Ecclesiastico (Castelmonardo, od. Filadelfia, Catanzaro, 1731 - Potenza 1799), fautore del giansenismo nell'Italia meridionale. Entrato fra gli oratoriani, compì gli studî a Roma, ove fece parte del gruppo filogiansenista nell'oratorio di S. Maria in Vallicella, entrando in relazione con Scipione de' Ricci, Pietro Tamburini e altri. Tornato a Napoli (1759), fu professore e poi segretario dell'Accademia napoletana. Scrisse in difesa dei suoi ideali il De sacris scripturis liber, qui est locorum moralium primus (1763), in cui sostenne l'opportunità che i fedeli leggessero la Bibbia in italiano, e il De claris cathechistis ad Ferdinandum IV regem libri III (1769), in favore dei catechismi di tipo giansenistico. Entrato in polemica col maestro dei Sacri Palazzi, T. M. Mamachi, incontrò difficoltà nella curia romana quando dal re di Napoli fu designato vescovo di Potenza (1782). Fu però consacrato, avendo professato la sua obbedienza alla S. Sede. Continuò tuttavia, anche da vescovo, la sua attività di polemista in difesa dei principî regalistici (La prammatica sanzione di s. Luigi, re di Francia, 1788) e dell'episcopalismo (Ragionamenti dell'autorità degli arcivescovi del Regno di Napoli di consacrare i vescovi, 1788) e contro le dottrine di morale proposte da s. Alfonso Maria de' Liguori. Morì ucciso dalla plebe antigiacobina.