BASSANESI, Giovanni
Nacque ad Aosta il 27 marzo 1905 da Federico e da Adele Ferrando. Conseguito il diploma magistrale, dopo l'avvento del fascismo emigrò a Parigi, dove visse stentatamente. Fu membro della sezione italiana, della Lega dei diritti dell'uomo, di cui venne eletto anche segretario.
Libero pensatore, d'idee democratiche ed anarchicizzanti, desideroso di agire contro il fascismo, si accostò agli ambienti comunisti, che lo accolsero con diffidenza, poi alla Concentrazione antifascista. Ad A. Cianca confidò il progetto di un volo sull'Italia a scopo dimostrativo: la proposta rientrava negli scopi del movimento di Giustizia e Libertà, costituito, dopo la clamorosa fuga da Lipari (luglio 1929), da A. Cianca, E. Lussu, F. Nitti, C. Rosselli, G. Salvemini e A. Tarchiani, e venne accolta.
Con un piccolo apparecchio Farman, acquistato da C. Rosselli, il 10 luglio 1930 il B., col suo istruttore. G. Brabant, noto pilota francese e direttore del periodico L'Avion, compì la traversata delle Alpi e giunse a Bellinzona. Decise di tentare subito l'impresa, anche perché non sarebbe stato in grado di risuperare le Alpi senza il Brabant. Con l'aiuto degli amici luganesi furono stampati nottetempo alcune decine di migliaia di manifestini tricolori, col testo di C. Rosselli ed A. Tarchiani. L'11 luglio, da Lodrino, campo di fortuna sistemato durante la notte, il B. partiva per l'Italia con G. Dolci, offertosi volontario. L'aereo incrociò su Milano tra il mezzogiorno e le tredici, effettuando lanci a bassa quota sulla folla degli operai e degli impiegati che uscivano dal lavoro. Ritornato indietro, il B., sbarcato a Lodrino il Dolci, ripartì immediatamente per Ginevra, ma si fracassò sul Gottardo, ferendosi alla testa. Arrestato dalle autorità elvetiche, appena ristabilito fu trasferito a Lugano, dove venne celebrato il processo.
L'eco del volo su Milano e del "processo di Lugano", che mandò praticamente assolti gl'imputati, fu vastissima e giovò a richiamare l'attenzione della grande stampa internazionale sulle vicende dell'opposizione al fascismo. Il B. fu espulso dalla Svizzera, poi dalla Francia; si stabilì in Belgio, dove continuò a svolgere attività antifascista.
Dopo la proclamazione della Repubblica spagnola (14 apr. 1931), il B. si recò in Spagna con A. Tarchiani e C. Rosselli. D'intesa con Ramón Franco, fratello del futuro Caudillo, egli avrebbe dovuto impossessarsi di un apparecchio, già pronto per un raid transatlantico, e di bombe da un deposito sul Tago, con cui bombardare palazzo Venezia. Ma l'impresa non ebbe seguito, anche perché il B. era angosciato dall'idea di poter colpire vittime innocenti. Nell'estate del 1931 i dirigenti di Giustizia e Libertà lo inviarono a Berlino per effettuare lanci di manifestini da un piccolo aereo in occasione della progettata visita di Mussolini al cancelliere H. Brüning, visita poi annullata. Con l'apparecchio acquistato il B. si trasferì a Monaco, donde avrebbe dovuto raggiungere Milano per ripetere l'azione dell'anno precedente. Ma nel novembre l'impresa falli per l'intervento della polizia, che arrestò il B., C. Rosselli, A. Tarchiani e altre due persone, espellendoli tutti dal territorio tedesco. Il B., intanto, anche per i postumi dell'incidente sul Gottardo, dava ormai segni sempre più evidenti di esaurimento e di diminuito controllo: dopo molti richiami i dirigenti di Giustizia e Libertà dovettero rassegnarsi ad espellerlo dal movimento.
Nel 1936 si recò in Spagna come fotografo e corrispondente di guerra. In prima linea a Huesca, e poi a Valencia, suscitò sospetti per alcune sue stranezze e fu espulso dal paese, evitando la fucilazione per l'intervento di alcuni comandanti italiani delle brigate internazionalì. Nel 1939 lasciò la Francia e tornò in Italia stabilendosi ad Aosta per svolgervi propaganda pacifista; chiese anche, senza esito, l'autorizzazione a pubblicare un giornale dal titolo Pace, Giustizia e Libertà. Il 1° sett. 1939 fu arrestato dalla polizia fascista per avere distribuito, assieme alla sua compagna Camilla Restellini, ex dirigente socialista, manifesti invitanti alla pace. Entrambi condannati a quattro anni di confino, vennero mandati nell'isola di Ventotene. Liberato nel 1942, il B. rimase appartato fino alla morte, avvenuta a Montelupo Fiorentino il 19 dic. 1947.
Fonti e Bibl.: Documenti, lettere e manoscritti riguardanti l'azione politica del B. sono conservati presso l'Archivio di Giustizia e Libertà, in Roma (Archivio privato). Tra le fonti memorialistiche sono di particolare interesse: Anonimo [ma G. Dolci], Il racconto dell'osservatore, in Almanacco social. per il 1931, Parigi 1931, pp. 56-62; E. Reale, Il volo su Milano, in No al fascismo, a cura di E. Rossi, Torino 1963, pp. 201-216; A. Tarchiani, Il volo di B. su Milano e il Processo di Lugano, in Trent'anni di storia italiana (1915-1945), lezioni con testimonianze presentate da F. Antonicelli, Torino 1961, pp. 167-170; Giustizia e Libertà. Il processo di Lugano, Parigi 1930; A. Natoli, Dal volo su Milano al Processo di Lugano, Parigi 1931. Sul progettato volo di Costanza vedi inoltre:, Sul mancato volo di Costanza, in Quaderni di Giustizia e Libertà, n. 1, gennaio 1932, pp. 41-45, ora in ristampa fototipica a cura della "Bottega d'Erasmo", Torino 1959. Per un inquadramento dell'azione del B. nel contesto della lotta antifascista vedi, oltre a L. Salvátorelli e G. Mira, Storia d'Italia nel Periodo fascista, Torino 1957, pp. 610-612, 630, 643, passim, A. Garosci, Vita di Carlo Rosselli, Roma-Firenze-Milano 1945, pp. 212-215, 225, 233, 239-241, passim; Id., Storia dei fuorusciti, Bari 1953, pp. 61, 62, 63, 74, 276, passim. Vedi pure V. Modigliani, Esilio, Milano 1946, pp. 200-205; A. Schiavi, Esilio e morte di Filippo Turati, Roma 1956, pp. 262 s., 415-419, passim; E. Rossi, Una spia del regime, Milano 1957, pp. 251 s., 262 s., passim.