AMEGLIO, Giovanni
Nacque a Palermo il 29 ott. 1854; ufficiale di carriera, fu inviato col grado di vapitano in Eritrea nel 1887, e prese parte alle operazioni per l'ampliamento del dominio italiano da Massaua verso l'interno.
Si distinse nella spedizione del 21 dic. 1893, comandata dal col. Arimondi per fermare l'offensiva dei Dervisci contro il forte di Agordat. Promosso maggiore nel 1894 e destinato al comando del 5° battaglione indigeno, nel vittorioso combattimento di Debra Ailà (5 ott. 1895), mentre la colonna Toselli tentava l'accerchiamento sulla sinistra, guidò l'avanguardia della colonna principale nell'azione frontale contro ras Mangascià, meritandosi la croce di cavaliere dell'ordine militare di Savoia. Alla battaglia di Adua (1marzo 1896), secondo le disposizioni del Baratieri, l'A. avrebbe dovuto trovarsi col suo reparto di milletrecento uomini a Iehà; ma per difettosa trasmissione o per errata interpretazione dell'ordine, l'A. marciò su Hoilà, in direzione opposta, di dove si ritirò non appena ebbe notizia del disastro. Nelle successive operazioni dirette dal Baldissera l'A. si distinse nei combattimenti di Aga-à e di Debra-Matzo (2-7 maggio 1896), guadagnandovi la medaglia d'argento al valor militare.
Rimpatriato nel 1897, e promosso tenente colonnello, gli fu dato il comando del distaccamento italiano inviato in Cina con altre forze alleate, per fronteggiarvi il movimento xenofobo dei boxers,e vi rimase fino al 1905.
Nella guerra per la conquista della Libia, l'A., col grado di maggior generale, al comando della 4a brigata, facente parte della 2adivisione speciale destinata al-l'occupazione di Bengasi, partecipò alle operazioni di sbarco ed alle successive di consolidamento.
Il 19 ott. 1911 comandò l'avanguardia nello sbarco, avversato dal maltempo e dal mare grosso, sulla spiaggia di Punta Giuliana, immediatamente a sud di Bengasi, e diresse, sotto il fuoco nemico, le prime operazioni fra le dune per la creazione della testa di ponte e poi per proseguire l'operazione verso Sidi Daud e Sidi Hussein, in direzione di Bengasi. Consolidata la base di Bengasi, l'A. si distinse il 12 marzo 1912 nel fatto d'armi delle Due Palme, allorché un grosso nucleo di cinquemila beduini guidati da ufficiali turchi, appostatosi di notte nell'oasi delle Due Palme (Abd el-Ghani), tentò all'alba un attacco di sorpresa. Ricevuto l'ordine di occupare l'oasi per attirare il nemico vicino alla piazza, l'A. con otto battaglioni, quattro squadroni e otto batterie, dopo adeguata preparazione d'artiglieria, attaccò con manovra avvolgente da nord e da sud per accerchiare il nemico, e in poco più di due ore, per l'azione rapida della fanteria e l'abile impiego delle batterie mobili, l'accerchiamento fu portato a termine, concludendosi con una furiosa lotta corpo a corpo, in cui il nemico riportò perdite molto ingenti. L'A. fu promosso tenente generale per merito di guerra.
Decisa l'occupazione delle isole dell'Egeo per affrettare la fine del conflitto italo-turco, l'A. fu posto a capo del corpo di spedizione che nella notte fra il 3 e il 4 maggio 1912 sbarcò sulla costa orientale dell'isola di Rodi. Arresasi la città, ritiratosi il presidio turco (millecinquecento uomini con due batterie) nell'interno, l'A. conquistò in pochi giorni l'intera isola, nonostante la forte resistenza nemica. Per l'esito brillante dell'operazione, gli fu conferita la commenda dell'ordine militare di Savoia.
Nominato nell'ottobre 1913 governatore della Cirenaica, si accinse al compito di eliminare le residue resistenze: provvide così nel febbraio 1914 a far occupare i centri dei Senussiti nella zona di Cirene e a far rastrellare la zona fra il Gebel e il mare fino ad Agedabia. Ma l'azione fu compromessa dallo scoppio della prima guerra mondiale: la guerriglia avversaria, alimentata dal contrabbando, riprese su vasta scala, specie sull'altopiano centrale (contemporaneamente alla rivolta in Tripolitania), mentre l'organico italiano era ridotto dall'invio di reparti in Tripolitania o sul teatro di guerra europeo. L'A. in conseguenza ordinò il ripiegamento progressivo, e l'occupazione si ridusse a una fascia costiera discontinua da Ghedames a Bardia e ai comandi militari di Bengasi, Barce, Cirene, Derna e Tobruch. Di fronte alla generale insurrezione, per unificare il comando, all'A. fu dato anche il governo della Tripolitania, dove già era avvenuto un analogo ripiegamento. Nonostante l'arrivo di rinforzi metropolitani, l'A. non mutò direttive, concentrando le forze nelle basi di Tripoli e Homs, cui più tardi si aggiunse quella di Zuara, rioccupata per contrastare le insidie nemiche da Misurata, divenuta base di rifornimento per i sottomarini austro-tedeschi.
Il 23 febbr. 1917 l'A. fu nominato senatore; il 9 ag. 1918 venne definitivamente rimpatriato. Nel gennaio 1919 ebbe il comando del corpo d'armata di Napoli, e nel luglio 1920, dal ministero Giolitti, gli fu affidato il comando del corpo della Guardia regia per la pubblica sicurezza.
L'A. morì a Roma il 29 dic. 1921.
Bibl.: L. Nasi, Il governo provvisorio di A. nell'Egeo. L'opera dei suoi soldati,in Riv. militare ital.,LVII, 8 (1913), pp. 1613-23; La Libia negli Atti del Parlamento e nei provvedimenti del Governo, a cura del Collegio di scienze politiche e coloniali, III (dal 30 aprile al 31 dic. 1912), Milano 1913, pp.1452-70(decreti Ameglio riguardanti l'ordinamento delle isole dell'Egeo); Necrologio, in Riti, coloniale,XVI (1921), pp. 536 s.; V. Varanini, G. A., in Celebrazioni siciliane,II, Urbino 1940, pp. 535-55;R. Battaglia, La prima guerra d'Africa,Torino 1958, pp. 198, 345, 366.