COLOZZA, Giovanni Antonio
Nacque il 13 sett. 1857 da Michele e da Pasquala Zampini a Frosolone (Campobasso). Egli compì i primi studi in un istituto privato del luogo natale, quindi, dopo aver terminato il ginnasio, li proseguì a Campobasso e nel 1878 ottenne la patente di maestro, necessaria all'insegnamento elementare di grado superiore. Si trasferì poi a Napoli presso uno zio, il canonico Giuseppe Vago, e insegnò nella scuola privata che questi dirigeva.
La professione di maestro non gli impedì di dedicarsi ad altre attività culturali. Dal 1881 in poi infatti egli pubblicò numerosi articoli e recensioni su varie riviste, quali la Rassegna critica di opere filosofiche, scientifiche e letterarie di Napoli, Il Nuovo Educatore di Roma, Il Risveglio educativo di Milano; inoltre si iscrisse all'università di Napoli ove, preso da interessi e suggestioni di varia natura, frequentò le lezioni dei più eminenti professori di diverse materie, tra cui medicina, diritto e filosofia. Su quest'ultima concentrò però buona parte dei suoi studi e divenne ben presto il miglior discepolo dell'Angiulli, allora docente di pedagogia e di etica. In questi anni giovanili condivise le dottrine positiviste del maestro, di cui fu un interprete originale.
Frattanto continuava l'insegnamento nelle scuole elementari e presso le normali. Pur senza laurea infatti ottenne i certificati, allora necessari, per accedere all'insegnamento in queste ultime. Tra il 1883 e il 1885 fu incaricato di lingua italiana, storia, geografia, matematica, pedagogia, psicologia, etica e storia della ginnastica. Nel 1885 infine ottenne l'abilitazione all'insegnamento della pedagogia nelle scuole private e nell'89 questa fu estesa alle scuole normali del regno. Intanto, dal 1887, era divenuto assistente dell'Angiulli presso il Museo pedagogico dell'università di Napoli ed alla morte del maestro, avvenuta nel 1890, subentrò al suo posto nella cattedra di etica e psicologia presso il liceo "Vittorio Emanuele II".
In questo periodo egli pubblicò alcuni studi di notevole interesse pedagogico: del 1881 è l'opera Questioni pedagogiche: potere dell'educazione, del 1885 il Saggio di pedagogia comparata del 1895 e infine Il giuoco nella psicologia e nella pedagogia.
In questi saggi il C., sulle orme dell'Angiulli, tentò di delineare una teoria pedagogica fondata su basi strettamente scientifiche, come veniva indicato dalla filosofia positivista. L'educazione, secondo il C., deve tener conto dei rapporti che legano l'individuo sia al mondo naturale sia al mondo sociale in cui esso vive e deve indicare la via per il suo inserimento nel più ampio processo di evoluzione biologica e storico-culturale dell'umanità. Nel Saggio di pedagogia comparata, in particolare, ogni momento dell'educazione e della formazione dell'individuo è tenuto in stretto contatto con il mondo naturale a cui ci si riferisce sempre e il cui studio è un elemento importante e irrinunciabile per comprendere e orientare il comportamento umano. Sempre basandosi sulla teoria evoluzionista, l'uomo è considerato quale ultimo e più elevato gradino di una scala in ascesa verso vette sempre maggiori di perfezione. L'uomo è superiore dunque a tutti gli altri esseri animali, ma non per motivi spirituali ed irrazionali, che il C. considera superati, bensì per meriti naturali ed oggettivi. E se esiste una scala tra le specie animali, esiste anche tra gli uomini e proprio a questo proposito ha importanza l'educazione. Secondo il C., infatti, questa ha il potere di elevare i singoli individui ed in generale le razze inferiori verso i più alti gradini di civiltà. "L'educatore deve scendere fino all'educando essendo un'assurdità pretendere che questi si elevi dal bel principio fino a quegli" (p. 54). Nella sua speculazione il C. aveva spinto la teoria evoluzionista alle interpretazioni più estreme, fino ad ipotizzare l'ereditarietà e la trasmissibilità dei risultati del processo educativo.
Nei primi anni del '900, ormai sottratto all'influenza dell'Angiulli, il C. trovò un'autonoma collocazione nel mondo accademico e culturale. Nel 1900 conseguì per titoli la libera docenza in pedagogia presso l'università di Napoli. Partecipò quindi al concorso per la cattedra di pedagogia all'università di Palermo rimasta vacante: risultò primo e con decr. 15 febbr. 1903 fu nominato professore straordinario presso quell'ateneo. Iniziò così l'insegnamento universitario, che doveva durare fino al 1927 e al quale dedicò gran parte delle sue forze e del suo impegno. Nel corso di questi anni ebbe anche altri incarichi quale ispettore scolastico, giudice in commissioni di esame, membro di comitati.
