CASTELLAR, Giovanni Andrea Saluzzo signore di
Nacque a Saluzzo, tra il 1464 eil 1466, da Antonio e Anna Saluzzo Cardè. L'anno esatto della nascita non è noto: egli stesso vi fa riferimento in tre passi del suo diario, ma con date diverse. Discendente da un ramo laterale dei marchesi di Saluzzo, già investito della signoria di Castellar, Paesana, Crissolo, Oncino e Ostana, fin da giovanetto frequentò la corte di Ludovico II in qualità di paggio. Nella campagna militare contro i Savoia del 1486-87 diede numerose prove di valore e di fedeltà, difendendo a lungo il castello di Paesana affidatogli dal marchese Ludovico prima della sua partenza per la Francia per sollecitare gli aiuti promessi dal re. Dopo un lungo assedio il C. fu costretto alla resa dall'abbandono dei suoi stessi soldati, ma, ottenuto un salvacondotto, poté recarsi presso la marchesa Giovanna Paleologa, che si era rinchiusa a Revello. In seguito a tali prove il C. venne ammesso nel 1490 a far parte del Consiglio e nominato primo "mastro de ostalo".
Negli anni seguenti, conquistata ormai la fiducia del marchese, lo seguì nella campagna di Novara (1494) contro Ludovico il Moro e nell'ottobre dello stesso anno venne incaricato di due importanti ambascerie a Milano per le trattative di pace. Sempre a tal fine si incontrò il mese seguente ad Asti con Gian Giacomo Trivulzio, futuro maresciallo di Francia, e il cardinale Della Rovere (il futuro Giulio II), "... per chosse che tochaveno alla maiestà del re de Fransa". Infine si recò ancora, verso la fine dell'anno, presso il marchese del Monferrato. La lunga attività al servizio del marchese consolidò l'amicizia e la devozione del C. verso il suo signore, sicché quando nel gennaio del 1504 Ludovico II si ammalò gravemente, egli stesso lo assistette per 18 giorni, fino alla morte, avvenuta il 27 gennaio. Come ultimo atto di fedeltà verso il marchese il C. volle curarne personalmente il sontuoso funerale celebrato a Genova.
Dopo tale avvenimento e con l'avvento della reggente del marchesato Margherita di Foix la sua partecipazione alla vita pubblica andò gradatamente diminuendo.
Come afferma varie volte nel suo diario si trovò spesso in disaccordo con la politica della marchesa, da lui trovata ambiziosa e autoritaria, strettamente legata alla Francia, sempre circondata da gentiluomini francesi. "Questa nostra madama, capricciosa e tiranna, si è sempre mal governata in regere el marchesato,... et mai ha voluto da poi è stata governatrix liavere chonseglio da persona del mondo se non dal vichario meser Francescho Cliavassa ... et Pietro Vacha ... uomini tirannissimi che non havevano respetto a disfar le chiese et gli hospedali nè usavano riguardo a vedove et pupilli, pur di spillar danaro ... et se Dio non gli rimedia vedo infra pochi anni questo marchisato del tutto disfacto" (Charneto, pp. 529 s.).
Il suo disaccordo con la politica della reggente non lo distolse tuttavia dal prendere parte a fianco dei Francesi alla guerra della lega di Cambrai contro Venezia, al seguito del giovane marchese Michele Antonio, con il quale combatté nel 1509 ad Agnadello ed entrò vittoriosamente a Brescia, Bergamo, Peschiera, Cremona, Crema, Lodi, rientrando successivamente in Milano. Al suo ritorno a Saluzzo, venne accolto benevolmente dalla marchesa, che volle affidargli un nuovo incarico: "... la inquisissione chontra de li valdesi".
In effetti il 23 giugno 1510 con un nuovo editto venne rinnovata la crociata contro i valdesi delle alte valli alpine e il C., i cui domini si estendevano in parte in quelle zone, ne ebbe il comando. Per circa due anni condusse una dura lotta nelle valli catturando e uccidendo molti eretici e confiscandone le proprietà, alcune delle quali ottenne che venissero aggregate al suo feudo di Paesana.
Fu questa l'ultima sua impresa al servizio del marchesato; gli anni seguenti lo videro sempre meno partecipe agli avvenimenti, trasformato da attore di rilievo in spettatore attento a cogliere e annotare il senso delle vicende del suo tempo.
Sono anni ormai difficili per il marchesato: il 24 giugno 1515 Saluzzo venne saccheggiata dagli Svizzeri e la marchesa costretta alla fuga. Lo stesso C. si rifugiò nel castello di Cavour, ove rimase fin dopo la pace di Noyon e la ripresa della guerra, che vide il marchesato nuovamente sconvolto e colpito da una terribile epidemia di peste. Il castello e il piccolo paese di Castellar vennero saccheggiati dalle truppe tedesche e la peste colpì la stessa famiglia del C., causando la morte di alcuni dei figli più giovani.
