BENTIVOGLIO, Giovanni Battista
Nacque probabilmente a Bologna nel secondo o nel terzo decennio del sec. XV, da Giovanni. Circa il nome della madre gli storici offrono notizie contrastanti. Il Toppi, nell'evidente desiderio di trovare per il B. antenati illustri, afferma che sua madre fu una delle sorelle di Bartolo da Sassoferrato. La notizia è accolta, tra gli altri, dal Mercati, ma appare certamente infondata se si considera che il grande giurista nacque più di un secolo prima del Bentivoglio. Più accettabile sembra, invece, la notizia data dall'Armanni, il quale dice essere madre del B. una tale Maddalena di Bonaccorso Savelli.
Durante l'adolescenza e la giovinezza del B., il padre, Giovanni, era al servizio del conte d'Urbino Guido Antonio da Montefeltro, dal quale venne nominato nel 1435 vicario generale e luogotenente dei suoi Stati. Dopo aver conseguito il dottorato in diritto presso l'università di Bologna - non si sa in quale anno - anche il B. passò al servizio del duca d'Urbino e fu creato - si ignora anche questa data - governatore di Gubbio.
Nel 1444 doveva essere però ad Urbino tra i consiglieri del nuovo duca Oddantonio, se è esatta la notizia, riportata dall'Armanni, secondo la quale subito dopo la morte di Oddantonio (22 luglio 1444) il B. prese l'iniziativa di rendere pubblico il testamento di Guido Antonio, il quale designava come erede, in caso di morte prematura di Oddantonio, il proprio figlio naturale Federico. Quest'ultimo si trovava in quel momento in Lombardia; raggiunto dalla notizia, diede ordine al B. di reggere il ducato fino al suo arrivo.
Successivamente il B. tornò con ogni probabilità a Bologna - anche se nulla si conosce della sua attività in questo periodo -, dato che il Ghirardacci parla del suo abbandono della città nel 1450 perché chiamato a Urbino da Federico che lo nominò vicario generale delle appellazioni e suo consigliere. Intorno alla metà del secolo lo troviamo tra i più intimi collaboratori del duca di Urbino.
Inviato da quest'ultimo sul finire del quinto decennio come ambasciatore presso Alfonso d'Aragona, il B. dopo qualche tempo abbandonò il servizio del duca e si stabilì definitivamente a Napoli, dove divenne segretario del re. Alla morte di Alfonso egli continuò, sotto il nuovo re Ferdinando .
I, nel suo servizio a corte. Rapida fu in quegli anni la sua carriera: nel 1468 fu creato membro del Consiglio regio e il 16 apr. 1473 (e non 1471 come vuole il Toppi) divenne presidente della Regia Camera della Sommaria. Numerosi favori gli vennero concessi da Ferdinando I: nel 1473 egli riceveva in dono dal re una casa in piazza S. Paolo a Napoli; nel 1478 otteneva il diritto a riscuotere parte dei redditi derivanti dalle saline di Manfredonia, mentre, nella sua qualità di presidente della Sommaria, godeva dell'immunità doganale.
Scoppiata nel 1478 la lotta tra Lorenzo de' Medici e il papa Sisto IV, Ferdinando I, alleato del pontefice, conferì al B. l'incarico di indurre a intervenire nella guerra contro Firenze il signore di Bologna, Giovanni II Bentivoglio, il duca di Milano e il marchese di Mantova. Ma finita la guerra, dopo il viaggio compiuto nel 1479 a Napoli da Lorenzo e ristabilito il pieno accordo tra Firenze e il regno aragonese, il B. venne inviato come ambasciatore nella città medicea, dove lo troviamo nel 1482 con uno stipendio annuo di 1000 ducati. Questa sua missione diplomatica in un momento particolarmente importante dei rapporti tra Napoli e Firenze sta senz'altro a testimoniare la stima che di lui aveva il sovrano napoletano.
Tale attività diplomatica costituisce l'ultima notizia sul Bentivoglio. L'Armanni riferisce che, alla morte del B., il re Ferdinando inviò al figlio di questo, Ottaviano, da poco creato arcivescovo di Salerno, due lettere in cui esprimeva il suo dolore per l'accaduto. Poiché Ottaviano Bentivoglio fu nominato arcivescovo di Salerno il 10 maggio 1486, la data di morte del B. deve essere dunque fatta risalire a quest'anno.
Sposato con una tale Margherita, di cui si ignora il casato, il B. ebbe cinque figli maschi e quattro femmine: Nicolò Filippo, che fu consigliere di Ferdinando di Napoli e che sostituì il padre durante la sua missione diplomatica a Firenze, Giovanni Francesco, che fu al servizio del cardinale Bessarione Niceno, Lorenzo, il già indicato Ottaviano arcivescovo di Salerno, Girolamo, Bernardina, Giulia, Maddalena e Francesca. Il B. è considerato dall'Armanni e dal Lucarelli il capostipite del ramo eugubino della famiglia Bentivoglio.
Il Toppi e altri storici, sulla traccia di citazioni Patte da Matteo degli Afflitti, affermano che il B. fu non solo un valente giurista ("utriusque iuris doctor" lo chiama Stefano di Gaeta nel dedicargli nel 1475 il suo Sacramentale Neapolitanum [Hain, 4232] ma anche autore di numerosi consilia e di trattati di diritto. Delle opere del B. nessuna sembra, però, esser giunta fino a noi.
Fonti e Bibl.:Fonti aragonesi, III, a cura di B. Mazzoleni, Napoli 1963, p. 57; C. Ghirardacci, Della historia di Bologna parte terza, in Rerum Italic. Script., 2 ediz., XXXIII, 1, a c. di A. Sorbelli, p. 135; N. Toppi, De origine omnium tribunalium…, I, Neapoli 1555, pp. 208-210; L. Jacobilli, Bibliotheca Umbriae…, I, Fulginiae 1658, pp. 247 s.; V. Armanni, Della famiglia Bentivoglia, Bologna 1682, pp. 74, 79-86; G. M. Mazzuchelli, Gli Scrittori d'Italia, II, 2, Brescia 1760, p. 876; O. Lucarelli, Memorie e guida storica di Gubbio, Città di Castello, 1888, pp. 237 s.; Regis Ferdinandi primi instructionum liber (10 maggio 1486-10 maggio 1488), a c. di L. Volpicella, Napoli 1916, p. 282; E. Besta, Fonti, in Storia del diritto italiano, a c. di P. Del Giudice, I, 2, Milano 1925, p. 881; G. Mercati, Per la cronologia della vita e degli scritti di Nicolò Perotti…, in Studi e Testi, 44, Roma 1925, pp. 10 s.; E. Pontieri, La dinastia aragonese di Napoli e la casa de' Medici di Firenze (Dal carteggio familiare), in Arch. stor. per le prov. nap., n. s., XXVI (1940), p. 328.