ZANNONI, Giovanni Antonio Bartolomeo
ZANNONI (Rizzi Zannoni), Giovanni Antonio Bartolomeo. – Nacque a Padova, da Girolamo Rizzi Zannoni e da Elena Marchiori, alle ore 13 del 2 settembre 1736.
Si conosce poco sui primi anni di vita e sulla sua educazione. Malgrado gli ipotizzati corsi presso l’Università di Padova, come allievo del marchese Giovanni Poleni, fu con ogni probabilità un autodidatta. Un documento redatto nel 1756, indirizzato al vicario generale di Padova per ottenere un’attestazione di stato libero, descrive minutamente una lunga serie di viaggi attraverso l’Italia e l’Europa, da lui effettuati a partire dalla tenera età di 10 anni, senza alcun riferimento a studi seguiti con continuità presso alcuna scuola o università (Valerio, 1993, p. 86). Poco dopo la richiesta di stato libero del 1756, lasciò nuovamente Padova per recarsi in Germania ove lavorò presso lo stabilimento cartografico dei Seutter e successivamente presso gli eredi di Homann. Acquisì subito una certa notorietà con il rilevamento dell’Oldenburg – eseguito determinando una piccola base di 2145 piedi parigini, pari a m 696,779 – e pubblicato da Seutter nel 1758.
Nel 1759 era certamente a Norimberga, curando alcune carte per lo stabilimento geografico e calcografico degli Eredi di Homann; in particolare pubblicò una grande carta in quattro fogli dal titolo bilingue Carte des expeditions de la guerre presente en Allemagne [...] / Kriegs expeditionskarte von Deutschland, nella quale erano registrati tutti i fatti d’arme che avevano interessato il centro Europa dal 1756 bis den 1, Januar 1759. La carta è dedicata a Francesco Loredan, «venetorum Principi pio felici munifico patribus conscriptis» ed è «presentée à la Serenissime Republique et Seigneurie de Venise», segno evidente di un forte interesse verso la madre patria, con la quale non intendeva perdere i contatti, che gli furono utilissimi in occasione del suo rientro a Padova nel 1776.
Per gli eredi di Homann realizzò altre tre carte che videro la luce nel 1762: la Nouvelle carte du gouvernement [...] d’Orleans, la Novissima et accurtissima regnorum et insularum Siciliae et Sardiniae e un aggiornamento della carta delle campagne militari in Germania fino al giugno del 1762. Grazie alla notorietà acquisita con le numerose pubblicazioni sulla guerra nel centro Europa, sul finire del 1759 fu chiamato a Parigi. Nel 1760 comparve la sua prima opera francese, le Étrennes géographiques, un volume di piccolo formato con 26 carte. Nel 1761 si affermò all’attenzione degli astronomi e dei cartografi europei per la pubblicazione di una Epistula (Epistula D.ni Rizzi Zannoni ad Uraniae cultores, Parigi) con la quale chiedeva di effettuare osservazioni simultanee del passaggio di Venere sul disco solare, al fine di determinare le differenze di longitudine di parecchi luoghi dell’Europa centrale.
A parte le osservazioni astronomiche, durante tutto il periodo parigino la sua produzione scientifica fu improntata soprattutto all’elaborazione di materiale già esistente. Tali sono, ad esempio, la carta del Portogallo in due fogli in scala 1:1.220.000 circa, la carta delle isole Antille e una della Germania in quattro fogli, tutte inserite nell’Atlas moderne, pubblicato dall’editore Lattré nel 1762. A questo periodo dovrebbe risalire un’ipotetica missione in Canada per conto del governo francese allo scopo di demarcare i limiti con le colonie inglesi, al termine della guerra dei Sette anni.
Di questa avventura americana, registrata in molti passaggi autobiografici e accreditata da fonti successive, non vi è traccia negli archivi francesi. Va comunque osservato che nel 1763 non si registra alcuna sua attività né pubblicazioni e che in un Registro generale dei progetti e delle memorie esistenti nel Deposito della Guerra, del 1815, nel quale sono descritti in gran parte manoscritti di proprietà di Zannoni, figurano molteplici materiali relativi al Nordamerica (Valerio, 2014, nota 26). Un altro momento della sua vita su cui ancora far luce.
Il 20 marzo 1765 divenne socio corrispondente dell’Accademia delle scienze di Göttingen, titolo prestigioso che appose sulla Carta geografica della Sicilia prima, la sua prima impegnativa opera geografica relativa a un vasto territorio.
