CANDOTTI, Giovanni Battista
Nacque a Codroipo (Udine) il 1º ag. 1809 da Paolo e Giustina de Fazio. Ancora fanciullo fu mandato in seminario dalla famiglia, le cui modeste condizioni economiche non gli avrebbero altrimenti consentito di dedicarsi agli studi letterari; la diligente applicazione dimostrata sin dai primi anni di studio e i rapidi progressi fatti sia nelle materie letterarie che in teologia gli valsero numerosi premi e riconoscimenti, così che poté condurre a termine gli studi prima del previsto. Ordinato sacerdote a Udine il 9 sett. 1832, quando già aveva dato prova di ottime qualità musicali, rivelò in breve tempo una spiccata sensibilità artistica, tanto più sorprendente se si considera che in questo campo, fatta eccezione per poche nozioni teoriche ricevute prima a Codroipo e poi a Udine da L. Marzona, fu praticamente autodidatta. Il 30 sett. 1832 fece eseguire un mottetto a 4 voci in occasione della celebrazione della sua prima messa e il successo riportato gli procurò l'interessamento del decano del capitolo di Cividale del Friuli, G. Ferrandini, che lo nominò organista del duomo e poi maestro di cappella.
Il suo trasferimento a Cividale, ove trascorse tutta la sua esistenza, gli permise di dedicarsi completamente alla musica e la sua attività di compositore, che aveva avuto inizio fin dal 1826 con una Messa a tre voci con organo, proseguì con ritmo incessante fino alla morte; ad essa attese infatti anche durante il periodo della sua cecità (sett. 1871 - apr. 1873) e in oltre cinquant'anni, sebbene numerose incombenze legate al suo ufficio sacerdotale lo distogliessero sovente dall'attività prediletta, arrivò a produrre ben 519 composizioni.
A Cividale fondò anche un ginnasio privato per i giovani del luogo, i quali avrebbero dovuto recarsi altrove per compiervi gli studi superiori.
Nello stesso periodo si dedicò anche all'insegnamento ed ebbe tra gli allievi Iacopo Tomadini, di cui poi trascrisse gran parte delle composizioni, curando contemporaneamente anche un esatto e accurato catalogo delle sue opere, che corredò di un indice tematico. Morì a Cividale l'11 apr. 1876.
Della sua vastissima produzione, prevalentemente di genere religioso, si ricordano: 81 messe, di cui 19 a 3voci virili con orchestra, 36 a 3 e 4 voci virili con organo obbligato, alcune delle quali furono premiate in concorsi internazionali di musica sacra, 26a voci sole o con organo ad libitum;99 salmi, tra i quali emergono 16 Dixit Dominus con orchestra o organo, 31 Magnificat e altri pezzi; 34 inni (tra essi raggiunsero una vasta notorietà l'Invictus heros Numinis a voci dispari, soprani, contralti, tenori e bassi, destinato alla cappella imperiale di Praga, composto nel 1871, e Iesu redemptor omnium op. 320, per tenore, coro, orchestra e organo, che composto nel 1839 venne poi rielaborato per soprano, coro e organo ed eseguito nel 1874con grande successo sempre nella cappella imperiale di Praga). Particolare rilievo, per l'ampiezza della struttura armonica, riveste inoltre il Processionarium foromiuliense op. 328(1852), composto di 16inni corali, poi riveduti e rielaborati nel 1873 con il numero d'opera 480;fu autore inoltre di litanie, responsori, Te Deum, antifone e varie parti isolate del proprio e dell'ordinario della messa. Si aggiungono a, queste composizioni di carattere liturgico, varie canzoncine e cori, musica per organo solo o per banda, distribuita in 6volumi comprendenti sinfonie, sonate, marce, pastorali (tra le quali emerge per originalità quella denominata "La Berecchinissima", composta nel 1837per organo e bugul, uno strumento caratteristico del Cividalese) e altri pezzi di genere diverso.
Pubblicò inoltre: Sulcanto ecclesiastico e sulla musica da chiesa (Venezia 1847) e Pensieri sul carattere della musica da chiesa (Milano 1851(in seguito pubblicata anche in caratteri Braille, Padova 1856), opere che ebbero vasta risonanza in Italia e all'estero. Socio della Regia Accademia di Firenze, scrisse vari articoli sui musicisti del Friuli, pubblicati sulla Gazzetta musicale di Milano e articoli vari sulla riforma della musica sacra apparsi in riviste francesi, soprattutto sulla Revue de musique religieuse di Parigi. Compositore spontaneo, dotato di una scorrevole vena melodica, il C. fu considerato sia in Italia sia all'estero come uno dei più dotti e severi assertori della tradizione polifonica italiana e dedicò la sua vita alla riforma della musica sacra. Uomo di vastissima cultura musicale, in possesso di una eccezionale tecnica contrappuntistica, nelle sue composizioni di genere religioso sostenne la necessità di ritornare ad uno stile severo e lineare, in cui, pur senza fare ricorso alle rigide formule del gregoriano, si evitasse il pericolo di cadere in uno stile arieggiante il genere profano o teatrale, secondo una consuetudine ormai da tempo entrata a far parte del repertorio musicale sacro contemporaneo. Sostenne pertanto l'esigenza di un ritorno alla struttura polifonica tradizionale, ravvivata da brevi interventi solistici senza tuttavia indulgere ad effetti melodrammatici; allo stesso tempo giudicò più adatta al genere sacro l'adozione della fuga e del contrappunto, da usarsi con moderazione al fine di non alterare con soverchi artifizi il significato del testo, che doveva invece aderire strettamente alla musica. Deplorò di conseguenza anche i virtuosismi canori, gli abbellimenti arbitrari e le alterazioni ritmiche, dettate esclusivamente dalla ricerca di effetti estranei alla dignità e alla severità della composizione sacra. Le sue composizioni ebbero larga diffusione nelle cantorie italiane per tutta la seconda metà del secolo XIX, soprattutto per la fluidità e la chiarezza della struttura armonica e contrappuntistica, e gli valsero numerosi riconoscimenti e premi in competizioni internazionali. Nel 1854 una sua Messa a tre voci vinse il primo premio al concorso bandito dalla Société de musique religieuse de Nancy e nel 1862 un'altra sua messa a 4 voci virili riportò il secondo accessit al concorso indetto dall'Union Choral di Parigi e fu poi pubblicata dall'editore Repos.
Bibl.: L. Pistorelli, G. B. C., in Rivista musicale italiana, XVI (1909), pp. 863-871; A. Saccavino, G. B. C. e I. Tomadini per la riforma della musica sacra in Italia, in Panarie, XVI (1940), pp. 100-106; D. Garlatti, G. B. C., Udine 1964; Venezia - S. Maria della Consolazione detta "Della Fava" - Cat. del Fondo musicale, a cura di P. Pancino, Milano 1968, pp. 34-36; F. J. Fétis, Biogr. univ. des Musiciens, II, Paris 1875, p. 173, e Suppl., a cura di A. Pougin, I, ibid. 1878, p. 147; A. Brunialti, Annuario biografico universale, Torino 1885-1888, III, p. 171; C. Schmidl, Diz. univ. dei musicisti, I, p. 286; L. Cervelli, G. B. C., in Enc. catt., III, Città del Vaticano, 1953, col. 525; Enc. della Musica Ricordi, I, p. 379; La Musica, Diz., I, Torino 1968, p. 337.