BISCARRA, Giovanni Battista
Pittore piemontese, nato a Nizza il 22 febbraio 1790, morto a Torino il 13 aprile 1851. Studiò per dodici anni a Firenze col Benvenuti, passò poi per otto anni a Roma, ove si legò d'amicizia con Canova e Thorwaldsen, Camuccini e Landi, continuando a dipingere quadri di maniera rigidamente neoclassica; finché nel 1821 Carlo Felice lo chiamò a Torino, per dirigere l'Accademia di belle arti. E in questo ufficio dimostrò ottime qualità direttive, pur continuando a lavorare anche a tele di soggetto storico-romantico. Delle molte opere di lui ricorderemo varie pale d'altare per chiese di Torino, Nizza, Fossano, Mondovì; la Vestizione di Umberto II di Savoia del Museo civico di Torino; la serie dei ritratti storici del palazzo reale di quella città; gli autoritratti della galleria degli Uffizî e dell'accademia di Brera.
Carlo Felice, pittore, incisore e scrittore d'arte piemontese, figlio del precedente, nacque a Torino nel 1823, e morì ivi il 31 luglio 1894. Dopo avere studiato all'Accademia Albertina, essersi perfezionato a Roma e a Firenze, aver viaggiato all'estero ed esser rimasto un anno a Parigi con Ary Scheffer, il B. si rivelò con il Cola di Rienzo che arringa il popolo romano, esposto al Valentino nel 1850 e acquistato da Vittorio Emanuele; e continuò con quadri di soggetto storico-romantico (I fratelli Zuccato, Nei piombi di Venezia, al Museo civico di Torino, ecc.) anche ispirati al Byron, allo Shakespeare, al Lamartine, al Berchet; dipinse anche quadri di genere e di paese. Fu tra i primi a rimettere in onore l'acquaforte, fondando, con pochi altri (1889), la Società italiana degli acquafortisti; dotato di larga e profonda cultura letteraria e artistica, fu critico d'arte di varî giornali e riviste, e fondò con Luigi Rocca uno dei migliori periodici di quel tempo: L'Arte in Italia (1869-1873); lasciò anche varî altri scritti, tra i quali uno su Massimo d'Azeglio pittore; dal 1860 fu segretario dell'Accademia Albertina, e di essa e di ogni iniziativa artistica torinese fu fervido animatore; e fu in continui rapporti coi più alacri gruppi di artisti italiani, a cominciare da quello dei macchiaiuoli fiorentini.
Bibl.: C. F. Biscarra, L'Accademia Albertina di belle arti, Torino 1873; A. Stella, Pittura e scultura in Piemonte, Torino 1893, pp. 17-25, 211-217; A. de Gubernatis, Diz. degli artisti viventi, Firenze 1889, pp. 58-59; M. Soldati, Cat. della Gall. d'arte moderna del Museo civico di Torino, Torino 1827, p. 95 (con bibliografia).