GIOVANELLI, Giovanni Andrea
Nacque a Venezia il 13 maggio 1725, figlio maschio primogenito, dal matrimonio tardivo (6 febbr. 1723) di Giovanni Paolo di Giovanni Andrea, del ramo di S. Stin, con la seconda moglie Giulia Maria Calbo di Federico. Dal primo matrimonio del padre con Caterina da Lodrone di Paride (30 ag. 1688) era nata, nel 1695, una sorella, Marianna, poi moglie del conte Manfredo d'Auspergh; dal secondo nacquero nel 1726 Giovanni Benedetto, che fu procuratore di S. Marco, e nel 1728 Giovanni Federico, ultimo patriarca di Venezia al tempo della Serenissima.
La famiglia, originaria di Gandino, nel Bergamasco, aveva accumulato un'ingente fortuna economica con la produzione e il commercio di panni e broccati d'oro e con l'acquisto di miniere di metalli preziosi in territorio tedesco e ungherese. La famiglia, già insignita dei titoli di nobili del Regno d'Ungheria, magnati del Regno d'Ungheria e conti del Sacro Romano Impero e degli Stati ereditari, nel settembre 1668 acquisì pure il titolo di conti di Morengo e Carpenedo e nel dicembre l'aggregazione al patriziato veneziano, grazie ai 200.000 ducati investiti in acquisti di beni della Procuratia de supra e alla donazione di altri 100.000 ducati, di cui 50.000 in contanti e altrettanti in crediti pubblici, preziosissimi per le casse erariali in occasione della guerra di Morea.
Nel 1739 i Giovanelli - la madre Giulia e i tre figli - presentarono ai Savi alle decime la dichiarazione fiscale per i beni posseduti in territori veneziani, comprendente numerosi stabili nella Dominante e case, terreni e opifici nel Padovano e nel Veronese, per un'entrata netta di ben 3.396 ducati annui. Non furono invece dichiarate le ingenti proprietà detenute in Stati esteri.
Il G. e il fratello Giovanni Benedetto, già destinato l'ultimogenito alla carriera ecclesiastica, furono inviati, tra gli anni 1744-56, per volere della madre, attraverso l'Europa, per imparare la lingua tedesca, e soprattutto per prendere visione dei numerosi feudi e delle proprietà che la famiglia aveva in Germania. Di questa esperienza, che portò i due fratelli in Germania, Boemia, Fiandra, Olanda, Inghilterra, Francia e varie località italiane, sono pervenute notizie attraverso lettere del G. e del fratello (edite da A. Giovanelli) e un diario redatto da Giovanni Benedetto.
Il G. entrò regolarmente in Maggior Consiglio il 3 giugno 1750, morto il padre. La grande influenza economica della famiglia fece sì che gli fossero subito affidate, malgrado la giovane età e l'inesperienza politica, cariche di sempre maggior prestigio.
La carriera del G. iniziò con l'elezione, il 28 ag. 1750, alla carica di capitano a Vicenza, che tenne fino al gennaio del 1752.
La relazione conclusiva di questo primo incarico, che fu presentata dal G. in Collegio il 29 luglio 1752, descrive i suoi interventi sul sistema daziario, sul presidio militare, sulla gestione del territorio con particolare attenzione al settore economico, rivelando sia la sua spiccata sensibilità nei confronti dei ceti popolari, gravati da eccessive esazioni fiscali, attribuibili al "capriccio" e agli "arbitrii di chi dirigge i comuni", sia l'estrema serietà e fedeltà nello svolgimento dei suoi incarichi, che il G. si assunse sempre "col desiderio d'esser più utile allorché, pari l'animo e la volontà, sarà maggiore l'esperienza".
Il 16 dic. 1751 il G. fu eletto provveditore sopra Camere sino al 19 apr. 1755. Dal 25 genn. 1756 fu savio alle Decime in Rialto, carica che tenne fino al 29 genn. 1757. In aprile fu eletto per un anno provveditore sopra Conti.
Dal giugno del 1758 alla metà di dicembre del 1759 ricoprì la carica di capitano a Verona e il 3 luglio dell'anno successivo fu eletto provveditore in Zecca al pagamento dei Pro, sino al dicembre.
Il 20 ag. 1761 fu nominato provveditore all'Arsenale, ma non adempì all'incarico poiché preferì, dopo soli dieci giorni, assumere la carica di provveditore alle Biave, che terminò il 4 apr. 1763.
Il 25 luglio fu consigliere per il sestiere di S. Croce, carica che mantenne sino al 17 marzo dell'anno seguente. Il 1° ott. 1764 fu nominato tra i 60 componenti della zonta, che affiancava il Senato veneziano.
Il 15 sett. 1765 fu inviato come capitano a Brescia, dove morì il 13 genn. 1767, a lungo pianto dalla popolazione per l'umanità e le capacità dimostrate nell'esercizio della sua carica. Aveva sposato nel 1756 Foscarina Diedo, dalla quale ebbe, tra gli altri, Giuseppe Luigi, continuatore del ramo veneziano.
Malgrado l'intensa vita politica, il G. si dedicò, seppure per diletto, alla stesura di un'opera enciclopedica "intorno alla storia metallica e diplomatica dello Stato Veneto", che nella prima metà del XIX secolo E.A. Cicogna dichiarava di possedere; il manoscritto era composto da ben 5 volumi e comprendeva pure la descrizione di numerose medaglie di uomini illustri veneziani.
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Venezia, Avogaria di Comun, Libri d'oro nascite, reg. 63, XIII, c. 169r; Libri d'oromatrimoni, reg. 94, VII, c. 136v; Ibid., Misc. Codd., I, Storia veneta, reg.20: M. Barbaro - A.M. Tasca, Arbori de patritii veneti, c. 41; Ibid., Segretario alle Voci, Elezioni in Maggior Consiglio, regg. 28, cc. 188v-189r; 29, cc. 15v-16r, 22v-23r, 27v-28r, 192v-193v; 30, cc. 2v-3r, 12v-13r, 198v-199r; Ibid., Elezioni in Pregadi, reg. 24, cc. 38v, 93v; Ibid., Elezioni al Senato e zonta, reg. 2, c. 30v; Ibid., Collegio, Relazioni, b. 51; Ibid., Dieci savi alle Decime, b. 343, n. 129; F. Francesco, Stanze, terminando gloriosamente il reggimento di capitanio di Vicenza s.e. co. G.A. G., Vicenza 1752; G.B. Chiaramonti, Elogio storico del co. Giannandrea G., Brescia 1767; E.A. Cicogna, Delle inscrizioni veneziane, IV, Venezia 1834, p. 690; A. Tiraboschi, La famiglia G. da Noris, Bergamo 1878; Lettere di viaggi di A. e Benedetto Giovanelli, a cura di A. Giovanelli, Venezia-Bergamo 1907; P. Donazzolo, I viaggiatori veneti minori, Roma 1927, pp. 289-291; Relazioni dei rettori veneti in Terraferma, VII, Podestaria e capitanato di Vicenza, Milano 1976, pp. 473-479; F. Schröder, Repertorio genealogico delle famiglie confermate nobili e dei titolati nobili esistenti nelle provincie venete, Venezia 1830, p. 374.