FIORONI, Giovanni Andrea
Nato nel 1716 a Pavia da Giuseppe e da un'Orsola di cui si ignora il cognome, iniziò gli studi musicali nella sua città per proseguirli poi a Napoli, presso il conservatorio della Pietà dei Turchini, sotto la guida di L. Leo. Al termine degli studi fece ritorno a Pavia, quindi si trasferì a Milano e il 16 dic. 1747 vinse il concorso per direttore della cappella del duomo, succedendo nella carica a C. Baliani.
Alla sua scuola di contrappunto accorsero numerosi allievi, alcuni dei quali divennero poi famosi, come I. Piantanida, A. Quaglia, Q. Gasparini e A. Rolla. A suo merito va sottolineata non soltanto la maestria in campo contrappuntistico, ma anche la capacità di restituire alla polifonia sacra la dolcezza e la melodiosità della scuola napoletana, recuperando così un pubblico il quale si era allontanato da una produzione deteriore che aveva subito gli influssi del teatro d'opera, grazie a una musica restituita alla originaria ispirazione liturgica.
Dal 1750 al 1756 intrattenne una corrispondenza con il benedettino bolognese G.B. Martini, suo esaminatore al concorso (carteggio conservato presso la Biblioteca del Conservatorio "G.B. Martini" di Bologna). Molte di queste lettere contengono informazioni o richieste di esecutori per la cantoria, richieste di copiatura di parti o invio in visione di composizioni dell'allievo Gasparini; alcune caldeggiano studenti meritevoli, come il celeberrimo tenore G. Tibaldi, primo interprete di opere di Gluck e Mozart, altre attestano l'interesse del Martini per il canto ambrosiano, e sono forse appunti preparatori alla trattazione del canto ecclesiastico che avrebbe fatto nella sua storia della musica.
Il F., che già nel 1762 dirigeva a Milano la cappella musicale nella chiesa agostiniana di S. Marco e quella della chiesa di S. Maria della Visitazione, nel 1775, alla morte di G.B. Sammartini, accettò anche la direzione della cappella di S. Alessandro in Zebedia.
Autore di oltre duecento composizioni sacre, conservate nell'Archivio musicale della Fabbrica del duomo di Milano (cat. C. Sartori, 1957), compose il melodramma (perduto) Didone abbandonata, su libretto di P. Metastasio, rappresentato al teatro Ducale di Milano per il carnevale del 1755; l'oratorio Il padrone e l'agricoltore della vigna evangelica (Milano, S. Dalmazio, 1750) e quello Della Passione di Gesù Cristo Signore Nostro, eseguito in S. Fedele nel 1770, di cui rimane solo il libretto; le cantate: Cantate sacre nel solenne ottavario che si solennizza (Milano 1768) e Se mai alma (s.d.); diciannove sinfonie, di cui diciotto conservate presso la Benediktinerldoster Musikbibliothek di Einsiedeln (mss. 3251; 3785; 3762; 3751; 3792; 3745; 3771; 3766; 3797; 3765; 3744; 3773; 3795; 3759; 3799; 3754; 3802; 3794) e una in re maggiore per violini, viola, oboi, corni e basso in tre movimenti (la cui partitura autografa è conservata presso l'Accadernia Virgiliana di Mantova); un trio per cembalo, violino e violoncello (partitura manoscritta conservata presso la Biblioteca del Conservatorio di musica "N. Paganini" di Genova, ss., B.2.7 [B.2.46]).
La produzione strettamente liturgica, rilevante per quantità ed impegno, comprende: diciassette messe a 4, 5 e 8 voci; due Requiem; ventiquattro Gloria a 8 voci; dieci Credo a 8 voci; trentasei Ingressae; due Post epistulam; ventisette offertori; trenta antifone; quaranta inni; trentadue salmi; settantaquattro mottetti per 2 o 3 voci soliste con accompagnamento d'organo; tredici Magnificat; cantici per l'estrema unzione; ventuno inni, responsori; vespri; cinque lucernari sciolti ed altri collettivi; quattro litanie a 4 voci con orchestra, conservate presso la Bibliothek der Gesellschaft der Musikfreunde di Vienna; dieci Paternoster a 8 voci; cinque Salve Regina per soli o per coro a 4 o a 8 voci; cinque Te Deum a 4 o 8 voci. Nel 1766 il F. pubblicò inoltre, a Milano, una sua raccolta di Ingressae et responsoria missarum pro quibuscumque anni Jestivitatibus.
Giudicato compositore superficiale, anche se dotato di facile vena melodica, godette di una notorietà non limitata all'area locale: le sue composizioni furono seguite ed apprezzate anche all'estero; conferma ne sono i manoscritti conservati nelle biblioteche di Berlino, Vienna, Bruxelles, Lipsia, Darmstadt, Parigi, Einsiedeln, Bologna, e l'elogio che del suo stile fa C. Burney, asserendo nel Viaggio in Italia del 1773 che si incontrò con lui "per convincere quelli che ancora ne dubitano che, per quanto oggi si possa fare per avvicinare lo stile della chiesa a quello del teatro, adoperandovi strumenti e aggiungendovi cantori, lo stile grave, antico, non è completamente perduto". Ulteriore conferma della fama da lui goduta viene da una lettera, datata 22 dic. 1770, di Leopold Mozart alla moglie, nella quale questi definisce il F. e Sanimartini suoi "veri amici" e "i più distinti" maestri di cappella di Milano.
Il F. svolse la sua attività musicale per oltre trent'anni a Milano, dove visse fino alla morte, sopraggiunta il 19 dic. 1778. Fu sepolto nel duomo, nella tomba riservata ai musici e ai cantori.
Bibl.: C. Gervasoni, Nuova teoria di musica, Parma 1812, pp. 139 s.; F. Florimo, La scuola musicale di Napoli e i suoi conservatori, II, Napoli 1882, p. 11 C. Sartori, La Cappella musicale del duomo di Milano. Catal. delle musiche dell'Archivio, Milano 1957, pp. 7, 23, 103, 105, 151-177, 195, 197; R. Allorto, La musica sacra a Milano. G.A. F. e G. Sarti, in La Scala, XIV (1962), pp. 9-19; F. Mompellio, La Cappella del duomo dal 1573 al 1714, in Storia di Milano, XVI, Milano 1962, pp. 555-562; S. Pintacuda, Genova. Bibl. dell'Istit. musicale "N. Paganini". Catal. del Fondo antico, Milano 1966, p. 202; C. Burney, Viaggio musicale in Italia, a cura di E. Fubini, Torino 1979, p. 84; L. Inzaghi, G.A. F.: nuovi documenti, in Nuova Riv. musicale ital., XIV (1980), pp. 577-597; G. Bertini, Diz. storico critico degli scrittori di musica, II, Palermo 1815, p. 147; F.-J. Fétis, Biogr. univ. des musiciens, III, p. 258; R. Eitner, Quellen-Lexikon, III, pp. 461 s.; C. Schmidl, Diz. univ. dei musicisti, I, p. 547; U. Manferrari, Diz. delle opere melodrammatiche, II, p. 390; Die Musik in Gesch. und Geg., XVI, coll. 289 s.; The New Grove Dict. of music and musicians, VI, pp. 602 s.; Diz. della musica e dei musicisti, Le biografle, II, pp. 768 s.