PELLEGRINI, Giovanni Antonio
Pittore, nato a Venezia il 29 aprile 1675, ivi morto il 3 novembre 1741. Ebbe dal maestro Paolo Pagani (1660-1716) valsoldese, ma artisticamente veneziano della maniera di Pietro Liberi, il primo suggerimento a una pittura leggiera, spumeggiante, disciolta nei toni, che andò poi accentuandosi col procedere dell'attività, e costituì il lato più caratteristico del suo stile singolarmente precorritore di atteggiamenti moderni. Dotato del tipico cosmopolitismo del veneziano del Settecento, trascorse la vita attivissima, come la gran parte dei maggiori artisti suoi compatrioti, passando dall'un paese all'altro d'Europa, e dovunque lasciò tracce dell'arte sua, che non furono certo senza influenza sul posteriore cammino della pittura dei luoghi da lui visitati, specialmente dell'Inghilterra.
Nel dicembre del 1703 gli viene ordinata a Padova, dall'Università dell'arte della lana, una Madonna; nel 1708 è a Londra; alla fine del luglio del 1713 a Düsseldorf; nel 1716 gli è commessa una pala d'altare per la chiesa di S. Clemente a Hannover; dal 1716 alla fine del 1717 dipinge ad Anversa, nel 1718 a L'Aia, nel maggio 1719 è ancora a Londra: di qui, alla fine dello stesso anno, passa a Parigi, poi a Venezia, poi di nuovo a Parigi nel 1720; nel 1721 è nuovamente a Venezia, poi nel 1722 ancora a Parigi. Nel 1724 è a Würzburg, donde progetta di andare a Praga; nel 1725 dipinge a Dresda; nel novembre dello stesso anno a Vienna, dove ritorna successivamente fino al gennaio del 1730; fra il 1730 e il 1737, infine, divide la sua operosità tra Padova, Verona e Würzburg; e termina lavoro e vita nella sua Venezia, nella parrocchia di S. Vitale.
Moltissime sono le opere di questo pittore infaticabile, che dovunque lasciò esempî agli artisti locali. I maggiori complessi dovuti al suo pennello rapido e leggiero sono all'estero: ricordiamo i principali ad Anversa (Brouwer-Huis), a Bensberg (Castello), a Castle Howard, a Vienna (chiese di S. Carlo, dei Salesiani, ecc.), senza contare tutte le opere di cavalletto e i disegni, sparsi in varie raccolte pubbliche e private d'Europa. In Italia, se si eccettua l'autoritratto agli Uffizî a Firenze, opere sue pubbliche si trovano soltanto a Venezia e a Padova: quivi rammentiamo una Santa Famiglia alle Dimesse, una Madonna e Santi al Duomo, un S. Nicolò agli Eremitani (sagrestia) e un Martirio di Santa Caterina alla Biblioteca del Santo. A Venezia: il Serpente di bronzo a S. Moisè, un Martirio di S. Andrea a S. Stae, dipinti in palazzo Giustinian alle Zattere, un disegno al museo Correr e infine a San Vitale, dove il pittore morì, i santi Giuseppe e Francesco di Paola in chiesa e il Martirio di S. Vitale in sagrestia.
Il P. fu pittore finora non stimato secondo il suo merito, e fra tutti i Veneti che precedettero artisticamente il rafforzamento plastico del Piazzetta, che diede la spina dorsale alla pittura veneziana del Settecento, forse quello che più seppe fare della dolcezza dei colori e del disfacimento dei toni una reale qualità artistica. Certo è una pittura di sfumature la sua; ma, oltre al valore assoluto in sé essa ha una non scarsa importanza storica per l'influenza che esercitò anzitutto sull'arte della cognata (la pittrice Rosalba Carriera, di cui il P. sposò la sorella Angela), poi, sebbene parzialmente e fuggevolmente, su quella di Sebastiano Ricci; ma specialmente sullo sviluppo tecnico del Settecento inglese, francese e austriaco.
Bibl.: K. Steinweg, in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, XXVI, Lipsia 1932 (con la bibl. preced.).