BIANCHINI (Blanchino), Giovanni Battista
Nacque a Roma verso la seconda metà del sec. XVII. Non si hanno notizie dei suoi studi né della sua attività fino al 1678, quando appare come maestro di cappella nel duomo di Orvieto e compositore dell'oratorio S. Adriano martire, in collaborazione con F. Berretta e su libretto dell'orvietano S. Lazzarini, inserito nella raccolta di quest'ultimo,Sacra melodia d'Oratorii musicali (Roma, B. Lupardi, 1678). In un'analoga raccolta del poeta e librettista L. Alberici,Poesie... Parte seconda. Dialoghi sagri,e morali per musica, stampata nel 1679 a Orvieto per il Giannotti (nel testo figura anche un altro titolo: Le Nove Muse del sacro Pindo), è documentata la composizione di altri nove oratori del B., parzialmente sconosciuti, e vi si apprendono altre notizie.
Nella breve prefazione lo stesso B. si rivolge "al Lettore" informandolo di aver voluto la pubblicazione di questi scritti dell'Alberici per affetto e per desiderio che altri compositori meglio di lui possano musicarli. Gli oratori, dedicati ciascuno a una delle accademie di Roma, di Perugia, di Bologna, di Orvieto e di Siena, sono composti da tre a sei voci, tutti col testo (o "storico") e alcuni con più cori. I loro titoli sono: S. Adriano (l'unico oratorio menzionato soltanto dal Dagnino),Ester,Il Giordano schiavo,S. Dimpina,Maria Stuarda,S. Maria Egittiaca,La Giuditta,il Niceta e Il Jefte. Quali fossero gli "altri Componimenti" dell'Alberici musicati dal B. s'ignorano.
Trascorso qualche anno, il B. ritornò a Roma, dove dall'aprile 1684 fino a tutto settembre 1708 tenne il posto di maestro di cappella alla basilica di S. Giovanni in Laterano. In tale carica, secondo il Gabrielli, ebbe rinomanza modesta; tuttavia la durata del suo servizio sta a testimoniare le sue buone qualità e i solidi fondamenti musicali. Una certa posizione e un certo peso sembra, invece, che il B. abbia avuto nella sua partecipazione all'Oratorio del SS. Crocifisso in S. Marcello fin dal 1685 e negli anni seguenti. Egli compose per questa Arciconfraternita romana (di cui dal 1687 compare anche come "phonascus", o maestro di canto e più tardi "praefectus musicae", o maestro di cappella) diversi oratori: Lazarus,divina olim voce redivivus musico nunc carmine vitae restitutus (1685),Iosepho vendito a fratribus (1686; ripetuto nel 1692),Absalon (1687), Sisara (libretto di A. Magnani, 1689), Sacrilegium Balthasaris convivium et poena (1690),Christi per crucem in Davidde Goliath prosternente praefiguratus triumphus (libretto di F. Capistrelli, eseguito nella "Feria VI post dom. Passionis", 1690) e Impiiper iustumin IosueIericho demoliente ostensa submersio (libretto dello stesso; eseguito nella "Feria VI post dom. secund. Quadragesimae" 1693). Lo Schering dà notizia di un altro oratorio musicato dal B. nel 1689,Il martirio di S. Eustachio, il cuilibretto, stampato l'anno dopo a Roma "nella stamperia di Gio. Giacomo Komarek all'Angelo Custode", è opera di Crateo Pradelini, anagramma del "cardinale Pietro" Ottoboni (nipote di Alessandro VIII), che forse lo fece eseguire nel suo palazzo alla Cancelleria.
Non è difficile, dunque, pensare che per la sua operosità il B. traesse ispirazione, più che dalla letteratura strettamente liturgica, dalle suggestioni di quei testi di "drammi religiosi" che, sia in latino sia in volgare, riflettevano comunque quasi la stessa forma e condotta della coeva "opera in musica", rivelando così il suo gusto e la sua attitudine ad un genere musicale che proprio a Roma nel sec. XVII ebbe il suo periodo aureo.
Benché attivo a Roma, il B. dovette forse mantenere i suoi legami con Orvieto, se nella Pentecoste e nel Corpus Domini del 1693 il suo nome si trova citato accanto a un'"Opera in musica" rappresentata all'Accademia del Teatro di quella città: di essa, tuttavia, pare non essere l'autore, ma il direttore o maestro della compagnia.
Il B. morì a Roma il 26 sett. 1708.
Secondo lo Schmidl, egli lasciò manoscritta varia musica da chiesa (messe, motetti a quattro, cinque, sei e otto voci), di cui finora non si ha traccia negli archivi e nelle biblioteche romane. Una cantata per alto e basso continuo,Fiamme,fiamme,ardire,ardire (Nerone che suona e canta durante l'incendio di Roma), è manoscritta alla Bibl. Estense di Modena (Mus. F. 1361).
Bibl.: G. Baini,Mem. stor-critiche della vita e delle opere di Giovanni Pierluigi da Palestrina, I, Roma 1828, p. 79, nota 109; D. Alaleona,Studi su la storia dell'oratorio in Italia, Torino 1908, pp. 414-416, 422 s., 424; A. Schering,Geschichte des Oratoriums, Leipzig 1911, pp. 83, 86, 124; E. Dagnino,Quanti sono gli oratorii di B. Pasquini?, in Note d'Arch. per la stor. music., IX(1932), n. 3-4, p. 275; A. Gabrielli,Riass. delle conversaz. sulla storia delle cappelle musicali romane, in Rass. Dorica, XI(1940), pp. 40, 68; R. Bonelli,L'Accademia del Teatro in Orvieto. Parte I (secc. XVII e XVIII), in Boll. della Deputaz. di storia patria per l'Umbria, XLIII (1946). p. 123; A. Liess,Materialen zur römischen Musikgeschichte des Seicento. Musikerlisten des Oratorio San Marcello (1664-1725), in Acta Musicologica, XXIX(1957), 1, pp. 161, 171; Id.,Miscellanea. Die Sammlung der Oratorienlibretti (1679-1725)..., ibid., XXXI(1959), pp. 64, 66-68; R. Eitner,Quellen-Lexikon der Musiker, II, p. 32; X, p. 446; C. Schmidl,Diz. universale dei Musicisti, I, p. 180; Suppl., p. 97.