CASALINI, Giovanni Battista
Nato a Rovigo il 20 sett. 1841 da Vincenzo e Teresa Durazzo, frequentò prima il ginnasio vescovile di Rovigo e quindi il liceo pubblico di Verona. Nel 1859, dopo lo scoppio della seconda guerra d'indipendenza, raggiunse Ferrara, ove si trovava un centro di raccolta di volontari, e venne arruolato fra i bersaglieri della divisione comandata da Luigi Mezzacapo operante in Toscana. Passato quindi nelle file dell'esercito regolare, lo abbandonò successivamente per unirsi nel giugno 1860 alla colonna Medici, diretta in Sicilia in appoggio alla spedizione dei Mille. Prese parte alla battaglia del Volturno distinguendosi a Maddaloni. Conclusa la campagna meridionale, insieme con il fratello Alessandro il C. visitò la Svizzera, la Francia e l'Inghilterra finché, rientrato in Italia nel 1866, prese parte alla terza guerra d'indipendenza, combattendo ancora una volta fra i garibaldini del Missori. Nel 1867 fu ancora con Garibaldi nella sfortunata battaglia di Mentana.
Quindi, stabilitosi definitivamente a Rovigo, il C. coadiuvò il padre, ricco proprietario terriero, nell'amministrazione dei beni di famiglia. In pari tempo, seguendo una tradizione consolidata la quale voleva esponenti della famiglia Casalini collocati ai vertici del potere locale, si diede alla vita amministrativa e politica. Eletto consigliere comunale di Rovigo, nel 1877 fu assessore anziano con funzioni di sindaco. In seguito capeggiò le amministrazioni comunali di orientamento conservatore fino al 1889. Membro del Consiglio provinciale per un ventennio, ne resse per molti anni la vicepresidenza, essendo altresì a capo della Deputazione provinciale dal 1895 al 1902.
Fu presidente, promotore e ispiratore di numerose istituzioni e sodalizi culturali, economici e sociali locali, fra i quali la Cattedra ambulante di agricoltura e la Società operaia di mutuo soccorso. Nel 1882, in seguito all'inondazione dell'Adige che aveva invaso larga parte del Polesine, il C. si fece promotore di un ambizioso progetto, quello della bonifica idraulica generale del Polesine.
Il progetto, che prevedeva la creazione di un'adeguata rete di canali di scolo e di altre infrastrutture destinate a convogliare le acque stagnanti verso il mare, suscitò non poche opposizioni e resistenze, specie fra gli agricoltori e possidenti della zona, i quali avrebbero dovuto contribuire al finanziamento delle costose opere necessarie (parte delle spese tuttavia in seguito alla legge Baccarini, varata proprio in quel torno di tempo, sarebbe stata a carico dello Stato e degli enti locali). Iniziata la fase esecutiva del progetto, polemiche sempre più accese, non limitate al piano tecnico, provocarono un'inchiesta amministrativa che finì con lo scagionare il C. dall'accusa di aver lucrato sui compensi per le espropriazioni grazie alla sua posizione di capo dell'amministrazione comunale (anche l'Avanti!, che aveva condotto una campagna di stampa contro i "pirati delle bonifiche", fu costretto a ritrattare le accuse).
Malgrado i contrasti, nel 1892si era dato inizio ai lavori di escavazione del grande cavo collettore padano-polesano, dopoché nel 1890 si era costituito ufficialmente, sotto la presidenza del C., il Consorzio per la bonifica polesana a destra di Canalbianco. Meno fortunata fu l'azione del C. intesa a formare un consorzio di interessati alle bonifiche della riviera sinistra di Canalbianco, per cui la bonifica generale del Polesine non fu portata a termine.
Notevole fu pure l'attività svolta dal C. a sostegno degli interessi agrari, minacciati a suo modo di vedere dalle agitazioni contadine, prima fra tutte da quella del 1884, meglio nota col nome di "la boje", che nel Polesine appunto ebbe il suo epicentro. Per molti anni egli fu ispiratore, finanziatore e proprietario del Corriere del Polesine, il quotidiano di orientamento conservatore che fin dai suoi primi anni di vita (fu fondato nel 1890)non nascose le sue preferenze per Crispi e la "maniera forte". Nel 1901 fu acclamato presidente dell'Associazione fra proprietari e fittavoli della provincia di Rovigo, una delle prime organizzazioni padronali sorte in Italia. D'intesa poi con le Associazioni di Ferrara, Bologna, Ravenna e Parma il C. fondò la Federazione interprovinciale dalla quale sorse poi, nel 1911, la Confederazione nazionale dell'agricoltura. In quello stesso anno il C. volle istituire la Banca agricola, assorbita nel 1926 dalla Cassa di risparmio di Rovigo. Sempre in campo economico il C. appoggiò il sorgere nel Polesine dei primi zuccherifici e lo sviluppo della bieticoltura.
Allo scoppio della prima guerra mondiale, prese posizione a favore dell'intervento dell'Italia; nel 1919 approvò l'impresa di D'Annunzio a Fiume. Da ultimo, coerentemente con le impostazioni e gli atteggiamenti degli agrari padani, aderì al fascismo. Morì a Rovigo il 21 ag. 1921, lasciando due figli, Vincenzo ed Emesto, avuti dal Matrimonio con Emilia Moroni.
Bibl.: A. Bononi, Due anni di agitaz. agraria in Polesine, Rovigo 1903, pp. 8, 20-22, 26, 40, 45-47, 54-58, 60, 75; Id., La bonifica polesana a destra di Canalbianco e di Po di Levante, Padova 1907, passim; C. Marchi, Bonifica polesana alla destra di Canalbianco e Po di Levante. Consorzio di S. Giustina in provincia di Rovigo. Cenni storici e tecnici, Rovigo 1925, pp. 23 s.; A. Cappellini, Polesani illustri e notabili, Genova 1938, p. 107; G. B. C., nel ventennale della morte (un bonificatore Polesano), Rovigo s. d. (ma 1943); A. Cappellini, Mem. Polesane dal maggio 1797 al maggio 1914, Adria 1949, pp. 48, 79, 109 s., 129, 187; C. Belloni, Diz. stor. dei banchieri italiani, Firenze 1951, p. 61; Associazione Agricoltori della Provincia di Rovigo, Agricoltura polesana, Ferrara 1965, pp. 32, 38, 50-54, 62, 64, 69, 247, 250, 258, 274; S. Garbato, La Società di mutuo soccorso e previdenza di Rovigo (1867-1967), Rovigo 1967, pp. 41-44; V. Castronovo, La stampa ital. dall'unità al fascismo, Bari 1970, p. 171; I. Ledda, IPeriodici della provincia di Rovigo (1866-1925), Padova 1972, pp. 25, 69.