TERZI, Giovanni Antonio
Nacque presumibilmente in Bergamo, nella seconda metà del secolo XVI. Nulla si sa della biografia, né della formazione e carriera, se non che poté forse apprendere i rudimenti dell’arte del liuto nell’ambiente domestico: il primo dei due copiosi libri di intavolature per liuto pubblicati negli anni Novanta sotto il nome di «Giovanni Antonio Terzi da Bergamo» include infatti una «Nova gagliarda del padre de l’autore». Se da un lato l’ampio archivio della famiglia Terzi, conservato nella Biblioteca civica di Bergamo, è al momento inaccessibile, documenti conservati a Bergamo (Biblioteca civica, fondi Terzi famiglia in Borgo di Terzo e Archivio storico del Comune) e a Milano (Archivio di Stato, Atti dei notai e Archivio generale del Fondo di religione) attestano parecchi omonimi di varie paternità (Ippolito, Paolo, Francesco, Giovanni Battista), uno dei quali potrebbe essere il liutista virtuoso e compositore: ma di nessuno si specifica la professione.
Il primo libro di Terzi, stampato a Venezia da Ricciardo Amadino nel 1593, reca il titolo Intavolatura di liutto, accomodata con diversi passaggi per suonar in concerti a duoi liutti e solo. Libro primo. Il qual contiene motetti, contraponti, canzoni italiane e francese, madrigali, fantasie e balli di diverse sorti, italiani, francesi et alemani ed è dedicato in data 15 luglio al cavalier Bartolomeo Fino, un nobile bergamasco amante della musica – gli furono dedicati anche gli Amorosi fiori di Bartolomeo Ratti, maestro di cappella in Gemona (Venezia, Vincenti, 1594) – che risulta essere stato eccellente liutista di suo, a detta tanto di Terzi («quel suo divin liutto, re degli altri strumenti») quanto di Giovanni Cavaccio, maestro di cappella in S. Maria Maggiore a Bergamo, il quale negli Hinni correnti (Venezia, Vincenti, 1605) lo loda per come «tocca il fortunato lauto suo, … in modo ch’entro ad un cavo legno pare ch’abbia con magia d’ingegno rinchiuse tutte le sirene del cielo». Nel 1599 uscì a Venezia presso Giacomo Vincenti Il secondo libro de intavolatura di liuto … nella quale si contengono fantasie, motetti, canzoni, madrigali, pass’e mezi et balli di varie et diverse sorti, da Terzi dedicato in data 10 novembre a Sillano Licino, giureconsulto bergamasco (membro del consiglio cittadino dal 1592, ai primi del Seicento fu in corrispondenza con Angelo Grillo e pubblicò tra l’altro un Elogio di Ottavio Rinuccini; morì nella pestilenza del 1630). Terzi dichiara di non cercar fama, conducendo «vita assai rimessa» essendo le sue forze «deboli»: la tipica espressione di modestia non implica una reale fiacchezza dovuta a vecchiaia (come invece propone la curatrice dell’edizione Suzanne Elizabeth Court, 2000, p. XI, che traduce «deboli» con waning, ‘declinanti’, deducendone un’ipotetica data di nascita verso il 1550). Molti anni dopo, nella sua prosopografia dei letterati bergamaschi (1664), Donato Calvi dice che Terzi era anche buon cantante e «si rese in patria e fuori molto stimato», ma non fornisce notizie specifiche.
I due libri di Terzi, fra le massime collezioni italiane cinquecentesche di musiche per liuto, includono brani solistici e d’insieme: intavolature di musica vocale sia da chiesa sia da camera, libere forme strumentali, danze. Le intavolature di composizioni preesistenti, vero banco di prova dell’arte liutistica, attingono perlopiù da pubblicazioni recenti, tra cui ci dovettero essere l’antologia Musica divina (Anversa, Phalèse-Bellère, 1591) e Il quinto libro de madrigali a sei voci di Luca Marenzio (Venezia, Gardano, 1591). Terzi mantiene con fittissima scrittura l’impianto polifonico dell’originale e per quanto possibile riempie ulteriormente gli accordi e sovrappone ricche diminuzioni (ossia fioriture e abbellimenti), specie in corrispondenza di parole pregnanti del testo vocale sottinteso. In dieci casi compone un «contrappunto» per un secondo liuto: in alcuni duetti si tratta di una nuova linea melodica virtuosistica che sfrutta liberamente l’intera gamma sonora dello strumento, mentre il primo liuto ricalca il tessuto polifonico dell’originale; in altri, parti polifoniche e diminuzioni sono equamente distribuite tra i due strumenti.
