CONFORTI, Giovanni Battista
Non si conoscono né la data di nascita né quella di morte del C.: le uniche notizie certe sulla sua vita sono quelle che si ricavano dalle dedicatorie delle due opere date alla stampa, rispettivamente nel 1558 e nel 1567. Priva di ogni fondamento è la identificazione del C. con il celebre violinista Giovanni Battista Romano, attivo presso le cappelle di corte di Monaco e Landshut dal 1567 al 1570 (per una approfondita discussione dell'argomento, cfr. D. Kamper, pp. 152 ss.). Assai incerta è una eventuale provenienza romana del C. (come potrebbe far credere la datazione, da Roma, della dedica dei Ricercari), mentre assai plausibile è l'ipotesi che fosse originario della Emilia Romagna. Suffragata dal fatto che vi svolse gran parte della sua attività il nobile cesenate Anselmo Dandini suo mecenate, tale ipotesi confermerebbe inoltre la supposizione - peraltro non documentata - del padre Giambattista Martini il quale, nel frontespizio della parte dei tenore del primo libro di Ricercari del C., scrisse: "Credo sia bolognese" (cfr. Gaspari, 1905).
Suo protettore fu il cardinale Nicola Caetani di Sermoneta (nel 1556 gli venne assegnata in beneficio da papa Paolo IV la chiesa di S. Maria degli Angeli di Faenza, della quale prese possesso nel 1559: Roma, Archivio Caetani, 1559,29/1, 186.599). Nonostante l'entusiasmo dei cardinale per le "arti belle", e, in particolare, il suo interesse per la musica, non sembra che il C. abbia mai prestato servizio alle sue dipendenze: non si ha notizia, infatti, di una eventuale cappella privata del cardinale ed anche nell'archivio della famiglia Caetani non compare mai il nome del C.; non è improbabile un suo soggiorno a Roma, ove avrebbe potuto conoscere il cardinale. Egli però al cardinale fu legato da stretti rapporti d'amicizia e di autentica, e non solo formale, gratitudine - come si ricava dalla dedica dei suoi Ricercari "Alreverendis. et illustris. monsignor reverendissimo il cardinale Sermoneta. ... Poiché la bassezza della mia fortuna non mi da magior campo, onde io possa farvi fede della servitù mia; havendo io alli giorni passati composti alcuni Ricercari, per duo respetti ho pensato di mandarli fuori sotto l'Illustre vostro nome; uno perché io vi debbo molto l'altro perché il mondo sappia da questo picciol segno quanta sia la Riverenza che vi porto, e vedrà che ne havendo io possuto fare quanto debbo ho fatto quanto hò possuto. V. S. rev. et illustris. si degni di raccorli, e mirarli, con quella innata e propria sua cortesia et affettione, con la quale ella così amorevolmente e liberalmente raccoglie et abbraccia tutti versi...".
L'altra opera rimastaci del C., il primo libro di madrigali pubblicato nell'anno 1567, è dedicata ad Anselmo Dandini, membro di una illustre famiglia di Cesena e protagonista di rilievo della storia ecclesiastica italiana del Cinquecento.
Non sappiamo quando e dove il C. avesse conosciuto il Dandini che, nella dedica viene definito "abbate di Santo Bartholomeo" (nel 1559, infatti, a questo era stata trasferita dal prozio, cardinal Girolamo Dandini, la commenda del convento di S. Bartolomeo presso Ferrara). Con certezza sappiamo soltanto che A. Dandini godeva fama di grande mecenate della musica (a lui vennero infatti dedicati il Secondo libro de madrigali di D. Micheli, 1564, e il Primo libro de madrigali di A. Romano, 1565); sappiamo, inoltre, che era in ottimi rapporti con la corte papale di Roma, come dimostrano gli importanti incarichi conferitigli nel 1573 da Gregorio XIII (nunzio apostolico presso il re di Francia, governatore generale di Perugia, vicedelegato di Bologna: cfr. Libanori, 1665).
