BENVENUTI, Giovanni Battista
Nacque a Crema nel 1658, da Cosimo, di famiglia nobile e facoltosa. Fu educato al mestiere delle armi secondo le tradizioni familiari che si gloriavano di cinque fratelli caduti nel secolo precedente alla difesa di Famagosta, e fu inviato assai giovane a Milano per servire come gentiluomo nella famiglia dei conti Bolognini, presso cui si trovava almeno dal 1678. Dotato di notevole abilità nel maneggio delle armi e abbastanza incline alle risse ed alle violenze, ebbe in quell'anno una lunga vertenza con la famiglia milanese dei Salvaterra, uno dei quali aveva ferito dopo un alterco. Poté uscire senza danni dall'episodio per la protezione dei Bolognini, ma dovette tornare a Crema dove, quattro anni dopo, implicato nell'uccisione di un sacerdote, fu espulso dal territorio della Repubblica di Venezia, ed i suoi beni furono confiscati. Si rifugiò allora a Roma, dove sollecitò la protezione del cardinale veneziano Pietro Ottoboni, il futuro pontefice Alessandro VIII, da gran tempo in rapporti d'amicizia con la sua famiglia; da lui fu indotto ad arruolarsi nell'esercito dell'imperatore Leopoldo I d'asburgo, in procinto di entrare in campagna contro i Turchi ed i loro alleati Ungheresi.
Il B. si trasferì quindi a Vienna, dove giunse il 20 giugno 1683, e si arruolò nel reggimento di fanteria del barone di Heisler, col grado di alfiere.
Poté così prendere parte alla difesa della città contro l'esercito ottomano di Maometto IV, sino alla fine dell'assedio, nel settembre successivo. Nell'ottobre parti con il suo reggimento per i quartieri invernali di Croazia e l'anno seguente prese parte all'assedio della fortezza di Virovitica, della cui conquista informò il padre con una relazione del 31 luglio 1684. Nel settembre di questo stesso anno fu elevato al grado di luogotenente e nel marzo del 1685 a quello di capitano di una compagnia che prendeva parte alle operazioni di guerra in Ungheria. Nell'ottobre del 1686, dopo che gli Imperiali ebbero conquistato Buda - episodio al quale la compagnia del B. non pare partecipasse - prese parte all'assedio di Pécs (Cinquechiese) e il 12 ag. 1687alla battaglia di Mohács, che vide una grande vittoria dell'esercito austro-polacco. In questa occasione il generale Sigismondo Vecchi inviò il B. a presentare le felicitazioni d'uso al granduca di Lorena. Nel settembre successivo il B. era con le truppe che occuparono Eszék abbandonata dalla guarnigione turca. Nel gennaio 1689 partecipò alle operazioni di assedio di Gegye e intervenne nelle trattative della resa offerta al presidio turco. Poiché i Turchi richiesero che le condizioni della resa fossero garantite dalla firma dell'imperatore, il B. fu inviato a Vienna per sollecitarla. Tornato a Gegye alla metà del febbraio, ai primi del mese seguente; dopo il disgelo della Drava, fu incaricato di scortare al di là del fiume, sino al confine turco secondo le condizioni della resa, la guarnigione turca. Il B. si spinse così sino al Timok ed assolse felicemente la propria missione, per rendere conto della quale era nuovamente a Vienna alla fine di maggio. Nel mese di scttembre successivo egli prese parte alla fase finale della campagna che vide la battaglia e la conquista di Niš.
Nell'ottobre del 1690 il generale Heisler gli affidò il comando dell'importante piazzaforte di Huszt, in Transilvania. Qui, nel febbraio dell'anno successivo, gli fu comunicata la concessione del titolo di conte, per sé e per la sua famiglia, fattagli dall'imperatore Leopoldo in premio della missione affidatagli dopo la conquista di Gegye e forse anche su richiesta del cardinale Ottoboni.
Agli ordini del generale urbinate Federico Ambrogio Veterani, governatore generale della Transilvania, il B. partecipò nel maggio del 1692 all'assedio di Varadino (Nagyvárad) e dallo stesso ebbe nel maggio del 1693 il comando della cittadella di Köszeg. Qui il B. morì in quello stesso anno, probabilmente di malaria.
Nell'archivio della famiglia, a Crema, sono rimaste numerose lettere dei B. al padre e ad altri personaggi, e vari altri documenti a lui relativi, in parte pubblicati da B. Benvenuti: essi presentano un discreto interesse sia come testimonianza sulle vicende della prima fase della lunga guerra contro i Turchi e gli Ungheresi, che si concluse con la pace di Carlowitz del 1699, sia come documento del costume militare del tempo.
Bibl.: B. Benvenuti, Un ufficiale dei sec. XVII, in Nuova antologia, 1° sett. 1895, pp. 35-60.