SANGIORGI, Giovanni Antonio
SANGIORGI, Giovanni Antonio. – Nacque a Milano da Giacomo di Pietro tra il 1443 e il 1444. La famiglia era originaria di Piacenza e il nonno paterno, che sposò Elisabetta di Antonio Trivulzio, fu creato conte palatino nel 1423 dall’imperatore Sigismondo.
Il 16 ottobre 1462, essendo già chierico milanese e studente di diritto civile a Pavia, Sangiorgi ebbe in beneficio da Pio II la parrocchia dei Ss. Pietro e Lino a Milano. In una data ignota conseguì il dottorato in utroque iure forse a Pavia, dove fu lettore di diritto canonico tra gli anni accademici 1468-69 e 1475-76. Nel 1469 fu aggregato al collegio dei dottori giuristi dello Studio pavese, in cui fu promotore di lauree dal 1469 al 1477; il 7 gennaio 1469, grazie al sostegno del duca Galeazzo Maria Sforza, fu promosso da Paolo II prevosto della basilica di S. Ambrogio a Milano e questo titolo ne accompagnò spesso il nome (von Schulte, 1877, p. 339).
Durante il pontificato di Sisto IV iniziò la sua carriera nella Curia romana; il 1° aprile 1478, per intervento della duchessa Bona di Savoia e del segretario ducale Cicco Simonetta, fu promosso vescovo di Alessandria, essendo già uditore della Rota. Dal 1478 risiedette prevalentemente a Roma, dove intrattenne rapporti con alcuni umanisti (Kristeller, 1997, pp. 285, 484) e fu referendario dal 1483 al 1493; compì inoltre mediazioni politiche e missioni diplomatiche talora per conto della signoria sforzesca. Il 16 ottobre 1483 alle esequie del cardinale Ferry de Clugny tenne un’orazione, di cui sono note due edizioni incunabole prive di note tipografiche, ma impresse a Roma.
Da Alessandro VI, a cui aveva dedicato il suo Commentum super Decreto Gratiani mediante l’omaggio di un esemplare manoscritto e riccamente miniato (Biblioteca apostolica Vaticana, Vat. Lat. 2260), fu creato cardinale il 20 settembre 1493 ed ebbe il titolo dei Ss. Nereo e Achilleo il 23 settembre seguente; conservò la dignità episcopale di Alessandria, venendo identificato spesso come Cardinalis Alexandrinus (Diccionario..., 2012, IV, p. 869). Dal 1493 fu a più riprese prefetto della Signatura Gratiae et Iustitiae; il 19 giugno 1497 fu nominato membro di una commissione incaricata di elaborare un progetto per la riforma della Chiesa e il 6 settembre 1499 fu promosso vescovo di Parma. Nel 1503 fu citato patriarca di Gerusalemme (Sanuto, 1879-1883, V, 1881, col. 101) e partecipò ai conclavi che elessero Pio III e Giulio II, da cui fu promosso vescovo di Frascati (22 dicembre 1503). Cumulò rendite e benefici che ne accrebbero il patrimonio; il 5 marzo 1505 dettò a Roma il testamento (Adinolfi, 1859, pp. 277-284) da cui emerge che nel borgo di S. Pietro aveva fatto edificare un palazzo, acquistato dal cardinale Paolo Emilio Cesi nel 1521. Da Giulio II, che il 21 agosto 1506 lo creò legato dell’Urbe, fu trasferito alle sedi suburbicarie di Palestrina (17 settembre 1507) e Sabina (22 settembre 1508).
Morì il 27 marzo 1509 a Roma, dove fu sepolto nella chiesa dei Ss. Celso e Giuliano.
Dalla seconda metà del Quattrocento furono stampati i seguenti Commenta di Sangiorgi, che ne esibiscono la rinomata cultura giuridica e di cui si registrano le prime edizioni: Super titulo de appellationibus seu Tractatus appellationum (Como 1474); Super quarto libro Decretalium (Pavia 1476); Super usibus feudorum (Pavia 1490); Super Decreto Gratiani (Roma 1493). Assertore di tesi ierocratiche, Sangiorgi difese l’autenticità della donazione di Costantino in polemica con le denunce di Lorenzo Valla (Maffei, 1964, pp. 321-323). Un consilium di Sangiorgi fu edito parzialmente tra i Consilia di Francesco Corti senior (Lione 1534, n. 67, cc. 124v col. b-125r col. a), mentre un Sermo in dominica de Passione fu stampato a Roma intorno al 1480; gli furono ascritti altri testi inediti (Argelati, 1745, col. 1282; von Schulte, 1877, p. 340; Dolezalek, 1972, ad nomen).
Copie digitali di opere a stampa di Sangiorgi sono sui siti: www.istc.bl.uk; www. ustc.ac.uk (ai quali si rinvia per l’identificazione delle edizioni).
Fonti e Bibl.: F. Argelati, Bibliotheca scriptorum Mediolanensium, II, 2, Mediolani 1745, coll. 1279-1282; P. Adinolfi, La Portica di S. Pietro, Roma 1859, pp. 207 s., 277-284; J.F. von Schulte, Die Geschichte der Quellen und Literatur des canonischen Rechts, II, Stuttgart 1877, pp. 338-341; M. Sanuto, I Diarii, a cura di F. Stefani et al., I, III-IX, Venezia 1879-1883, ad indices; D. Maffei, La donazione di Costantino nei giuristi medievali, Milano 1964, ad ind.; L. Cerioni, La diplomazia sforzesca nella seconda metà del Quattrocento e i suoi cifrari segreti, I, Roma 1970, p. 222; G. Dolezalek, Verzeichnis der Handschriften zum römischen Recht bis 1600, III, Frankfurt am Main 1972, ad nomen; M. Montorzi, Taccuino feliniano, Pisa 1984, p. 212; Camera apostolica, a cura di M. Ansani et al., I-IV, Milano 1994-2006, ad indices; Lauree pavesi nella seconda metà del ’400, a cura di A. Sottili, I-II, Bologna 1995-1998, ad ind.; P.O. Kristeller, Iter italicum. A cumulative index, Leiden 1997, pp. 285, 484; Dictionnaire d’histoire et de géographie ecclésiastiques, XXVII, Paris 2000, coll. 839-841; M. Pellegrini, Ascanio Maria Sforza, Roma 2002, p. 883; F. Somaini, Un prelato lombardo del XV secolo, Roma 2003, p. 1831; Beatissime Pater, IV, a cura di E. Canobbio - B. Del Bo, Milano 2007, p. 790; Collezioni di antichità a Roma tra ’400 e ’500, a cura di A. Cavallaro, Roma 2007, p. 260; Documenti per la storia dell’Università di Pavia nella seconda metà del ’400, a cura di S. Iaria, III, Milano 2010, p. 154; Diccionario general de derecho canónico, IV, Cizur Menor 2012, pp. 868 s. (con bibl.); Almum Studium Papiense, a cura di D. Mantovani, I, 2, Milano 2013, p. 1373; Dizionario biografico dei giuristi italiani, a cura di I. Birocchi et al., Bologna 2013, p. 2259.