Gli ultimi anni della sua vita trascorsero in una malinconica solitudine. Sposatosi una prima volta il 5 febbr. 1495 con Caterina Cocastello di Montiglio, che gli aveva portato una ricca dote, era rimasto vedovo dopo solo cinque anni di matrimonio, con due figli: Giovanni Ludovico, che morì fanciullo, e Anna, monaca nel convento di Revello con il nome di Giulia. Nel gennaio 1501 sposò Margherita, figlia naturale di Federico di Saluzzo, vescovo di Carpentras e fratello del marchese Ludovico II. Da questo matrimonio nacquero 14 figli, di cui ben sette morirono in tenera età; sia il maggiore, Giovanni Girolamo, sia gli altri fratelli si dedicarono alla carriera delle armi. Perduta anche la seconda moglie nel 1518 il C. si ritirò nel suo feudo di Castellar, dove morì probabilmente tra l'agosto del 1528, data dell'ultima annotazione del diario, e il maggio dell'anno seguente, in cui il figlio Giovanni Girolamo viene investito dei feudi di Paesana e Castellar.
Il diario del C. o "charneto" è conservato nella biblioteca dei conti Saluzzo di Paesana a Torino, mentre molti altri documenti dello stesso sono conservati nell'archivio della famiglia, attualmente depositato presso l'Archivio di Stato di Torino.
Si tratta di un grosso quaderno cartacèo che V. Promis pubblicò integralmente nel 1869, dopo averlo emendato delle aggiunte posteriori che i fratelli Della Chiesa vi fecero nel sec. XVI (Charneto di Giov. Andrea Saluzzo di Castellar, a c. di V. Promis, in Miscellanea di storia italiana, VIII[1869], pp. 411-625). L'importanza dell'opera è testimoniata dai numerosi autori che se ne servirono per i loro lavori, dal Della Chiesa al Savio, al Comba, al Tallone, al Pascal. Il Muletti ne aveva fatto un riassunto, mentre il Colombo vi aveva largamente attinto per tracciame la biografia dell'autore.
Gli avvenimenti e le notizie riportati dal C. vanno dal 1482 al 1528, in ordine sparso, senza seguire sempre un ordine cronologico. L'autore sembra alla ricerca dei motivi dei vari eventi, in particolare di quelli di ordine politico, descrivendo attentamente, specie di quelli cui ha partecipato personalmente, le cause e gli sviluppi, non trascurandone i protagonisti. Vengono presentati così non solo il marchese Ludovico II, Ludovico il Moro, il marchese del Monferrato, ma anche Carlo VIII e Luigi XII, i duchi di Savoia, Giulio IL Anche se in brevi scorci, si delinea gran parte della politica italiana del tempo, dalle guerre con i Savoia o Ludovico il Moro alla lega contro Venezia. Ma oltre alle annotazioni di carattere politico il memoriale riporta numerose notizie di vario argomento: il torneo vinto da Michele Antonio a Calais nel 1520, davanti ai sovrani di Francia e d'Inghilterra, le nevicateprecoci in settembre, e nel 1521 "... una chometa per tuto Piemonte chon uno grande focho et chon grandi troni...".
Il memoriale termina nell'agosto del 1528, quando l'autore descrive la morte di Carlo d'Albret, principe di Navarra, nella campagna di Napoli e la cattura del marchese Michele Antonio con le truppe francesi, per il tradimento di Andrea Doria.
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Torino, sez. I, Archivio Saluzzo di Paesana, Testamenti e primogenitura; Investiture, Sez. Riunite, sez. III, art. 788; Torino, Bibl. naz., A. Manno, Patriziato subalpino, XXVIII (dattiloscritto), sub voce Saluzzo di Paesana; D. Muletti, Memorie storico-diplom. appartenenti alla città e ai marchesi di Saluzzo, Saluzzo 1833, IV, pp. 195, 351-355, 374, 412; F. Gabotto, Lo Stato sabaudo da Amedeo VIII a Emanuele Filiberto, Torino 1893, II, pp. 369 ss.; C. Colombo, G. A. S. di C., in Studi saluzzesi, Torino 1901, pp. 245-274; A. Tallone, Gli ultimi marchesi di Saluzzo dal 1504 al 1548, ibid., pp. 280 ss.; E. Comba, Historie des Vaudois, Firenze 1901, pp. 462 ss.; C. F. Savio, Saluzzo e i suoi vescovi, Saluzzo 1911, pp. 148 ss.; A. Pascal, Ilmarchesato di Saluzzo e la riforma protestante, Firenze 1960, pp. 1, 12; Id., Margherita di Foix e i Valdesi di Paesana, in Athenaeum, IV (1961), 1, pp. 3 ss.