CARPANETTO, Giovanni Battista
Nato a Torino il 30 settembre del 1863 da Pietro e da Giuseppa Bocca, frequentò i corsi di disegno e pittura dell'Accademia Albertina, sotto la guida di Andrea Castaldi ed Enrico Gamba. La sua prima comparsa ufficiale avvenne nel 1881, quando egli presentò alla Promotrice di Torino il quadro storico Fanfulla.Fusubito notato e apprezzato dalla critica, che gli decretò negli anni immediatamente successivi un caloroso successo; tanto più che, seguendo i consigli di Marco Calderini, egli abbandonò quasi del tutto il genere storico per puntare su soggetti "dal vero", compresi paesaggi pittoreschi nella scia della scuola di Rivara, con qualche ambizione impressionista, e timide puntate sul terreno del simbolismo patetico.
Del precoce successo testimoniano le molte importanti esposizioni cui egli partecipò nel giro di pochi anni: oltre a quelle organizzate a Torino dalla Società promotrice delle Belle Arti e dal Circolo degli artisti - nelle quali il C. fu presente quasi ogni anno per tutto l'arco della sua vita -, nel 1887 la Nazionale di Venezia (con il discusso dipinto Conseguenze, poi indicato come La suicida), nel 1895 la prima Biennale (partecipazione che non si ripeterà alle successive edizioni), nel 1896-97 la Nazionale di Firenze. La critica fu particolarmente interessata a suoi quadri di grande impegno, come La madre, esposto alla XLIX Esposizione della Società promotrice delle Belle Arti nel 1890 (L. Bistolfi, in Album ricordo, pp. 13-14), e, dello stesso anno, I fratelloni di Varenna e Critici gentili, acquistato da Umberto I (molte opere del C. entrarono nelle collezioni di principi della casa regnante), In tempestate securitas esposto a Berlino nel 1899. Il Museo civico di Torino acquistò Prime onde grosse alla Esposizione della Promotrice del 1897.
In seguito l'interesse della critica andò gradualmente scemando; il C. continuò a dipingere, sia oli sia pastelli, ma si dedicò soprattutto, oltre che all'insegnamento all'Accademia Albertina, svolto con passione e grande dignità per tutta la vita, al manifesto e all'illustrazione. Sono noti suoi bei manifesti teatrali, stampati a Torino da Doyen (trentatré manifesti sono a Treviso nella collezione Salce: Menegazzi), illustrazioni per giornali e riviste condotte con un segno amabile ed elegante (La Domenica del fanciullo, Vita d'arte:vedi, in quest'ultimo periodico, XI [1913], nn. 71-72, p. 171). Nel 1902 vinse il concorso indetto dalla commissione per i festeggiamenti all'Esposizione torinese di arti decorative; nel 1904 preparò il bozzetto per i nuovi biglietti di carta moneta da cinque lire (L'Illustr. Ital., 19nov. 1905, p. 503). Nel 1913 espose a Torino alla Società promotrice di Belle Arti un Ritratto all'aperto (Vita d'arte, n.s., I [1914], pp. 23 s.). Nel 1914 elaborò con l'architetto Pietro Betta il progetto di sistemazione della piazza S. Carlo di Torino (cfr. Pagine d'arte, II[1941], p. 155). Dopo la guerra non risultano sue opere significative.
Morì a Torino il 26 luglio 1928. Nel 1930 si tenne nella stessa città una retrospettiva alla quale il Museo civico acquistò Rive del Po del 1883.
Fonti e Bibl.: Oltre ai catal. delle mostre citate si veda: A. Stella, Pittura e scultura in Piemonte, Torino 1893, pp. 576-79; N. D'Althan, Gli artisti ital. e le loro opere, Torino 1902, pp. 90 s.; L. Callari, Storia dell'arte contempor. ital., Roma 1909, pp. 339, 406; A. Dragone-J. Dragone Conti, I paesisti piemontesi dell'Ottocento, Milano 1947, pp. 214,249; L. Servolini, Dizion. degli incisori ital. …, Milano 1955, p. 168; Il manif. ital. nel centen. del manifesto litogr.(catal.), Milano 1965, p. 27; D. Villani, La belle époque dei giornali ital. nel manifesto (catal.), Milano 1969, p. 20; L. Menegazzi, Ilmanifesto italiano…, Milano s.d., ad Indicem; Catal. Bolaffi della pittura ital. dell'Ottocento, 3, Torino 1970, pp. 102 s.; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, VI, p. 38.