Letterato ed editore (Padova 1686 - ivi 1766). Insegnò filosofia dapprima (1727-36), poi (fino al 1760) lettere greche e latine all'univ. di Padova. Scrisse Carminun libri tres (1725; 2a ed. 1742); De utilitate poetices (1743); De satyrae latinae natura et ratione (1744); Polinnia (stanze, 1751). Dal 1717 al 1756, insieme col fratello abate Gaetano (1689-1761), diresse una tipografia affidata alla direzione tecnica di G. Comino. I prodotti della tipografia Volpi-Cominiana sono tra i più apprezzati del Settecento italiano, sia per eleganza (esemplari tirati su pergamena e su carta azzurrina, nitidezza di tipi, ampiezza di margini), sia per correttezza tipografica e filologica: tra le edizioni, per lo più letterarie, ricordiamo il Boezio (1721); l'Aminta di Tasso (1722); Le Vite di Dante e del Petrarca di L. Bruni (1727); le Rime di Petrarca (1737); il Poliziano (1749 e 1751); Properzio (1755).