ARPINO, Giovanni
Scrittore, nato a Pola nel 1927. Ha studiato a Torino, dove si è laureato in lettere. Oltre all'attività di narratore svolge anche attività editoriale e giornalistica. La narrativa dell'A. si orienta inizialmente verso il modello neorealistico, in particolare quello vittoriniano, fortemente condizionato dalla letteratura nordamericana da Hemingway a Steinbeck. Sei stato felice, Giovanni (1952) appare infatti dominato dal dialogo, alternato a una sorta di monologo interiore, e rappresenta la trasposizione del tema del vagabondaggio del "picaro" americano in quello del contrasto tra libertà e integrazione colto in una vicenda ambientata nella Genova del dopoguerra. Il secondo romanzo, Gli anni del giudizio (1958), già introduce nel modello neorealistico elementi di crisi con il resoconto di un'inquietudine individuale còlta come un fattore d'incrinatura nell'equilibrio tra pubblico e privato. Dal trasferimento di questa ricerca dell'autentico in una struttura sociale inautentica, dal mondo proletario a quello piccolo-borghese nasce La suora giovane (1959) in cui il rapporto tra i due momenti, individuale e collettivo, è risolto a favore del primo. Una sostanziale continuità tematica è evidente anche in Un delitto d'onore (1961), e più precisamente in Una nuvola d'ira (1962) in cui l'A. ripropone la problematica di Gli anni del giudizio mettendone però in crisi il fragile equilibrio. L'ombra delle colline (1964) rappresenta invece una sorta di autobiografia mitica filtrata attraverso la coscienza di un personaggio in cui si riflettono le trasformazioni di tutta un'epoca storica dalla guerra in poi. Con Un'anima persa (1966) e con Il buio e il miele (1969) la crisi storica e sociale si trasferisce nel chiuso cerchio della coscienza del protagonista che riflette in vari modi l'impossibilità di realizzare la propria autenticità. Con Randagio è l'eroe (r972) e con Domingo il favoloso (1975) la disgregazione del modello narrativo d'impianto tradizionale dà vita a una specie di allegoria della condizione alienata dell'uomo moderno. L'A. è anche autore di racconti, La babbuina e altre storie (1967) e 27 racconti (1968), che ricalcano i moduli tematici e stilistici dei romanzi. Collegata alla produzione narrativa è la produzione in versi che muove dal modello di Lavorare stanca, sia pure con innesti ermetici, con Barbaresco (1954) e Il prezzo dell'oro (1957), per approdare, con Fuorigioco (1970), alla deformazione satirica. L'A. è inoltre autore per l'infanzia con Rafè e Micropiede (1959), La mille e una Italia (1960), L'assalto al treno e altre storie (1966) e ha scritto per il teatro due commedie, inedite, L'uomo del bluff, rappresentata a Milano nell'aprile 1968 e Donna amata dolcissima, rappresentata a Torino nel novembre 1969.
Bibl.: G. Mariani, La giovane narrativa italiana tra documento e poesia, Firenze 1962; C. Salinari, G. Arpino e la letteratura "operaia", in Preludio e fine del realismo in Italia, Napoli 1967; A. Guglielmi, Vero e falso, Milano 1968; E. Falqui, in Novecento letterario italiano, IV, Firenze 1970; O. Lombardi, La narrativa italiana nella crisi del Novecento, Caltanissetta 1971; G. Pullini, in I Contemporanei, VI, Milano 1974.