La sua produzione fu cospicua e testimonia l'evolversi del suo pensiero e dell'attività di ricerca in un progressivo distacco dalla corrente positivista per avvicinarsi sempre più alle posizioni idealiste. La meditazione: appunti di psicologia, del 1903, è la prima opera nella quale si nota questa evoluzione verso una sintesi tra le due correnti filosofiche. Tenendo ferme, infatti, le implicazioni di carattere naturalista e scientifico il C. riteneva necessario prendere in considerazione quell'anelito spirituale che egli stimava ora essere caratteristica precipua dell'uomo. Il risultato pratico delle sue ricerche furono numerose pubblicazioni, tra cui la più significativa è Psicologia e pedagogia dello sforzo. La mia fede e il mio ideale educativo, elaborata nei primi anni del '900, ma pubblicata nel 1951.
Nel 1927, giunto ai limiti della carriera, lasciò l'insegnamento e si estraniò dal mondo della cultura per ritirarsi a Napoli. Nei quindici anni successivi la sua produzione scientifica non offre nulla di nuovo. Nel 1940, all'entrata in guerra dell'Italia, tornò al suo paese natale, Frosolone, dove morì il 13 nov. 1943.
Opere principali: Questioni pedagogiche: potere dell'educazione, Napoli 1881; Saggio di pedagogia comparata, ibid. 1885; Il giuoco nella psicologia e nella pedagogia, Torino 1895; Del potere di inibizione. Nota di pedagogia, ibid. 1898; L'immaginazione nella scienza. Appunti di psicologia e pedagogia, ibid. 1899; La meditazione: appunti di psicologia, Napoli 1903; Le idee pedagogiche di E. F. Amiel, ibid. 1906; Questioni di pedagogia, Milano 1911; L'educazione del sentimento dell'onore, Roma 1912; Il metodo attivo nell'"Emilio". Saggi, Palermo 1912; Il successo nell'opera educativa, in Rivista di pedagogia, X (1917), 5-6; La matematica nell'opera educativa. Appunti per una pedagogia della ragione, Roma 1918; Lo sforzo collettivo. Nota di psicologia, in Rivista di filosofia, XII (1920), 2; Artifizio e artifiziosità nell'educare, in Rivista pedagogica, XIII (1920), 5-6; La meditazione, Lanciano 1923; Lo sforzo per l'arte e per l'educazione artistica, Torino 1925; Psicologia e pedagogia dello sforzo. La mia fede e il mio ideale educativo, Urbino 1951.
Fonti e Bibl.: G. Pannese, Storia della pedagogia ital. in rapporto con le condiz. politiche, letterarie, artistiche e religiose avanti l'epoca di Roma a tutto il sec. XIX, Roma 1913, pp. 477 s.; G. Sapienza Castagnola, Storia moderna della pedagogia ital., Catania 1916, p. 415; F. Giuffrida, Il fallimento della Pedagogia scientifica, Città di Castello 1920, pp. 95 s.; G. Gentile, Scritti pedagogici. Educaz. e scuola laica, Milano 1932, pp. 298 s.; E. Codignola, Il pensiero pedagogico contemporaneo, in Civiltà fascista, V (1938), p. 524; Id., Pedagogisti ed educatori, Milano 1939, p. 144; F. Cangemi, Pedagogia e sociologia nel pensiero di G. A. C., Palermo 1951; A. Agazzi, Panorama della pedagogia d'oggi, Brescia 1953, ad Indicem; F. Cangemi, Il potere dell'educaz. secondo G. A. C., Palermo 1953; U. Spirito, Il pensiero pedagogico del positivismo, Firenze I 956, p. 574; D. Bertoni Jovine, La scuola ital. dal 1870 ai nostri giorni; Roma 1958, pp. 103-106, 108, 110; Studi Pedagogici in on. di G. A. C., Palermo 1959; A. Banfi, Sommario di storia della pedagogia, Urbino 1964, p. 395; G. Calò, II Positivismo Pedagogico ital., Roma 1967, pp. 25 ss.; A. Santoni Rugiu, Dai primi del '900 alla riforma Gentile, in E. Codignola in 50 anni di battaglie educative, Firenze 1967, pp. 21-26; S. Caramella, Studi sul positivismo pedagogico, Firenze 1971, pp. 218 ss.; Bibliografia filosofica ital., 1850-1900, Roma 1968, p. 145.