CARBONI, Giovanni Battista
Figlio di Rizzardo, stuccatore e intagliatore, e di Paola Panteghini, fratello di Bernardino e di Domenico, nacque a Brescia il 29 marzo 1725. Alla scuola dei famosi Rambaldini studiò per dodici anni le materie umanistiche. Richiamato in casa dal padre, avrebbe voluto studiare pittura, ma gli fu giocoforza inserirsi nell'azienda paterna e impratichirsi nella decorazione a stucco e nell'intaglio in legno.
Il primo dei documenti di cui si dispone, relativo alla sua attività, è quello concernente un pagamento del 1746 per un "simierino di stucco fatto sopra la finestra dell'organo nella facciata" della chiesa della Carità in Brescia (cfr. Boselli, 1969, p. 162). Intorno al 1760 eseguì la decorazione scultorea dell'altare dei Santi martiri protettori nella chiesa parrocchiale di Coccaglio. L'Oretti in data 1775 lo ricorda come "intagliatore", e gli attribuisce i cori della chiesa di S. Faustino e del duomo nuovo. Con tale qualifica egli ricorre ancora nel documento riguardante l'altare del SS. Rosario in S. Clemente (10 febbr. 1754; cfr. Boselli, 1955), dal quale risulta che l'artista insieme con B. Manenti venne pagato per aver restaurato la statua della Vergine.
Contemporaneamente a questa pratica proseguì anche - da autodidatta - negli studi di disegno e di modellato, nei quali divenne presto un esperto, se L. Chizzola, nel 1760, nella prefazione alla guida del C. poteva scrivere di lui "perito nel disegno e valente nel maneggio dello scalpello", e se più tardi, nel 1779, ci si aspettava da lui quanto prima un trattato sull'anatomia a uso dei pittori al quale attendeva già da cinque anni (ms. Queriniano K. V. 4, m. 1, c. 5v). Del 1759 è la stesura definitiva della guida, edita anonima nel 1760, per i tipi di G. B. Bossini, dal nobile L. Chizzola: Le pitture e sculture di Brescia che sono esposte al pubblico con un'appendice di alcune private Gallerie; e a quell'anno si devono far risalire anche le incisioni che la arricchiscono.
Nel 1762 il C. modellò due busti di Vescovi fusi poi in argento da G. Filiberti per la chiesa di S. Lorenzo. Datate al 1766 sono le statue che decorano gli altari della chiesa dei SS. Cosma e Damiano, come si desume dalla "Nota delle spese fatte nella fabbrica delli due Altari di marmi in detta Chiesa nell'anno 1766, e loro Ornamenti...". (Arch. di Stato di Brescia, Fondo Religione, n. 24, c. 143). Precedenti al 1775 sono le due belle statue lignee di S. Caterina da Siena e di S. Domenico per la parrocchiale (altare del Rosario) di Corticelle, i cori di S. Faustino e del duomo nuovo citati dall'Oretti, i putti intagliati in legno per la chiesa di S. Maria del Patrocinio - dove due opere di pittura, la pala di S. Cattaneo ed un ex-voto del Savanni furono eseguite su suo disegno - e i modelli, fusi poi dal solito Filiberti, per le portelle della balaustra per S. Rocco di Venezia. Nel 1774-75 ebbe la commissione degli evangelisti Matteo e Marco per il duomo nuovo di Brescia. Dopo il 1775, ma prima del marzo 1776, va posta la statua lignea policroma di S. Francesco Saverio in S. Rocco di Bergamo. Nel 1777 modellò due medaglie per le campane della chiesa di Calvisano, e fra il 1766 e il 1788 scolpì le statuette di Virtù e di Angioli, che decorano il ciborio dell'altare del SS. Sacramento nella chiesa abbaziale di Montichiari, opera del fratello Bernardino. Nel 1790 modellò per il duomo nuovo di Brescia la statua dell'Assunta, che fu poi realizzata dal Possenti.
Il C. morì a Brescia il 29 dic. 1790, come si desume dal ritratto fattogli da S. Cattaneo conservato presso l'Ateneo di Brescia.
Il coro di S. Faustino denota nel C. intagliatore un senso architettonico dell'opera per cui il gusto dell'elemento decorativo si attenua in forme più rigorosamente strutturali - colonne e semplici specchiature -, dando al complesso un presentimento neoclassico. Come scultore, per quel poco che possiamo desumere dalle opere rimaste (all'elenco sono da unire anche i Putti reggitorcia in S. Gaetano), il C. appare fra i più interessanti del periodo post-Callegari, e ad Antonio Callegari si mostra vicino per quel suo modellato morbido, sciolto e sapido, anche se gli mancano l'altissima eleganza e la raffinatezza del maestro. La lettera inviata all'Oretti il 25 ag. 1777 (in Carboni, a cura di Boselli, p. 81), annunziante la morte del Callegari e le statue di Corticelle e di Bergamo potrebbero essere la prova che questi gli sia stato maestro.
D'altra parte, se si trovasse conferma documentaria che le statuine dell'altare del SS. Sacramento della chiesa di Montichiari "furono scolpite a Roma" (A.C., Pel secondo centenario dell'erezione del duomo..., Montichiari 1929, p. 19), la spiegazione della formazione stilistica del C. acquisterebbe una più vasta panoramica, e potrebbe chiarire l'evolversi del linguaggio dell'artista verso forme e dimensioni più ampie come quelle delle sue opere più tarde: gli Evangelisti e l'Assunta del duomo. Ma questo soggiorno a Roma, che dovrebbe collocarsi tra il 1766 e 1788, non è ricordato nelle note autobiografiche del C. (in Notizie istoriche) né nelle lettere degli anni 1775-1778 tutte scritte da Brescia (in Carboni, a cura di Boselli) né nella bibliografia successiva.
