RANZA, Giovanni Antonio
Giacobino piemontese, nato a Vercelli il 19 gennaio 1741, morto l'11 aprile 1801. Sacerdote e professore di lettere, aprì una tipografia nella sua città con negozio di libri, che durò dal '77 al '90. Le novità dell'89 ìo conquistarono per intero. Tentò sommuovere Vercelli democraticamente, ma l'agitazione fallì (1790-91). Esule a Lugano, in Corsica, in Francia, nel '93 pubblicò a Monaco i primi numeri del Monitore italiano politico e letterario, che è il primo giornale rivoluzionario italiano. Rientrato in Piemonte con le truppe francesi, partecipò ai moti che, facendo capo ad Alba, si proponevano di conquistare il popolo all'idea di un'alleanza militare franco-piemontese per la guerra in Lombardia contro l'Austria. Quindi passò a Milano, oratore rivoluzionario e missionario della propaganda italiana, giovandosi del Vangelo per illustrare i principî della democrazia e del patriottismo. Francofilo, non voleva però che l'Italia fosse un dipartimento della Francia; e del giornalismo (L'amico del popolo) si servì per contrastare la politica di Parigi; unitario, propugnò un governo federale in Italia, come preparazione "a un sol tutto indivisibile" che comprendesse non solo il continente col Tirolo, i baliaggi Svizzeri, i Grigioni e l'Istria, ma tutte le isole adiacenti con la Corsica e Malta. Si occupò del problema religioso con accostamenti pratici al giansenismo. Oltre a molti giornali e scritti politici, bizzarri e iracondi, fece commedie e poesie di scarso valore, però buoni versi latini, e tradusse dal teatro di M.-G. Chénier.
Bibl.: G. Roberti, Il cittadino R., Torino 1892; P. Hazard, La Révolution française et les lettres italiennes, Parigi 1910; S. Pivano, Albori costituzionali d'Italia, Torino 1913; G. Natali, Il Settecento, Milano 1929.