PUZZI, Giovanni Antonio Maria
PUZZI, Giovanni Antonio Maria. – Nacque a Parma il 24 maggio 1791, da Giacomo e da Maria Tosoni (Parma, Archivio vescovile, Liber baptizatorum 1791-1792).
Il 19 maggio 1808 entrò come «étudiant du Dessin et du Corne de cache [sic]» (Archivio di Stato di Parma, Sanvitale, busta 905/A, elenco degli alunni, s.d. ma 1810) nella Casa di educazione di Fontanellato fondata sei anni prima dal filantropo conte Stefano Sanvitale (1764-1838), e nella scuola di musica strumentale annessa all’istituto studiò sotto la guida di Francesco Paglia (circa 1772-1856; i documenti parmigiani sono stati reperiti da Giuseppe Martini). Si perfezionò poi con Luigi Belloli (1769-1817), suo conterraneo e primo corno alla Scala di Milano (Dauprat, 1824). In effetti, tra le composizioni di Belloli possedute da Puzzi vi è una Fantasia per corno e orchestra da lui eseguita al Théâtre Odéon di Parigi nel 1813, in cui Puzzi si dichiara allievo di Belloli (ms. a Ginevra, Biblioteca del Conservatorio).
Risalgono alla stagione 1810-11 le prime notizie di un brillante debutto come solista itinerante, allorché nel teatro di Cremona inaugurò con un concerto per corno da caccia una serie di ‘accademie musicali’, ricavando il notevole incasso di 332,14 lire; un’altra ‘accademia’ è documentata il 7 gennaio 1812 nel teatro Imperiale di Parma (Vetro, 2011). Da lì prese avvio la sua carriera di concertista, acclamato nelle principali città europee. Nello stesso 1812 il conte Sanvitale lo condusse a Parigi (Adorni, 1840), dove venne introdotto alla corte di Napoleone dal conterraneo Ferdinando Paer, compositore di corte, e poté mietere non pochi successi, come risulta da una recensione del Journal de Paris del 19 settembre 1815 riportata nella Gazzetta di Parma il 17 ottobre, in seguito ad alcuni concerti dati in serate della primadonna Angelica Catalani:
«Potrebbesi forse, senza essere ingiusto, obliare il bel talento del Sig. Puzzi, il quale trae così luminoso partito dal più ingrato fra gli strumenti? Che suoni puri e dolci sa egli far fare al corno cui anima il suo fiato! Che limpidezza! Che possesso! Egli si fa giuoco delle difficoltà; le affronta le assale con tanto di coraggio e di fortuna, che non si scorgono, per così dire, se non quando sono superate. La sua modestia poi dà risalto al suo talento ammirabile che a lui medesimo sembra di non avere» (Mongrédien, 2008, III, p. 592).
Dal 1813 fino ai primi del 1817 Puzzi risulta in forze come solista di corno al Théâtre Italien (Mongrédien, 2008, III, pp. 499, 548, 782; IV, p. 37). Ne dà conferma tra l’altro il giornale Le Constitutionnel (24 maggio 1816) che, nel recensire La clemenza di Tito di Mozart, in cartellone alla Salle Favart, allude a un’aria sostitutiva di Paer, Se all’impero, amici dèi, in cui «l’accompagnement de cor, exécuté avec un art parfait par M. Puzzi, y jette un charme tout particulier» (ibid., p. 682).
Nello stesso 1816 Puzzi fu invitato a Londra dal duca di Wellington (Whitaker, 1907, p. 218). Nel giro di pochi anni divenne primo corno nel King’s Theatre, nell’orchestra della Philarmonic Society (1821-24) e nei Concerts of Antient [sic] Music (1823-26), e nel 1837 fondò i Classical concerts for wind instruments (Strauchen, 2000, pp. 10-45).
Nel periodo 1821-27 intraprese una serie di viaggi sul continente ingaggiando cantanti per John Ebers, impresario del King’s Theatre; dal 1826 avviò la ben più remunerativa attività di impresario teatrale, attestata dallo scrittore Thomas Willert Beale (ibid., p. 17); e negli anni 1836-38 diresse la compagnia di opera buffa del Lyceum Theatre.
Non per questo Puzzi rinunciò alla carriera di virtuoso, forte di un vasto repertorio che egli incrementò componendo arrangiamenti per corno solista dei brani in voga dell’opera italiana. Tali composizioni, insieme a quelle a lui dedicate (tra cui la Sonata di bravura concertante op. 13 per corno e pianoforte di Cipriani Potter, circa 1824, o la Introduction et Rondeau écossais op. 63 di Ignaz Moscheles, 1825), testimoniano le eccellenti capacità di cui era dotato e rappresentano il vertice massimo del virtuosismo sul corno naturale.
