CARRARO, Giovanni Battista
Nacque a Padova il 17 marzo 1799 da Michele, detto il Furlanetto, cantante, ballerino e attore dilettante assai popolare in questa città per la sua estrosità, e da Teresa Miotto. Orfano del padre in tenera età, fu allevato dalla madre che, lottando contro difficoltà economiche, lo mise in grado di arrivare quasi alla soglia degli studi universitari. Attratto dal teatro, volle entrare nella compagnia di L. Colonnesi dove rivestì il ruolodi secondo amoroso, mutato in quello di primo amoroso nella compagnia di P. Andolfati (1820) e nella Goldoni-Riva. Al 1821 risale una lusinghiera presentazione del C., attivo nella Colonnesi-Wellenfelt: dalle scene del teatro della Dama Dolfino di Treviso si impose all'attenzione della critica che notò la sua padronanza della parte e la sua capacità di investirsene con intuito artistico. Nel 1824 entrò nella compagnia di C. Internari, diretta da S. Fabbrichesi e, al teatro dei Fiorentini di Napoli, dette l'avvio al più fortunato, ma breve, periodo della sua carriera d'attore. Nel 1826, succeduta a quella compagnia la Tessari-Prepiani-Visetti, il C. fu confermato per cinque anni nel medesimo teatro e, insieme con i compagni d'arte, promosse un repertorio di drammi lacrimosi francesi e italiani che, pur non eccellendo per qualità, impressionarono il pubblico partenopeo per l'enfasi romantica della recitazione, la bellezza fisica degli interpreti e il fasto dei costumi.
Il suo repertorio era essenzialmente tragico: F. Regli, suo ammiratore, cita le interpretazioni del protagonista nell'Oreste di V. Alfieri, di Egisto nella Merope di S. Maffei, di Giasone nella Medea di C. Della Valle, ma non dimentica quelle goldoniane che, quantunque sporadiche, offrirono all'attore la possibilità di affinare i suoi mezzi espressivi: i personaggi di Fulgenzio ne Gli innamorati e di Lindoro ne La gelosia di Lindoro, sebbene falsati in chiave romantica, rimasero a lungo legati al nome dell'attore.
Poco prima di lasciare le scene (1830) sposò la cantante senese Marietta Mari, e per seguire la moglie nelle sue tournées divenne impresario di spettacoli musicali in Spagna e in Russia, e infine nel Lombardo-Veneto, dove fu attivo a Milano e dintorni (nel giugno 1844 aveva in appalto per la città di Como una compagnia di cantanti). A Milano nel 1860 era direttore di scena e rappresentante dei fratelli Marzi (che a loro volta erano impresari musicali). Qui morì il 4 sett. 1870.
Fonti e Bibl.: Giornaletto ragionato teatrale (Venezia), 1820, n. 20, p. 160; n. 21, p. 169; 1821, n. 45, p. 353; Il Pirata (Torino), 3 giugno 1844;F. Regli, Diz. biogr. dei più celebri poeti ed artisti melodrammatici, tragicie comici…, Torino 1860, pp. 112-113;N. Leonelli, Attori tragici - Attori comici, I, Milano 1940, p. 216; Encicl. dello Spett., III, col. 102.