FASOLO, Giovanni Antonio
Pittore, nato a Vienna nel 1530, morto ivi il 26 agosto 1572. Fu imitatore di Paolo Veronese, col quale avrebbe collaborato nel 1556 al soffitto di S. Sebastiano a Venezia. Dal 1557 al 1562 eseguì le decorazioni per il Teatro Olimpico a Vicenza: dipinse nel 1560 la Famiglia di un procuratore di S. Marco (Chiesa della Salute, Venezia), nel 1568 la Loggia del Capitano a Vicenza; e verso il 1570 la villa di Coldogno. Le tonalità fredde, i segni taglienti, il comporre simmetrico dei primi suoi quadri lo tengono lontano dalla fluidità veronesiana, appesantita in lui da elementi accademici romani e quasi da preziosità fiamminghe (Madonna del Rosario, ritratto dei Pajello, ritratto di giovinetta, tutti nel museo di Vicenza). Più libero è invece nei cicli di affreschi per alcune ville del Veneto. Così in quella Colleoni a Thiene, dove con vivida fantasia intreccia e bilancia volute, stemmi, pesanti figure, in colori freddi e trasparenti: l'enfasi, il gigantismo, le predilezioni architettoniche alla Giulio Romano si ritrovano nelle scene maggiori, ma in esse un'ariositb più ape1ta dà luogo a un piacevole cromatismo.
Le qualità del F. sono espresse in modo migliore negli affreschi della villa di Coldogno, poi Pajello, presso Vicenza; e anche qui non tanto nella parte puramente decorativa, e nei giganteschi telamoni o negl'ignudi, memori di Michelangelo, quanto nelle scene di genere, specialmente in quelle illustranti Musica, Giuoco, Danza e Convito, di gradevole ingenuità nel disporsi delle figure contro uno sfondo arioso di cieli, fra architetture palladiane. Ma le persone un po' impacciate, vestite di ricchi colori, mancano dell'agilità decorativa di G. B. Zelotti (col quale il F. è spesso confuso), e, più, delle qualità di Paolo Veronese, suo costante ispiratore. Meglio che in alcuni ritratti (due, di gentildonna, nelle gallerie di Dresda e di Vienna), in qualche pala, dove si sente lo sforzo del comporre sonante (p. es., la Probatica Piscina al museo di Vicenza), il F. è felice dove ascolta la sua indole narrativa che lo porta a fresche osservazioni di vita quotidiana.
Bibl.: B. C. K., in Thieme-Becker, Künstl.-Lex., XI, Lipsia 1915; A. Venturi, Storia dell'arte ital., IX, iv, Milano 1929, p. 1010 segg.; G. Fiocco, P. Veronese, Bologna 1928, p. 46 segg.; B. Brunelli e A. Callegari, Ville del Brenta e degli Euganei, Milano (1931), p. 366 segg.