La carta era stata avviata dall’abate Ferdinando Galiani, segretario dell’ambasciata napoletana a Parigi, nel 1762, ma venne portata a compimento da Zannoni tra il 1767 e il 1769. Sebbene redatta su materiale documentario e a volte antico, come alcune pergamene geografiche di età aragonese e vicereale, risultò un prodotto di altissimo valore scientifico e di grande finezza grafica, divenendo la migliore carta corografica del Regno di Napoli.
Un ulteriore prestigioso progetto cui si accinse a lavorare fu l’atlante della Polonia, annunciato nel 1770 e terminato nel 1772: anche questa un’opera di grande valore scientifico e assolutamente moderna, realizzata unicamente attraverso la scelta di materiale cartografico e documentario, senza alcuna osservazione diretta sul terreno.
La fama di Zannoni crebbe molto in quegli anni: il 22 marzo 1772 ricevette un Brevet d’ingénieur hydrographe de la Marine e, malgrado la netta opposizione dell’astronomo Joseph-Jerôme de Lalande, riuscì a ottenere il posto di premier ingénieur nel Dépôt de la marine già di Jacques-Nicolas Bellin, morto il 1° maggio 1772. L’ostilità dell’ambiente francese, che mal tollerava uno straniero in una posizione così importante e delicata, fu tale che nell’agosto successivo Zannoni dovette abbandonare il posto. Nel 1775 riuscì a ottenere, per intercessione del ministro degli Affari esteri Charles-Gravier de Vergennes, la direzione del Bureau topographique pour la démarcation des limites. Una serie di infelici programmazioni di spese cartografiche – stava preparando una carta di grandi dimensioni dell’Impero turco in Europa – lo ridussero sull’orlo del collasso economico.
In tale delicato frangente, si presentò l’occasione di nuovi contatti con la sua patria, attraverso la folta colonia veneta a Parigi. Il lavoro svolto da Zannoni e la sua imponente raccolta di dati astronomici e cartografici, spinsero Giuseppe Toaldo ad appoggiare un suo rientro a Padova, promettendogli incarichi professionali e accademici. Vi giunse dopo un lungo e interessante viaggio di natura scientifica attraverso il Baden e la Baviera, che lo portò a visitare i principali osservatori della bassa Germania. A Monaco, ove arrivò nei primi giorni di luglio del 1776, risiedette per circa quattro mesi, avviando, per espresso interessamento di Maximilian III, una carta della Baviera da finanziarsi per sottoscrizione, per la quale eseguì osservazioni astronomiche e rilevamenti topografici. Anche tale progetto dovette essere abbandonato, a causa del cattivo esito della sottoscrizione.
Zannoni giunse infine a Padova negli ultimi giorni di novembre; si recò quindi a Venezia ove, su indicazioni di Toaldo, prese contatto con studiosi e aristocratici, per raccogliere materiali, strumenti e sostegno economico per la realizzazione di una carta degli Stati veneti. In questo frangente ebbe occasione di contattare il principe Wenzel Anton von Kaunitz al quale sottopose, il 13 novembre 1777, forse su sua espressa richiesta, un progetto per una carta della Lombardia. Nel 1778, sfumata la carta del Milanese, Zannoni avviò la realizzazione di una grande carta del territorio padovano, in scala 1:20.000, che doveva comporsi di dodici fogli; nel 1781 ne risultavano pubblicati già tre.
Intanto aveva trovato una degna sistemazione nell’ambiente padovano: il 29 marzo 1779 era stato nominato pensionario dell’Accademia di Padova. La sua attività futura sembrava doversi oramai collocare negli Stati veneti, per l’esecuzione di una grande carta dei possedimenti di Terra, della carta topografica del Padovano e di uno straordinario progetto editoriale di un grande atlante universale, per il quale pubblicò un Manifesto per le sottoscrizioni, nel 1781.
Il 22 aprile 1781 venne inoltrata al Senato veneto, attraverso il residente napoletano, la richiesta da parte del re di Napoli di accordare a Zannoni un permesso di sei mesi «per ridurre ad effetto la di lui opera di correggere, e migliorare la Carta Topografica di quel Regno» (Valerio, 1993, p. 113). Nel giugno del 1781 fu per la prima volta a Napoli, nuovamente con Galiani, a progettare una carta dell’intero Regno, da realizzarsi attraverso rilevamenti diretti. Il permesso di sei mesi venne rinnovato per due anni e poi ancora per due, finché la residenza napoletana non divenne definitiva.
