AVOSSA, Giovanni
Nato a Salerno nel 1798, dopo aver compiuto a Napoli gli studi giuridici tornò a Salerno per esercitarvi l'avvocatura, nel quale campo guadagnò presto notevole fama. Svolse pure una vivace attività politica nell'ambito dei gruppi liberali del Cilento, fra cui primeggiava Costabile Carducci, ma mantenendosi sempre su posizioni moderate. Partecipò agli avvenimenti rivoluzionari del gennaio 1848, che nel continente ebbero il loro epicentro proprio nel Cilento, e che culminarono nella concessione della costituzione da parte di Ferdinando II. Nel marzo l'A. fu eletto capo della Guardia nazionale di Salerno; ai primi di aprile fu nominato ministro degli Affari interni, nel terzo ministero costituzionale presieduto da Carlo Troya, ma dopo pochi giorni rinunziò, venendo sostituito (12 aprile) dal Conforti; nelle elezioni alla Camera dei deputati dello stesso aprile fu eletto al primo scrutinio e primo del collegio di Salerno.
Nella crisi del maggio 1848, l'A. cercò di far prevalere le sue vedute moderate, unitamente a quei deputati che nutrivano fiducia nei mezzi legali e temevano l'insurrezione dei ceti popolari. Così, il 15 maggio l'A. fu inviato, insieme con Gabriele Pepe, dal Comitato di sicurezza pubblica costituito dall'Assemblea, presso il comando militare delle truppe borboniche, per ottenere un'onorevole fine del conflitto, ma inutilmente. Quando poi gli elementi più radicali tentarono un'ampia mobilitazione militare, chiamando fra l'altro a Napoli la Guardia nazionale di Salerno, l'atteggiamento dell'A., che rientrato il 16 maggio in questa città indusse i suoi concittadini a non muoversi, data la piega assunta dalle cose a Napoli, fu determinante nel renderla irrealizzabile. L'A., che nelle nuove elezioni del 15 giugno era stato rieletto deputato nel suo collegio, e che come tutti gli altri deputati moderati si schierò all'opposizione di fronte al ministero del principe di Cariati, nel luglio cercò ancora di dissuadere l'amico Costabile Carducci dal rinnovare lo sforzo insurrezionale nel Cilento sbarcando ad Acquafredda.
Non riuscì comunque a sfuggire alle persecuzioni. Arrestato il 24 sett. 1849 sotto l'accusa di aver partecipato ai fatti del 15 maggio, passò dalle carceri di S. Francesco a quelle di Castello Sant'Elmo con S. Spaventa che lo ricorda in una lettera dell'ottobre 1850 al Massari (G. Massari, I casi di Napoli, pp. 197 s.). Nell'aprile 1853 fu assolto dal reato imputatogli, ma rinviato dinanzi alla Gran Corte speciale di Salerno per rispondere di reati politici commessi nel Salernitano. Mentre era in attesa di giudizio, chiese e ottenne di espatriare negli Stati Uniti d'America; partito il 26 giugno 1855, si fermò a Malta, non potendo proseguire a causa della malferma salute, e vi restò sino al 1860, stabilendosi a La Valletta. Dall'esilio l'A. mantenne i contatti con i patrioti napoletani, e alla caduta del regime borbonico rientrò in patria. Con decreto dittatoriale del 17 sett. 1860 venne nominato avvocato generale presso la Corte suprema di giustizia di Napoli; nel gennaio 1861 entrò nel Consiglio di luogotenenza, nel dicastero della Giustizia; eletto deputato di Salerno per l'VIII legislatura (1861-1865), cessò dal mandato nel maggio del 1861 perché nominato vicepresidente della Corte di Cassazione; nel maggio 1862 fu creato senatore.
L'A. morì a Napoli il 21 apr. 1868.
Bibl.: M. Mazziotti, Costabile Carducci ed i moti del Cilento nel 1848, Roma-Milano 1909, I, pp. 124-125, 160-161, 176-178 e passim;Id., La reazione borbonica nel Regno di Napoli, Milano-Roma-Napoli 1912, pp. 102-104, 308-310 e passim;G.Paladino, La rivoluzione napoletana del 1848, Milano 1914, pp. 121, 123, 179; Id., Il quindici maggio del 1848 in Napoli, Milano-Roma-Napoli 1921, pp. 390-394, 400-403, 558-559 e passim (alle pp. 390-394 si parla del costituto dell'A. del 25 sett. 1849, già contenuto nel fascio 4969 dell'Archivio di Stato di Napoli, ora perduto); G. Leti, Carboneria e Massoneria nel Risorg. ital.,Genova 1925, p. 239; A. De Leo, G. A., in Rass. giurid. di Salerno, III(1930), pp. 17-19; T. Sarti, Il parlamento subalpino e nazionale, p. 74; Dizionario del Risorg. Naz.,II, pp. 844 (sotto D'Avossa).