattative diplomatiche. Tra i numerosi ambasciatori straordinari della Baviera ci fu anche il cugino del C., Giulio Cesare, il quale nel 1609-10 e nel 1620-21 era incaricato di rappresentare a Roma gli interessi della lega cattolica. Spesso missioni segrete, sia da parte bavarese sia da parte pontificia, furono svolte anche da frati, come ad esempio dai cappuccini Alessandro d'Ales e Giacinto da Casale o dal carmelitano scalzo spagnolo Domenico di Gesù Maria. Il C. aveva fatto conoscere quest'ultimo, un fanatico della fede, nel 1615 a Massimiliano; più tardi, il monaco avrebbe favorito gli interessi familiari del Crivelli.
Il C. morì a Roma nell'estate del 1627, probabilmente all'inizio di settembre.
Dei suoi sei figli maschi e delle tre figlie gli sopravvissero soltanto una figlia e il figlio Francesco, suo successore come rappresentante bavarese a Roma. Due dei figli maschi morti prematuramente erano entrati anch'essi in stretti rapporti con la Baviera: GiovanniAngelo nel 1610 si era recato Oltralpe per studiare diritto all'università. gesuitica di Ingolstadt (l'affermazione del Gregorovius che egli vi abbia conseguito il dottorato non trova conferma nelle fonti). Dopo essere stato governatore di Sonnino nel Lazio meridionale, Massimiliano I gli promise nel maggio del 1618 la "sopravvivenza", cioè il futuro conferimento della carica diplomatica del padre. Recatosi in seguito alla corte bavarese, dove gli furono affidati alcuni incarichi civili, morì alla fine del 1620 durante il viaggio di ritorno da Praga, appena conquistata, a Monaco. Un altro figlio, GiovanniPietro, sarebbestato membro della Compagnia di Gesù. Dopo un soggiorno alla corte bavarese si recò a Graz per perfezionarvi presso i gesuiti i suoi studi. Più tardi egli avrebbe ottenuto, grazie alla raccomandazione di Massimiliano, un canonicato nella chiesa di S. Maria in Trastevere a Roma. Morì nella primavera del 1623.
Fonti e Bibl.: La corrisp. diplom. del C. si conserva a Monaco di Baviera, Hauptstaatsarchiv, Geheimes Staatsarchiv, Kasten schwarz, 1687, 3240, 5308, 5576, 7365-7369, 7412, 14.446, 15.620; Ibid., Die bayer. Gesandtschaft beim päpstl. Stuhl, voll. 1, 1047. Cfr. inoltre le lettere cons. nella Bibl. Apost. Vaticana, Barb. lat., 6706, f. 12; 6799 (carte non numerate). Queste corrispondenze sono state pubblicate, citate e utilizzate in modo frammentario da F. Gregorovius, Urban VIII. im Widerspruch zu Spanien und dem Kaiser, Stuttgart 1879, pp. 3, 93-96, 161 s.; Briefe und Akten zur Gesch. des Dreissigjährigen Krieges ...., V, a cura di F. Stieve, München 1883; VII, a cura di F. Stieve - K. Mayr, ibid. 1905; VIII, a cura di K. Mayr, ibid. 1908; IX, a cura di A. Chroust, ibid. 1903; XII, a cura di H. Altmann, München-Wien 1978, ad Indices; Briefe und Akten ...., n. 5.: Die Politik Maximilians I. von Bayern und seiner Verbündeten 1618-1651, I, 1, a cura di K. Mayr ed altri, München-Wien 1966; 2, a cura di A. Duch, ibid. 1970; II, 1, 2, 3, a cura di W. Goetz, Leipzig 1907, 1918, 1941, ad Indices; J. Schnitzer, Zur Politik des hl. Stuhles in der ersten Hälfte des Dreissigjährigen Krieges, in Römische Quartalschrift für christliche Altertumskunde und Kirchengeschichte, XIII (1899), pp. 151, 181 ss., 185-189, 250-254; Epistulae et acta nuntiorum apostolicorum apud imperatorem 1592-1628, IV, 1 e 2, a cura di A. Linhartová, Pragae 1932 e 1937, ad Indices; D. Albrecht, Die deutsche Politik Papst Gregors XV. 1621-1623, München 1956, pp. 7, 12; Id., Zur Finanzierung des Dreissigjährigen Krieges. Die Subsidien der Kurie für Kaiser und Liga 1618-1635, in Zeitschrift für bayerische Landesgeschichte, XIX(1956), pp. 540, 543, 548; Id., Die auswärtige Politik Maximilians von Bayern 1618-1635, Göttingen 1962, pp. 18, 62, 198; A. Kraus. Die Annales ecclesiastici des Abraham Bzovius und Maximilian I. von Bayern, in Reformata Reformanda. Festgabe für Hubert Jedin, II, Münster/Westf. 1965, pp. 260-265, 273-285, 295, 300 s. Fondam. per la biografia dei C.: F. Gregorovius, Die beiden Crivelli, Residenten der Herzöge und Kurfürsten von Baiern beim heiligen Stuhl in Rom, von 1607-1659, in Sitzungsberichte der philos., philol. und historischen Klasse der Kgl. bayer. Akademie der Wissenschaften, München 1880, pp. 330-376; ripubbl. con il titolo Die beiden Crivelli, bairische Gesandte in Rom im 17. Jahrhundert, in Id., Kleine Schriften zur Gesch. und Cultur, IL Leipzig 1888, pp. 34-89. Cfr. inoltre G. Marangoni, Istoria dell'antichissimo oratorio o cappella di S. Lorenzo nel patriarchio lateranense, comunemente appellato Sancta Sanctorum ..., Roma 1747, p. 325; Liber Confraternitatis B. Mariae de Anima Teutonicorum de Urbe, Romae 1875, p. 187; T. Amayden, La storia delle famiglie romane, a cura di C. A. Bertini, I, Roma 1914, pp. 341 s.