La pubblicazione (1962) delle sue Notizie istoriche delli pittori,scultori,architetti bresciani (Bologna, Bibl. comunale dell'Archiginnasio, ms. B. 97 XIV), inviate all'Oretti - fonte preziosissima sugli artisti bresciani del secolo XVIII -, dell'epistolario bresciano dello stesso (pubblicato da Boselli, in Carboni) nel quale le lettere del C. sono le più numerose, e delle lettere scambiate fra il C. e B. Zamboni (C. Boselli, Un breve epistolario C.-Zamboni [1766-1777], in Saggi e memorie..., VI [1968], pp. 127-131) dimostrano come l'artista fosse una delle personalità più in vista, nell'ambito culturale artistico, di Brescia. Ma l'opera più importante del C. nel campo della letteratura artistica è la guida citata, pubblicata anonima nel 1760, ma sicuramente attribuibile a lui grazie alla documentazione contemporanea.
Lo Zamboni nelle sue Memorie... (1778, p. 165), infatti, definisce l'artista "autore delle Pitture e Sculture di Brescia, valoroso nella pittura e scultura e impareggiabile nella sua modestia". La sua guida è un'opera fondamentale nella letteratura artistica bresciana e la sua importanza non è solo quella di un documento assai più ampio dei precedenti, bensì quella di una guida realizzata secondo criteri ancora oggi validi, si potrebbe dire modernissimi, sia per l'impostazione sia per il dettato sia per il formato sia anche per gli scopi che si prefigge. Nella prefazione, il C. così fissa i presupposti del suo lavoro: "Appunto per essere impresa malagevole lo scoprire gli Autori, in ciò ho posta una special cura ed Attenzione... Non mi son impacciato del valore e pregio di opera alcuna, né dell'abilità o perizia degli Autori... Mi sono ancora astenuto dal fare minute descrizioni delle Storie e Figure... per non ingrossare il Volume che premeami riuscisse comodo di recarlosi in tasca dovunque per averlo pronto all'uopo di servirsene sul fatto... Io devo per ultimo far grata ricordanza di Alcuni autori, i quali mi hanno somministrato ajuto nella presente fatica...", e di essi, come un buon critico moderno, dà gli estremi bibliografici dell'opera usata. E l'opera è perfettamente riuscita, ed è fra i primi esempi di un nuovo tipo di guida, per così dire, turistica, che si veniva proprio in questi anni fissando nell'ambito della tradizione veneta.
Fonti e Bibl.: G. B. Carboni, Notizie istoriche..., a cura di C. Boselli, Brescia 1962, pp. 6, 43, 70-82, 86, 87 (ivi anche le lettere bresciane inviate all'Oretti); B. Zamboni, Mem. intorno alle pubbliche fabbriche più insigni, Brescia 1778, p. 165; M. Oretti, Pitture della città di Brescia..., a cura di C. Boselli, in Commentari d. Ateneo di Brescia, 1957, ad Indicem; P. Orlandi, Abbecedario pittor., Firenze 1788, II, coll. 1345-47; Brescia, Civ. Bibl. Queriniana, ms. K. V. 4, m. 1: Notizie intorno a pittori,scultori e architetti bresciani, c. 5; P. Brognoli, Nuova guida di Brescia, Brescia 1826, pp. 41, 44; A. Sala, Pitture ed altri oggetti di belle arti di Brescia, Brescia 1834, p. 45; F. Odorici, Guida di Brescia, Brescia 1853, p. 33; S. Fenaroli, Dizion. degli artisti bresciani, Brescia 1877, pp. 92 s.; F. Odorici, Guida di Brescia, Brescia 1882, p. 30; Catal. delle cose d'arte..., A. Morassi, Brescia, Roma 1939, ad Indicem; P. Guerrini, La chiesa prepositurale di S. Lorenzo, in Memorie storiche della diocesi di Brescia, 1940, p. 67; C. Boselli, Progetti e discussioni per la fabbrica del duomo di Brescia nel XVIII sec., in Commentarii dell'Ateneo di Brescia, 1951, pp. 79, 80; P. Guerrini, Brescia Mariana. Monogr. di storia bresciana, XLV, Brescia 1954, pp. 32 s.; C. Boselli, Miscell. di storia dell'arte bresciana, in Commentarii dell'Ateneo di Brescia, 1955, pp. 12, 19 (doc. di S. Clemente); C. Boselli, Le opere d'arte della chiesa del Patrocinio, in Memorie storiche della diocesi di Brescia, 1961, pp. 104, 105, 107; G. Vezzoli, La scultura dei secoli XVII e XVIII, in Storia di Brescia, Brescia 1964, III, pp. 462-464; C. Boselli, La validità della cronol. nelle "Glorie di Brescia" di Francesco Maccarinelli e nelle "Notizie istoriche..." di G. B. C., in Arte lombarda, IX (1964), 2, p. 124; Id., La chiesa della Carità e le sue opere d'arte, in Brixia Sacra, IV (1969), pp. 158, 162, 172; Id., Fatti,opere,notizie per la storia della scultura in Brescia nei secc. XVII e XVIII, in Arte lombarda, XVII (1972), 37, pp. 133 ss.; Id., Arte e storia nella chiesa della Carità a Brescia, Brescia 1974, pp. 17 s., 46; Enciclopedia Brescia, Brescia 1975, II, p. 92; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, V, p. 579.