BALBI, Giovanni (Iohannes Balbus, de Balbis, de Ianua)
Genovese di nascita, rivestì nella città natale l'abito domenicano. Secondo una tradizione non controllabile, la famiglia sarebbe stata di condizioni molto agiate ed egli avrebbe goduto delle ricchezze avite fino a età piuttosto avanzata, quando decise di distribuire i suoi beni ai poveri e di entrare nell'Ordine dei frati predicatori.
Erudito di interessi assai vari, aveva compilato, già prima di farsi religioso, una tavola pasquale (elencata come "quoddam opus ad inveniendum festa mobilia" da Quétif-Echard, ma dallo stesso B. ricordata come "opus pascale, ubi scilicet de facili reperitur Pasca"). Nel 1272, stando a una postilla del codice Vat. lat. 1308 (c. 45r), compilò il Dialogus de quaestionibus animae ad spiritum, opera teologica in nove libri, dipendente per buona parte da s. Tommaso d'Aquino, che non rivela nell'autore particolari attitudini speculative.
Assai più importante è il Catholicon seu Summa prosodiae (indicato altresì come Summa quae vocatur Catholicon), un trattato relativo alle arti del Trivio a cui il B. attese per molti anni, portandolo a compimento il 7 marzo 1286. È diviso in cinque parti: la prima tratta dell'ortografia, la seconda dell'accento, la terza dell'etimologia e della sintassi, la quarta delle figure retoriche, la quinta - stando al titolo - della prosodia; in realtà quest'ultima parte, che è la più importante, tratta, oltre che di prosodia, ancora di ortografia e di etimologia nonché di semantica e comprende un ricchissimo glossario che ha fatto meritare al B. uno dei posti più eminenti nella lessicografia medievale.
L'autore si valse per la compilazione della letteratura che aveva in quei tempi il massimo di autorità in campo grammaticale, attingendo da Donato, da Prisciano, da Isidoro di Siviglia, da Uguccione da Pisa, ma soprattutto da Papias che è senza dubbio la fonte principale; adoperò anche il Graecismus di Eberardo di Béthune e le opere di Rabano Mauro, nonché "excerpta" di scritti patristici, particolarmente da s. Girolamo, s. Agostino, s. Ambrogio e s. Gregorio Magno; numerose sono le citazioni bibliche (in parte desunte da Uguccione), meno ricche quelle di autori classici tra i quali emerge per copia di riferimenti Orazio; vi sono inoltre accenni al Doctrinale di Alessandro de Villa Dei e alla Aurora di Pietro de Riga. Nonostante si sia talora rimproverato al B. di non eccellere molto in dottrina (è noto che Erasmo lo ricorda con derisione e addirittura con disprezzo: e forse a dirigere gli strali sul bersaglio contribuì la stessa umile confessione del genovese di non conoscere gran che la lingua greca), il Catholicon rimane il trattato più compiuto al quale fecero ricorso i dotti del Trecento, non esclusi il Petrarca e, più ancora, il Boccaccio. Di tale compiutezza l'autore mostra di aver avuto coscienza, allorché nell'introduzione dichiara: "Unde tractatus iste tamquam a principaliori intento si placet Prosodia nuncupetur, vel si magis placet liber iste vocetur Catholicon eo quod sit communis et universalis; valet siquidem ad omnes fere scientias". La fortuna dell'opera è comprovata dalla copia di manoscritti italiani, ma più ancora francesi (specie del secolo XIV) e tedeschi (specie del secolo XV) che la tramandano, nonché dal numero degli incunaboli: il Catholicon fuinfatti uno dei primi libri pubblicati a stampa, avendosene una edizione maguntina del 1460, che alcuni riferiscono ad operai di Giovanni Fust ma che i più assegnano ragionevolmente al Gutenberg: seguirono, fino al 1500, altre dodici edizioni, delle quali sei veneziane (1483, 1487, 1490, 1492, 1495, 1497).
Dall'introduzione e dalla voce Ianua del glossario si ricavano le scarse notizie biografiche sull'autore: vi si trovano pure accenni all'altra opera ricordata, mentre manca il benché minimo riferimento alla Postilla super Iohannem e al Tractatus de omnipotentia Dei, la cui attribuzione al B. sembra del tutto arbitraria; più probabile è la sua paternità per le Postillae super quattuor Evangelia conservate manoscritte presso il convento domenicano di Genova.
Secondo il Giustiniani, il B. sarebbe morto nel 1298.
Bibl.: R. Soprani, Li scrittori della Liguria..., Genova 1667, pp. 130 s.; J. Quétif-J. Echard, Scriptores ordinis Praedicatorum recensiti..., I, Lutetiae Parisiorum 1719, pp. 462 s.; II, ibid. 1721, p. 818; C. Oudin, Commentarius de scriptoribus Ecclesiae antiquis..., III, Lipsiae 1722, coll. 577-580; A. Giustiniani, Annali della Repubblica di Genova..., a cura di G. B. Spotorno, I, Genova 1854, pp. 480 s.; G. Loewe, Prodromus Corporis glossariorum Latinorum,Lipsiae 1876, p. 247; S. Berger, De glossariis et compendiis exegeticis quibusdam medii aevi, Parisiis 1879, pp. 25-28; G. Goetz, Beiträge zur Geschichte der lateinischen Studien im Mittelalter, in Berichte über die Verhandlungen der königl. Sächsischen Gesellschaft der Wissenschaften zu Leipzig, Philologisch-historische Klasse, LV (1903), pp. 152-154; Id., De glossariorum Latinorum origine et fatis, Lipsiae et Berolini 1923 (Corpus glossariorum Latinorum, I), pp. 215-217; M. Grabmann, Mittelalterliches Geistesleben [I], München 1926, pp. 111, 369-373; II, ibid. 1936, p. 396; III, ibid. 1956, p. 349; [A.] Auer, Ein neuafgefundener Katalog der dominikaner Schrifisteller, Lutetiae Parisior. 1933 (Institutum historicum FF. Praedicatorum, Dissertationes historicae, II), pp. 45, 48, 54, 71, 78, 80, 100.
Sui manoscritti e gli incunaboli del Catholicon v. Gesamtkatalog der Wiegendrucke..., III, Leipzig 1928, coll.278-291, nn. 3182-3205; L. Hain, Repertorium bibliographicum in quo libri omnes ab arte typographica inventa usque ad annum MD typis expressi... recensentur, I, 1,Milano 1948, pp. 286-288, nn. 2251-2269, W. A. Copinger, Supplement to Hain's Repertorium bibliographicum, il Milano 1950, pp. 66 s.; II, 1, ibid. 1950,pp. 90 s., nn. 803-806; D. Reichling, Appendices ad Hainii-Copingerii Repertorium bibliographicum, fasc. II, Milano 1953, p. 13, n. 415; Indice generale degli incunaboli delle biblioteche d'Italia, I, [Roma] 1943, pp. 151 s., nn. 1154-1165; G. Zedler, Das Mainzer Catholicon, Mainz 1905; A. Marigo, I codici manoscritti delle "Derivationes" di Uguccione Pisano... con appendice sui codici del "Catholicon" di Giovanni da Genova, Roma 1936, pp. IX s., 31-40.