BADA, Giovanni Battista
Nacque nel Trevigiano, a Portobuffolé, nella seconda metà del sec. XVIII; in gioventù si dedicò allo studio della matematica, come testimonia un suo trattato di Aritmetica pratica,stampato due volte, ma di cui non si conservano esemplari (cfr. P. Riccardi, Biblioteca matematica italiana, I,Milano 1952, p. 65). La sua attività letteraria iniziò nel 1785 con ErNovo Schieson Trevisan almanacco di "annui pronostici", in chiave satirica, che si fingevano recitati dagli arguti popolani della regione ("schieson" era il nome di un albero sotto il quale s'adunava la gente a conversare).
Sembra che al sec. XVII risalga la tradizione di questo genere satirico se si fa fede ad un'opera Del gran Pescador di Dorsoduro. Sghiribizzi giocosi e burlevoli in lingua Venetiana,parte prima, Venetia s. d. (cfr. F. S. Quadrio, Della storia e della ragione d'ogni poesia,VII,Milano 1752, p. 43);tuttavia il primo esemplare che si conosca è lo Schieson Trevisan di G. Pozzobon (1744),continuato dopo la sua morte dal Bada. Questi almanacchi, scritti nel vernacolo più schietto e "avidamente letti", come testimoniano i contemporanei, ebbero una fortuna letteraria notevole e segnarono una tradizione che si protrasse fino a Elisabetta Sesler Bonò.
Al 1788 risale la pubblicazione dello Scaramuzza, poema piacevole in vernacol familiar veneziano,rístampato, sempre a Venezia, nel 1791in una edizione "notabilmente corretta e accresciuta". Nei dieci canti del poema il B. svolge in ottave la vita avventurosa dell'attore napoletano Tiberio Fiorilli e realizza un quadro abbastanza vivace della vita e dei costumi dell'epoca. Di altri due poemetti, ElPiovan Arloto e L'Aseno d'oro,resta la sola citazione di R. Barbiera (Poesie veneziane,Firenze 1886, pp. 267 s.) che del B. ricorda anche Le Fiabe veneziane. IlB. scrisse anche una farsa per musica, Le nozze a Campalto o l'Equivoco fortunato (G. B. Bada, Opere in versi, edite e inedite, in vernacolo familiar venezian,I,Venezia 1800, pp. 245 ss.), un Ditirambo in funere recità in un pranzo della Compagnia del 17,Venezia 1814, e contribuì alla stesura di una pubblicazione scientifica che porta, tra le altre, la sua firma: Alla Municipalità Provisoria di Venezia li citadini publici matematici, tenenti architetti civili della Guardia Nazionale, Esposizione circa alla regolazione dei fiumi,Venezia 1817.
Ma l'opera più celebre del B., e quella che meglio caratterizza un'ispirazione prevalentemente gnomico-satirica, è costituita dalle Favole d'Esopo scritte in rima nel vernacol familiar veneziano,Venezia 1816.
Nell'ambito di un genere letterario particolarmente diffuso, l'invenzione del B. resta su un piano artistico molto modesto, ché le favole si rivelano nel complesso rimaneggiamenti di quelle classiche e la satira si restringe alla ripetizione monotona di una tenue morale piccolo-borghese; meglio si fa apprezzare il B. in taluni felici bozzetti di vita popolana, specie quando disegna, con brevi tratti, alcune garbate figure femminili. Ciò valse a promuovere la notorietà del B. e largo spazio venne dedicato ai suoi versi nella antologia di Poesie di autori diversi (Collezione delle migliori opere scritte in dialetto veneziano,XII, Venezia 1817, pp. 71-126), successivamente rinampati nella Raccolta di poesie in dialetto veneziano d'ogni secolo nuovamente ordinata e accresciuta,Venezia 1845, pp. 404-418.
Incerta è la data della morte del B., avvenuta sicuramente a Venezia dopo l'anno 1818.
Fonti e Bibl.: G. A. Moschini, Della letteratura veneziana dal sec. XVII fino a, nostri giorni,I,Venezia 1806, p. 189;IV, ibid. 1808, p. 785; E. A.Cicogna, Saggio di bibliografia veneziana,Venezia 1848, pp. 298, 376, 716, 785; Bibliografia veneziana compilata da G. Soranzo in aggiunta e continuazione del "saggio" di E. A. Cicogna,Venezia 1885, p. 701; P. Toldo, Di alcuni favoleggiatori in vernacolo,in Giorn. stor. d. letter. ital.,LIX (1912), pp. 303 s.; A. Pilot, Antologia della lirica veneziana dal 500 ai nostri giorni,Venezia 1913, pp. 20, 357-75, 929; G. Natali, Il Settecento,I,Milano 1936, p. 615.