BIANCHINI, Giovanni Battista
Nato a Pallanza nel 1613, dal milanese Giovanni Pietro, si dedicò agli studi giuridici ed esercitò a Milano la professione notarile. Nella stessa città occupò ripetutamente le cariche di abate del Collegio dei causidici e di cancelliere del Luogo Pio delle Quattro Marie.
Ma la fama del B. è legata soprattutto alle sue abili e audaci falsificazioni di documenti storici, effettuate, in parte, d'accordo con i famigerati Carlo e Giacomo Antonio Galluzzi, il secondo dei quali fu processato e giustiziato a Milano, il 10 sett. 1685. Uomo di larga cultura giuridica e storica, il B. - che disponeva di una fornitissima biblioteca, poi passata al monastero di S. Ambrogio - pare che in un primo tempo si limitasse ad autenticare le falsificazioni elaborate dal Galluzzi, rendendole maggiormente credibili con l'apposizione della sua firma e del suo sigillo; ma ben presto pose la sua personale abilità di falsificatore al servizio delle maggiori famiglie milanesi, di molte delle quali redasse le genealogie, intercalandovi documenti falsi di varie epoche, intesi a comprovare ora illustri parentele, ora ingiustificati possessi, ora inverosimili gesta e antichità di inesistenti capostipiti.
Uno dei più antichi falsi da lui autenticato (un documento dei conti Ugo e Aldigerio dell'ottobre 913)fu pubblicato in foglio volante nel 1655(Codex diplomaticus, col. 1779). Collaborò con i Galluzzi prestando l'autorità della sua sottoscrizione a tre falsi elaborati in favore della famiglia Settala, che si voleva far risalire fino al VI secolo; i tre atti, dal B. copiati sin dal 1673, furono da lui completati soltanto nel 1680, allorché era già stata aperta un'inchiesta sulla sospetta attività del più giovane dei Galluzzi; né la famiglia interessata osò valersi dei documenti stessi. Recavano la sua autenticazione anche alcuni documenti che avrebbero dovuto provare la discendenza dei Visconti da Desiderio re dei Longobardi, resi pubblici nel 1671.
Né la sua attività di genealogista si fermò all'autenticazione o elaborazione di singoli falsi. Egli interpolò abilmente anche una storia dei primi undici arcivescovi di Milano, scritta nel sec. XVI da B. Castiglioni, di cui eseguì una copia completamente rimaneggiata, già conservata nella Biblioteca Trivulziana (ms. n. 560); una delle interpolazioni del B., effettuata certamente a istanza di G. P. Puricelli, riguardava la polemica circa la conservazione dei corpi dei santi Vittore e Satiro, sepolti nella chiesa olivetana di S. Vittore al Corpo, e di cui invece i monaci di S. Ambrogio rivendicavano la presenza nella loro chiesa; per comprovare le pretese di questi ultimi, il B. inserì nella storia del Castiglioni un passo basato sugli argomenti addotti alcuni anni avanti dal Puricelli in pubblica polemica con R. Moneta (Ambrosianae Mediolani Basilicae... monumenta, Mediolani 1645).
Le maggiori opere del B., che testimoniano della sua vasta erudizione e delle sue indubbie capacità di diplomatista e di ricercatore, sono costituite da alcune organiche genealogie di famiglie milanesi, tutte rimaste inedite e in gran parte oggi perdute.
La Genealogia Cribellae gentis (già nella Biblioteca Trivulziana, ms. n. 1782), dedicata a Giacomo Crivelli, tendeva a dimostrare, sulla base di due documenti falsi del 1330 e del 1348, una inesistente parentela fra i Savoia e i Crivelli. Le genealogie dei Crippa e dei Visconti - quest'ultima fondata su un vasto materiale documentario - sono oggi parimenti disperse. Unica trattazione genealogica superstite del B. è la De origine,antiquitate et nobilitate ill.me familiae Crassae Romanae... Dissertatio (Bibl. Trivulziana, ms. 1484, originale autografo), dedicata a Francesco Crasso marchese di Pollaino e divisa in venticinque capitoli; preceduta da un ampolloso Elogium ad auctorem di C. A. Castiglione (in cui il B. viene definito "historiarum atque antiquitatum omnium tam exterarum, quam patriarum peritus, expertus stemmatum omnium"), essa tende a dimostrare, attraverso l'utilizzazione di iscrizioni e di cronache, la discendenza, del tutto cervellotica, dei Crassi dalla "gens Licinia". Altre opere, anch'esse rimaste manoscritte e attualmente disperse, furono dedicate alle vicende del Collegio dei causidici e alla storia del notariato milanese.
Il B. morì a Milano nel 1699; l'ampia fama di cui ai suoi tempi fu circondato - e di cui gli elogi che gli tributa l'Argelati rappresentano l'eco - era sostanzialmente immeritata, anche se non gli si può contestare una notevole conoscenza della storia lombarda medievale, una vasta esperienza erudita e una certa familiarità con la diplomatica, doti unite tutte a una spregiudicata inventiva.
Bibl.: F. Argelati,Bibliotheca Scriptorum Mediolanensium, I, 2, Mediolani 1745, coll. 177-78; Codex dipl. Longobardiae, Augustae Taurinorum 1873, coll. 137 s., 1779-84; A. Butti,Vita e scritti di G. Merula, in Arch. stor. lombardo, s. 3, XIII (1899), p. 377; F. Savio,La falsificaz. di un libro,episodio della lite per i corpi dei ss. Vittore e Satiro..., ibid., s. 4, XIX (1913), pp. 5-36; A. Giulini,Un'audace falsificaz. del B., ibid., s. s, XLI (1914), pp. 554-559; C. Santoro,Di alcune falsificaz. in un reg. delle lett. ducali dell'Arch. stor. civico,ibid., s. 6, LI (1924), pp. 340-366; Id.,Una nuova falsificaz. galluziana, in Studi stor. in mem. di mons. A. Mercati..., Milano 1956, pp. 355-361.