Con un reale dispaccio del 22 ottobre 1781, dal titolo Commissione per la carta geografica, venne istituito il primo stabilimento cartografico di Stato in una nazione italiana. Nel giro di un decennio furono incisi i 24 fogli che componevano l’Atlante marittimo del Regno, mentre l’atlante geografico in 31 fogli procedeva speditamente. Nel frattempo furono realizzate anche opere cartografiche di grande interesse sia per gli aspetti economici delle aree rappresentate sia per la mera promozione dell’immagine della corte. La Pianta della città di Napoli, terminata nel 1790, risulta essere uno dei più bei prodotti cartografici mai realizzati. Per la sua realizzazione furono coinvolti i migliori artisti: Philip Hackert curò gli aspetti decorativi, mentre il fratello Georg sovrintese all’incisione. Nel 1793 fu realizzata una Carta del littorale di Napoli, da porsi come antiporta ai volumi delle Antichità di Ercolano; nel 1794 la Topografia dell’Agro napoletano: dei veri e propri monumenti dedicati alla bellezza di una delle aree più famose e visitate al mondo in quegli anni, grazie agli scavi di Ercolano e di Pompei e alle innumerevoli antichità greche e romane presenti su quel territorio.
La Commissione durò fino al 1795 quando, con la morte del terzo commissario Saverio Mattei, lo stabilimento geografico passò sotto le dirette dipendenze del potentissimo ministro John Acton. La situazione geopolitica italiana ed europea era completamente mutata e la nascita delle coalizioni militari antifrancesi trasformarono la natura del laboratorio cartografico che divenne uno strumento nelle mani dei militari. Pertanto, le operazioni topografiche sul territorio meridionale furono del tutto interrotte e l’officina produsse solo carte per l’imminente guerra: nel 1795 fu pubblicata una Nuova carta generale della Lombardia in quattro fogli, cui fece seguito, nel 1799, una Carta dell’Italia settentrionale in cinque fogli. Zannoni, che per tutto il periodo borbonico poté fregiarsi del titolo di geografo del re, fu l’ultimo autentico geografo di corte in un mondo che si andava radicalmente e velocemente trasformando sotto gli impulsi della Rivoluzione francese e delle nuove tecniche di rilevamento e di calcolo geodetico.
Con la venuta dei francesi a Napoli nel 1806, oramai settantenne, continuò ad attendere alla realizzazione delle carte del Regno. Sebbene l’idea del nuovo governo francese fosse quella di trasformare la settecentesca Officina geografica, attributo della corte borbonica, in uno «stabilimento scientifico militare modellato su quello delle grandi Nazioni d’Europa» (Valerio, 1993, p. 207), la presenza dell’anziano geografo non consentiva una totale militarizzazione. Il Deposito topografico, che venne istituito nel 1807, fu lasciato nel recinto del Real Palazzo, sotto la direzione di Zannoni, ma venne posto sotto la vigilanza del generale Gabriel-Mathieu Dumas.
Nel decennio francese Zannoni realizzò ancora molteplici cartografie e, soprattutto, portò a compimento l’atlante geografico in 31 fogli, i cui lavori erano stati quasi abbandonati a partire dal 1794: nel giro di cinque anni furono terminati i 19 fogli mancanti. L’ultimo, relativo alla Basilicata, vide la luce nel 1812. Notevole fu l’impegno dell’intera compagine dei disegnatori e degli incisori nel realizzare in soli due anni, tra il 1806 e il 1808, un Atlante del Regno di Napoli in sei fogli per tutti gli usi civili e militari: era la prima immagine moderna completa del Mezzogiorno d’Italia.
Dal Deposito topografico uscirono carte sia amministrative sia militari, a seconda delle esigenze e delle richieste che provenivano dai vari uffici governativi. Il passaggio dell’Officina geografica dalle mani del re a quelle dei militari portò anche a una democratizzazione della produzione cartografica che non fu più un appannaggio della corte, ma divenne un servizio reso alla nazione. Con i francesi ebbe inizio la vendita al pubblico delle carte prodotte: eruditi, ingegneri, accademici, scienziati e la nuova borghesia che si andava formando nel Regno poterono disporre di uno straordinario strumento di conoscenza del territorio. Le opere realizzate da Zannoni a Napoli, in oltre trent’anni di attività, lo avevano consacrato come il maggiore cartografo italiano dell’età moderna e uno dei più noti e accreditati nell’intera Europa.
