BERNERIO, Giovanni Battista
Nato non prima del 1550, apparteneva con probabilità a una famiglia proveniente da Arco (Trento). Tuttavia, a quel che pare, già i suoi genitori, che erano al servizio dei conti d'Arco, si trasferirono in territorio mantovano; lo stesso B. sarà più tardi qualificato espressamente come suddito del duca di Mantova.
Le modeste condizioni in cui il B. crebbe non gli permisero un'istruzione elevata: un difetto che si farà sentire più tardi, particolarmente per la mancata conoscenza della lingua latina.
Tra il 1565 e il 1570 il B. segui il suo signore, il conte Prospero d'Arco (oratore imperiale presso la S. Sede negli anni dal 1560 al 1572), a Roma, ove fu impiegato come copista degli avvisi pubblici e come "computista delle spese della casa", attendendo nello stesso tempo a diversi incarichi per conto di vari membri della famiglia d'Arco. Già in questi anni egli dové entrare in rapporti con il partito spagnolo, e in particolare con il cardinale Granvelle. Il B. godeva anche, secondo il giudizio dei suoi nemici, della protezione particolare del duca di Mantova.
Quando negli anni 1570-1571 il conte Prospero d'Arco fu coinvolto in un processo del duca contro Scipione Gonzaga, e l'Arco fu accusato di parzialità a favore di quest'ultimo, il B. avrebbe abusato della fiducia dell'Arco fornendo al duca informazioni segrete.
Dopo la morte dell'Arco (22 nov. 1572) il B. cercò di migliorare la propria posizione; assunse il titolo di segretario d'ambasciata e s'impadronì delle chiavi della cassa e del sigillo del defunto; dovette però retrocedere davanti alla energica opposizione del segretario d'ambasciata Francesco Strozzi e dell'agente imperiale a Roma Galeazzo Cusano. Nel dicembre dello stesso 1572 scoppiò un nuovo scandalo, quando il B. si fece tradurre dal cameriere pontificio Massimo Grotta una istruzione imperiale stesa in lingua latina: il contenuto del documento fu così reso di pubblica ragione nel palazzo papale prima che il rappresentante imperiale si presentasse all'udienza.
Nonostante ciò il B. poté consolidare la propria posizione, approfittando delle lunghe e frequenti vacanze della carica di ambasciatore imperiale presso la S. Sede. Si trovò così a tenere frequentemente la corrispondenza diplomatica con l'imperatore; nel 1586 arrivò anche a introdurre in Curia un'ambasceria straordinaria. All'incirca in questo stesso periodo portava già (secondo quanto egli stesso ebbe a dichiarare dal 1573) il titolo ormai incontrastato di segretario e manteneva una propria casa con personale adeguato, per cui non erano sufficienti i 300 fiorini annui di stipendio. Dopo vari viaggi alla corte imperiale riuscì a migliorare anche finanziariamente la propria posizione, poiché nel 1586, e di nuovo nel 1591-1592, assunse provvisoriamente l'agenda di un ambasciatore.
Nel luglio del 1600 il B. fu sostituito dal segretario Petrus Manderus Neuhäuser. Egli dovette con tutta probabilità ritornare a Cavriana o ad Arco, portando con sé una parte del carteggio diplomatico del conte Prospero d'Arco.
è possibile che sia proprio il B. l'autore delle Memorie d'alcuni signori conti d'Arco, ch'hanno servito la corona cattolica di Spagna (Trento, Biblioteca comunale, n. 2539, pp. 117-139). Di esse però solo la parte, in alcuni punti fortemente apologetica, relativa alla biografia dei conte Prospero (pp. 129-135), è di sua mano.
Le ulteriori vicende e la data della morte del B. non sono note.
Fonti e Bibl.: Notizie biografiche sul B. sono contenute nel dispaccio di Galeazzo Cusano del 6 dic. 1572, conservato a Vienna, Haus-Hof-und Staatsarchiv, Staatenabteilung Romana, fasc. 37; dispacci e istruzioni, Staatenabteilung Romana, fasc. 37, 38, 43, e ancora Hofkammerarchiv, Reichsakten, fasc. 168. Vedi ancora Th. Sickel, Zur Geschichte des Concils von Trient 1559-1563. Actenstücke aus öterreichischen Archiven, Wien 1872, pp. V ss.; G. Rill, Prosper Graf von Arco, kaiserlicher Orator beim Hl. Stuhl 1560-1572, in Mitteilungen des österreichischen Staatsarchivs, XIII (1960), pp. 3 s., 88, 96 s.