ANNIBALDI, Giovanni
Figlio di Riccardo di Mattia, fratello più giovane di Annibaldo di Riccardo, nella divisione patrimoniale dei beni di famiglia del 1301 ebbe Montecompatri, Bonaffitto e, in Roma, la "turrim que dicitur magistri Stephani", posta accanto alla chiesa di S. Pudenziana. Il padre Riccardo di Mattia era stato senatore di Roma nell'anno del giubileo del 1300 ed un suo parente Riccardo di Tebaldo lo era stato per il periodo 1307-1308. Nel 1309 l'A. e suo cugino Fortebraccio Orsini furono nominati senatori da Clemente V con l'incarico di assumere l'ufficio il 1 genn. 1310. Ma il 14 marzo 1310 il papa annullò questa nomina e depose i due senatori in modo da affidare al popolo romano il diritto di eleggere i senatori per un anno. Quali parenti degli Orsini, gli Annibaldi non erano probabilmente ben accetti a un papa la cui politica consisteva nel favorire i Colonna e rimanere neutrale tra Enrico VII e Roberto d'Angiò. Clemente V accusò i senatori deposti di incapacità nel mantenimento dell'ordine nella città. I Romani, probabilmente d'accordo con il papa, nell'estate del 1310 elessero senatore Ludovico di Savoia, che aveva da poco capeggiato un'importante ambasceria da parte di Enrico VII al papa. Gli Annibaldi furono rappresentati nella delegazione di nobili romani che attese Enrico VII a Torino il 1º nov. 1310.
Quando Ludovico di Savoia fu chiamato per l'assedio di Brescia nell'estate del 1311 presso l'imperatore, lasciò quali vicari nel Campidoglio uno dei due deposti senatori dell'anno precedente, l'A., e il figlio dell'altro, Riccardo di Fortebraccio Orsini: essi sono menzionati come "capitanei militiae urbis". La partenza di Ludovico diede il segnale per l'inizio dei combattimenti tra le fazioni guelfa e ghibellina a Roma. L'A. e Riccardo Orsini mantennero fede formalmente a Ludovico sino al suo ritorno a Roma nel novembre 1311. Nel febbraio 1312 i due capitanei guidarono una rivolta contro Ludovico che fu deposto; dopo di che il parlamento del popolo romano nominò i due capitanei come senatori al suo posto, finché il papa non avesse provveduto all'amministrazione della città. Ludovico di Savoia fu isolato nel Laterano, mentre il nuovo governo romano occupava il Campidoglio e la Torre delle Milizie (ove è da notare che la Torre delle Milizie, che era stata acquistata dai Caetani nel 1301 e più tardi occupata dal Comune di Roma, era appartenuta prima del 1301 non al ramo della famiglia Annibaldi di cui faceva parte l'A., ma a quello di cui faceva parte invece Riccardo di Pietro Annibaldi detto "de militiis"). Questa era la situazione quando Enrico VII apparve a Ponte Milvio il 6 maggio 1312. I fautori dell'imperatore dissero più tardi che l'A. era in trattative per consegnare il Campidoglio alle truppe angioine. Secondo Ferreto da Vicenza Enrico VII catturò il fratello dell'A., Annibaldo, e lo minacciò di morte qualora la Torre delle Milizie, chiave militare per il controllo del Campidoglio, non gli fosse stata consegnata entro il mattino. Ma è più probabile che i fratelli Annibaldi tentassero di adottare un atteggiamento neutro ed anche pronunziassero una sorta di giuramento di lealtà all'imperatore. Comunque, la Torre delle Milizie era nelle mani dei soldati imperiali il 23 maggio e il Campidoglio, dopo una fiera resistenza sotto la direzione dell'A., fu devastato dai ghibellini il 30 maggio. Il Colosseo, roccaforte degli Annibaldi a Roma, cadde anch'esso nelle mani degli imperiali durante questa fase della lotta.
I due fratelli Annibaldi allora lasciarono Roma e raggiunsero le truppe angioine che stazionavano fuori della città nel tentativo di tagliare i rifornimenti idrici a Roma, con la complicità dei Savelli. Continuarono a combattere contro l'imperatore a Tivoli nel luglio e nell'agosto 1312. Le loro case e i loro beni a Roma vennero saccheggiati dai ghibellini.
L'A. morì prima del febbraio 1329.
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