Del C. si conoscono le seguenti opere: Il primo libro de Ricercari à quattro voci "nuovamente da lui composti e dati in luce, in Roma, per Valerio Dorico, l'anno 1558"; e Madrigali, "nuovamente dati in luce et corretti da Claudio da Correggio. A cinque voci. Libro primo. In Venetia, 1567". Si tratta di due raccolte che, pur rivelando notevoli affinità con lo stile e la pratica compositiva del tempo, mettono in chiara luce le straordinarie doti innovative del C., soprattutto per quel che concerne il "ricercare", ritenuto generalmente dagli studiosi una delle forme più antiche di musica strumentale d'insieme. "Accanto al ricercare classico nel senso di una composizione per studio a scopo teorico - scriveva il Kamper (p. 144) - compare verso la metà del secolo un tipo di ricercare fortemente influenzato dal genere della fantasia e del capriccio, che si accosta vieppiù alla musica strumentale destinata alla esecuzione pratica". È appunto a questo secondo tipo di ricercare che si rifanno le composizioni pubblicate dal C. nel 1558, dalle quali risulta chiaramente - alla luce di una rigorosa analisi strutturale - il contributo decisivo dato da questo musicista all'emancipazione dello stile strumentale. Pur in assenza di precise indicazioni lasciate dall'autore, non sembra azzardato ritenere che questi ricercari vennero originalmente concepiti non già per l'organo, bensì per degli strumenti ad arco: e ciò, in particolare, per la complicatissima struttura ritmica delle voci, per le formulazioni tipicamente strumentali delle parti contrappuntistiche, per la completa equiparazione della parte del basso che si integra perfettamente nel tessuto complessivo delle voci. Altre caratteristiche presenti nei ricercari del C. (ad esempio, la persistente alterazione ritmica del tema: vedi ricercare XIII; o la progressiva augmentatio del tema: ricercare V) rivelano l'affinità sostanziale - anche se non terminologica - di queste composizioni con le forme un poco più tarde del capriccio e della fantasia strumentale, delle quali Vincenzo Ruffo (Capricci in musica a tre voci, Milano 1564, F. Moscheni) e Orazio Vecchi (Fantasia a 4, in Selva di varia ricreazione, Venezia 1590, A. Gardano) lasciarono alcuni dei primi esempi.
Per quanto riguarda la seconda pubblicazione del C., si tratta della raccolta di ventinove madrigali composti sui versi di poeti come - ad esempio - A. F. Doni, l'Ariosto ed il Petrarca. Definiti nella dedica al Dandini - datata "Di Venetia a 6 d'Aprile MDLXVII" - "...alcuni pochi mie [sic] giovanili componimenti...", è probabile che questi madrigali siano di poco posteriori (se non addirittura contemporanei) ai ricercari del 1558; a p. 3 del libro troviamo un madrigale composto nell'anno 1562 per la morte di Adriano Willaert - come si intuisce facilmente dal verso finale "E che 'l grand'Adrian di vit'è spento". Basandosi unicamente sulla dicitura del frontespizio della pubblicazione del 1567 (madrigali "nuovamente dati in luce e corretti da Claudio da Correggio"), il Fétis sostenne che il C. era stato allievo di Claudio Merulo: ipotesi che, pur essendo stata contrastata dal Gaspari con argomenti peraltro non del tutto convincenti, non possiamo - allo stato attuale delle nostre conoscenze - né accettare né rifiutare del tutto. L'unico dato che si può dedurre dalla suddetta dicitura è che, assai probabilmente, il Merulo (il quale nel 1566 aveva aperto a Venezia una "stamperia" insieme con Fausto Betanio) divenne non solamente lo stampatore, ma anche l'editore e il curatore dei madrigali del Conforti.
Fonti e Bibl.: A. Libanori, Monaci illustri della badia di S. Bartolomeo di Ferrara dell'Ordine cisterciense, Ferrara 1659, pp. 49 s.; Id., Vita di monsignore d. Davide Dandini, Venezia 1665, pp. 150 ss.; F. Florimo, La scuola musicale di Napoli..., III, Napoli 1882, p. 503; G. Gaspari, Catal. della Bibl. del Liceo mus. di Bologna, III, Bologna 1893, p. 62; IV, ibid. 1905, p. 19.5; H. Mayer Brown, Instrumental music printed before 1600, Cambridge, Mass., 1965, p. 179; D. Kämper, La musica strumentale nel Rinascimento, Torino 1976, pp. 150 ss. e ad Indicem;Id., in G. B. Conforti. "Ricercare (1558) und "Madrigale"(1567), pp. VII-XIX, Köln 1978; E. Vogel-A. Einstein-F. Lesure-C. Sartori, Bibliografia della musica ital. vocale profana, I, Pomezia 1977, pp. 401 s. Cfr., inoltre, F.-J. Fétis, Biogr. univer. des musiciens, II, p. 346; R. Eitner, Quellen-Lexikon, III-IV, p. 27; C. Schmidl, Diz. univers. dei musicisti, I, p. 362 e Suppl., p. 208; J. G.Walther, Musikalisches Lexikon, p. 179; Enc. della Musica Rizzoli-Ricordi, II, p. 158; Die Musik in Gesch. und Gegenwart., XV, Suppl., coll.1558 s.; Répert. intern. des sources musicales. Einzeldrücke vor 1800, II, p. 194.