CERBARA, Giovanni Battista
Incisore in pietre dure e cammei, nacque a Roma il 18 ag. 1748 da Pietro Paolo, romano, e da Rosa Rinaldi di Velletri. Fu battezzato il 21 dello stesso mese nella chiesa di S. Lorenzo in Damaso coi nomi di Giovanni Battista Antonio Gaetano (Roma, Arch. stor. del Vicariato, Libro dei battesimi, 1748, f. 78). La sua famiglia abitava in quell'epoca in piazza dei Satiri, dove il padre aveva un negozio di "vetraro" (Ibid., S. Maria in Grottapinta, Stato delle anime, 1748-1782). Tra la Pasqua del 1768 e quella del 1769, all'età di venti anni, sposò Margherita Fabrica, romana, di trent'anni, e continuò ad abitare in piazza dei Satiri, assieme ai genitori. Nello Stato delle anime di S. Maria in Grottapinta nel 1769 è detto per la prima volta "orefice", mentre dieci anni dopo, nello Stato delle anime della stessa parrocchia, è detto "intagliatore di corniole". Nel 1782 è detto "intagliatore di camei".
Nel 1783 si trasferì, insieme con il padre vedovo, con la moglie e con il figlio Giuseppe, nel vicolo del Leoncino. Mortagli nel 1793 la moglie Margherita, nel 1795 si risposò con Barbara Cappelli, romana ventenne, che dal 1793 era al servizio della famiglia Cerbara, dalla quale ebbe vari figli: il primo, Nicola, continuò la professione paterna come aveva fatto Giuseppe, figlio di primo letto. Attraverso gli Stati delle anime e il Libro dei morti di S. Maria in Grottapinta, di S. Maria ad Martyres e di S. Lorenzo in Lucina è possibile ricostruire i vari spostamenti della famiglia sino al 1809, anno in cui il C. con la moglie e i figli risulta abitare in via Capo le Case, n. 56 (Roma, Arch. stor. del Vicariato, S. Andrea delle Fratte, Stato delle anime, 1809 ss.). Ivi morì il 21 luglio 1811 e fu sepolto nella chiesa di S. Andrea delle Fratte (Ibid., Reg. dei morti, IX [1798-1815], f. 102).
Il C. ebbe, come incisore di gemme e cammei, buona fama presso i contemporanei, che apprezzarono molto i suoi ritratti. La sua opera è improntata, specie nella riproduzione di opere antiche, ad un freddo gusto neoclassico, ma non è priva, in taluni casi, di vivacità descrittiva, come nell'Erosche gioca con una farfalla (Lippold, tav. CXXVI, 9). Tra i suoi lavori più noti è un grande intaglio rappresentante Ercole che lega il toro cretese, opera fredda e calligrafica, il cui stile risente della influenza del Thorvaldsen, presso il quale il C. ebbe occasione di lavorare. Tra le sue opere di intaglio il Forrer ricorda il busto di un Abate (nel 1871 presso la collezione Biehler), la testa di un Prete e una figura di Diana (Vienna, Künsthist. Museum). A queste è da aggiungere un intaglio con ritratto di Francesco II imperatore (Vienna). Tra i cammei vanno ricordati specialmente quello con testa di Canova e l'altro con busto di Napoleone, firmato "CER.", oltre a quelli con raffigurazioni di personaggi storici o mitici dell'antichità, quali Alessandro Magno (Vienna, Kunsthist. Museum), Sempronia, Saffo (della coll. Biehler), Psiche, Diana. Il Lippold riproduce tredici lavori del C., ma per alcuni c'è il dubbio che si tratti di opere del figlio Giuseppe, cha lavorò a lungo insieme col padre. Seguendo la moda del tempo, firmò le sue opere di solito in lettere greche.
Fonti e Bibl.: Roma, Archivio storico del Vicariato, S. Maria in Grottapinta, Stato delle anime, 1748-1792; Registro dei morti, anni 1775, 1778; S. Maria ad Martyres, Stato delle anime, anni 1793 ss.; Registro dei morti, VI(1790-1810), 1797; S. Lorenzo in Lucina, Stato delle anime, 1807-1808; S. Andrea delle Fratte, Registro dei morti, IX(1798-1815), 1811; G. Lippold, Gemmen und Kameen des Altertums und der Neuzeit, Stuttgart 1922, s. v.; R. Righetti, Incis. di gemme e cammei in Roma dal Rinasc. all'Ottocento, Roma 1952, pp. 43 s.; S. De Caro Balbi, ... G. Cerbara, in Medaglia, IV(1974), 8, pp. 23-32; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, VI, pp. 290 s.; L. Forrer, Biograph. Dict. of Medallists, VII, Suppl.,London 1923, pp. 171 s.; C. G. Bulgari, Argentieri, gemmari e orafi d'Italia, I, Roma, Roma 1958, p. 274.