Puzzi, il più illustre virtuoso di corno della generazione successiva a Giovanni Punto (ossia il boemo Jan Václav Stich, 1746-1803), esercitò una notevole influenza sull’ambiente dei cornisti londinesi, tanto che i musicisti locali, nella sua scia, abbandonarono i modelli di corno di tipo tedesco a favore degli strumenti francesi dei Raoux, che egli prediligeva (Strauchen, 2000, pp. 184 s.). Sopravvivono tre strumenti Raoux appartenuti a Puzzi: un cor solo di Lucien-Joseph datato 1814 (Oxford, Adam Carse Collection at the Horniman Museum); un modello orchestrale costruito nel 1821 dallo stesso (Londra, Royal Academy of Music); e un cor solo di Marcel-Auguste con campana direzionata a sinistra, al contrario dell’usuale, costruito nel 1826 o 1827 e donato a Puzzi dal re di Francia (Londra, Victoria and Albert Museum).
Primo insegnante di corno all’apertura della Royal Academy of Music nel 1823 (Strauchen-Scherer, 2006, p. 255), Puzzi può essere considerato l’iniziatore della moderna scuola cornistica inglese, sulla quale esercitò un forte influsso, importando in Inghilterra la tecnica esecutiva che era stata alla base del successo di molti cornisti formatisi a Parma, dall’alsaziano Jean-Joseph Rodolphea Giulio Paer (padre di Ferdinando) fino ai Paglia e ai Belloli: una tecnica che Puzzi avrà descritto, si presume, in quel Nuovo metodo di imparare e suonare il corno che (menzionato in Regli, 1860) dovette rimanere allo stato di manoscritto.
Nel 1827, durante l’attività di impresario, incontrò la cantante Giacinta Toso (1807-1889), nativa di Scandeluzza nell’Astigiano: accolto l’invito a recarsi in Inghilterra per far parte della compagnia lirica da lui organizzata, ben presto la giovine divenne sua moglie. Ai concerti che Puzzi dava insieme con le figlie e la moglie nella casa di Piccadilly 210 assisteva il più scelto pubblico londinese. Tra i molti recital documentati spicca quello del 3 luglio 1853 al Drury Lane assieme al violinista Antonio Bazzini e al contrabbassista Giovanni Bottesini; con quest’ultimo Puzzi suonò ancora ai Willis’s Rooms il 21 maggio 1855.
Il ruolo svolto da Giacinta nel tessere i rapporti con l’aristocrazia inglese fu uno dei segreti del successo mondano conseguito dai due, che li portò a occupare una posizione invidiabile nella società londinese e ad accumulare una notevole ricchezza per sé e le figlie. Tale rendita permise al cornista di costruire vicino al paese natale della moglie la villa Puzzi, dove essi passarono gran parte dell’ultimo periodo di vita (nel 1970 è stata trasformata in un convento di clausura).
Morì a Londra il 1° marzo 1876.
Inarrivabile nelle sue doti di musicista e di virtuoso, Puzzi era di temperamento mite e generoso; aiutò e sostenne gli artisti italiani espatriati in Inghilterra (Whitaker, 1907, p. 221). Un elenco di sue composizioni è nel Dizionario della musica del Ducato di Parma e Piacenza di Gaspare Nello Vetro. Un ritratto del cornista, eseguito da Paolo Toschi, è nella Rocca Sanvitale di Fontanellato, Sala dei Cimeli.
Fonti e Bibl.: Ginevra, Conservatoire, ms. Ab211: L. Belloli, Fantasie (coll. Puzzi); New York, Pierpont Morgan Library, Mary Flagler Cary Music Collection: lettera autografa di Giacinta Puzzi Toso a Julian Marshall (1882); L.-F. Dauprat, Méthode de cor alto et cor basse, II, Paris 1824, p. 158; G. Adorni, Vita del conte Stefano Sanvitale, Parma 1840, p. 53; F. Regli, Dizionario biografico dei più celebri poeti ed artisti melodrammatici..., Torino 1860, pp. 426 s.; T. Whitaker, Sicily and England. Political and social reminiscences 1848-1870, London 1907, pp. 218, 221; E.B. Strauchen, G. P.: his life and work, Ph.D. diss., Oxford 2000; B. Strauchen-Scherer, “Nomen est omen”: the “French horn” in England during the nineteenth and first half of the twentieth century, in Jagd- und Waldhörner. Geschichte und musikalische Nutzung, a cura di B.E.H. Schmuhl - M. Lustig, Augsburg-Michaelstein 2006, pp. 249-255, 258, 263-265; J. Mongrédien, Le Théâtre-Italien de Paris: 1801-1831, I-VIII, Lyon 2008, ad ind.; G.N. Vetro, P. G., in Id., Dizionario della musica del Ducato di Parma e Piacenza, Parma 2011, http://www.lacasadellamusica.it/Vetro/Pages/Dizionario.aspx?ini=P&tipologia=1&idoggetto= 1242&idcontenuto=2387 (4 aprile 2016).