La sua morte, a Napoli il 20 maggio 1814, avvenne in un momento particolarmente convulso nella storia italiana ed europea, non fu registrata in alcuna gazzetta o giornale contemporaneo e passò assolutamente inosservata.
Fonti e Bibl.: L’elenco delle sue pubblicazioni a stampa è in V. Valerio, Pubblicazioni non cartografiche di Giovanni Antonio Rizzi Zannoni, in Giovanni Antonio Rizzi Zannoni scienziato del Settecento veneto (catal.), a cura di Id., Venezia 2014, pp. 25 s. I documenti d’archivio e la corrispondenza epistolare sono presentati e descritti in V. Valerio, Società uomini e istituzioni cartografiche nel Mezzogiorno d’Italia, Firenze 1993, nelle note alle pp. 84-217, e nelle fonti documentarie alle pp. 667-679. Si fa riferimento a tale lavoro anche per l’ampia bibliografia disponibile su Zannoni fino a quella data. Di seguito verranno indicate unicamente le pubblicazioni successive al 1993 o non presenti nel succitato lavoro. Del ricco epistolario risulta pubblicata la sola lettera scritta da Monaco nel 1776 (Padova, Biblioteca del seminario vescovile, cod. 798, cc. 87-94), in V. Valerio, Da Parigi a Monaco di Baviera nel 1776. Il rientro in Italia di Giovanni Antonio Rizzi Zannoni, in Geotema. Organo ufficiale dell’Associazione geografi italiani, 2005 (ma 2008), 27, pp. 215-226.
In occasione del bicentenario della morte di Zannoni è stato costituito un comitato nazionale per le celebrazioni, la cui attività ha avuto inizio il 24 gennaio 2014 con la posa di una targa commemorativa sul bastione settentrionale di Castel S. Elmo in Napoli, luogo delle prime osservazioni astronomiche effettuate da Zannoni tra il 7 e il 24 gennaio 1782, per calcolare le coordinate geografiche di Napoli. A cura delle varie istituzioni aderenti sono stati pubblicati cataloghi di mostre e volumi che hanno gettato nuova e inedita luce sulla sua vita e sulle sue opere. Si segnalano in particolare gli Atti del convegno internazionale tenuto a Venezia presso l’Istituto veneto di scienze, lettere ed arti il 15 e 16 maggio 2014, pubblicati a cura di V. Valerio e G. Gullino con il titolo, G.A. Rizzi Z. scienziato del Settecento veneto, Venezia 2015. Negli Atti sono stati pubblicati i seguenti saggi cui si rimanda per i diversi aspetti, spesso inediti, della vita e delle opere di Zannoni: F. Fantini, L’inedita vita privata di G.A.B. Rizzi Z., scienziato padovano, pp. 17-83; M. Sponberg Pedley, Rizzi Z. in Paris and the culture of French cartography, pp. 85-118; M. Heinz, Rizzi Zannonis Beitrag zur deutschen Kartographie zwischen 1756 und 1776, pp. 119-134; R. Battocchio, Lettere di G.A. Rizzi Z. nella Biblioteca del seminario vescovile di Padova, pp. 135-146; G. Mazzi, Rizzi Z. e la Repubblica veneta, pp. 147-166; C.G. Someda, Opere, lettere e altri documenti di G.A. Rizzi Z. presso l’Accademia galileiana di scienze lettere ed arti in Padova, pp. 167- 186; M. Turatto - V. Zanini, La tesa parigina dell’Osservatorio astronomico di Padova, pp. 187-208; A. Cantile, I rami incisi dell’Officina topografica di G.A. Rizzi Z., pp. 209- 222; V. Valerio, Arte e allegorie nell’opera scientifica di G.A. Rizzi Z., pp. 223-276. Nelle due appendici, a cura di V. Valerio, sono pubblicati un elenco di Atlanti e carte geografiche, pp. 282-288, e un Repertorio bibliografico e antologia, pp. 289-308. Inoltre sono state realizzate le seguenti mostre con relativi cataloghi: L’Italia del cavaliere Rizzi Z. Carte a stampa dei territori italiani..., Civitella del Lago, Giussano 2014; Un geografo alla corte dei re di Napoli, Napoli 2014; G.A. Rizzi Z. “uno dei più abili geografi e astronomi dell’età nostra”, Napoli 2015.