Dodici brani assolo e tutti i duetti recano l’indicazione «per suonar in concerti», espressione riferita all’esecuzione di una o di entrambe le parti liutistiche in un organico più ampio. Il secondo libro include tredici canzonette con il testo «da cantare» e si conclude con una Canzone overo fantasia a otto voci per quattro liuti distribuiti in due cori (gruppi). Anche preludi, toccate e fantasie sono disseminati di diminuzioni virtuosistiche, pari a quelle dei più celebri specialisti coevi per leggiadria e difficoltà tecnica. Le toccate rivelano uno stile più moderno rispetto sia alle fantasie (alcune di esse sono «in modo di canzon francese») sia alle undici canzoni riportate in blocco nel libro primo, desunte dal Libro primo de canzoni da sonare a quattro voci dell’organista bresciano Fiorenzo Maschera (Brescia, Sabbio, 1584). Delle fantasie del libro secondo basate su modelli strumentali di Paolo Tusti, Vincenzo Bell’haver (Bellaver) e Giovanni Gabrieli non si conoscono altre fonti. Molte le danze, tra cui volte e correnti francesi di recente diffusione in Italia; alcuni balli sono appaiati, come passemezzi con gagliarde o saltarelli. Per ampiezza, libera varietà e complessità la Represa della Gagliarda nel Pass’e mezo ultimo del libro secondo assume quasi l’aspetto di una fantasia. Nello stesso libro, la Barriera balletto con tutte le sue repliche è la versione più estesa ed elaborata dell’omonimo balletto nel trattato Il Ballarino di Fabrizio Caroso (Venezia, Ziletti, 1581).
L’arduo livello tecnico delle musiche di Terzi può spiegare la scarsità delle concordanze riscontrate in fonti seriori, generalmente semplificate rispetto alla versione dell’autore. Sono contenute in tre manoscritti: Stoccarda, Württembergische Landesbibliothek, Cod. Don. G I 4 (olim Donaueschingen, Fürstlich Fürstenbergische Hofbibliothek), I (cc. 27v ss., 40v s.), II (76v s., 77v s.), III (59r): due passemezzi, tre gagliarde, un ballo «Alemano» (nel vol. II, c. 73v s., un altro «Passamezo G A Terzi» non corrisponde ad alcun brano dei due libri a stampa); Montréal, Bibliothèque du Conservatoire de musique, ms. senza segnatura (cc. 50r, 68v, 74v): un madrigale, due canzoni; Como, Biblioteca comunale, ms. 1.1.20 (c. 91v): una gagliarda. Tre passemezzi figurano infine nella Testudo gallo-germanica di Georg Leopold Fuhrmann (Norimberga, 1615), pp. 64, 85, 97.
G.A. T.: “Intavolatura di liuto”, a cura di O. Cristoforetti, I-II, Firenze 1981; G.A. T.: Nine duets for two lutes, Canzona for four lutes, a cura di D. Humphreys, Guildford 1999; G.A. Terzi: The lute fantasias, a cura di S.E. Court, Madison, Wi., 2000.
D. Calvi, Scena letteraria degli scrittori bergamaschi, I, Bergamo 1664, p. 319; H.M. Brown, Instrumental music printed before 1600. A bibliography, Cambridge, Ma., 1965, pp. 390-392, 435-437; C. MacClintock, Two lute intabulations of Wert’s “Cara la vita”, in Essays in musicology. A birthday offering for Willi Apel, a cura di H. Tischler, Bloomington, In., 1968, pp. 93-99; Sources manuscrites en tablature. Luth et théorbe (c. 1500 - c. 1800). Catalogue descriptif, II, Bundesrepublik Deutschland (D), a cura di C. Meyer, Baden-Baden e Bouxwiller 1994, ad ind.; V. Coelho, The manuscript sources of seventeenth-century Italian lute music, New York 1995, ad ind.; S.E. Court, The role of the lute in sixteenth-century consorts: evidence from T.’s intabulations, in Performance practice review, VIII (1995), pp. 147-170; Ead., Structure, imitation and paraphrase in the ornamentation of G.A. T.’s lute intabulations, in Liber amicorum John Steele, a cura di W. Drake, Stuyvesant, NY, 1997, pp. 171-196; C. Dupraz, Le duo de luths sur modèle vocal à la Renaissance: vers une typologie du répertoire, in La musique de tous les passetemps le plus beau, a cura di F. Lesure - H. Vanhulst, Paris 1998, pp. 121-151; D. Nutter, T., G.A., in Grove Music Online, 2001, https://doi.org/10.1093/gmo/9781561592630.article.27722 (12 giu. 2019); G. Parimbelli, Liuto e chitarra a Bergamo nei secoli, Villa di Serio 2005, pp. 28-43; M. Carlone - P. Beier, G.A. T.: Il secondo libro di intavolatura di liuto (1599), note al CD, Milano 2001; M. Zywietz, T., G.A., in MGG Online, 2016, https://www.mgg-online.com/mgg/stable/23752 (12 giu. 2019).