BESOZZI, Giovanni Ambrogio
Nacque a Milano nel 1648. Gli antichi biografi lo dicono scolaro di Giuseppe Danedi a Milano e poi, a Roma, di Ciro Ferri; probabilmente anteriore al suo viaggio a Roma (cfr. Modena) è il suo ingresso nell'Accademia Ambrosiana di pittura, riaperta nel 1669 sotto la direzione di A. Busca. Secondo l'Orlandi, fu noto a Milano e a Torino, ma sembra aver lavorato anche a Parma e a Venezia, il Ticozzi colloca la sua attività torinese appena dopo il ritorno da Roma. Dipingeva a olio e a fresco, era esperto copista, pittore d'ornati ed elegante incisore. Negli Annali della Fabbrica del duomo di Milano ilsuo nome è ricordato, con quello di altri maestri, a proposito dei disegni per i rilievi che compaiono sulla pianeta di S. Ambrogio,nella statua argentea del santo datata 1698. Dal 1691 circa al 1705 fucancelliere e tesoriere dell'Ambrosiana. Morì a Milano il 6 ott. 1706.
La produzione pittorica del B. resta oggi scarsamente documentata: l'affresco nel palazzo dei consulti di Milano, che, con le figure di contorno, il Bartoli gli attribuiva, oggi con formula dubitativa viene identificato (Mezzanotte-Bascapé) con quello trasportato al primo piano del palazzo, entro cornice quadrilobata; l'identificazione è problematica, tanto più che nel soggetto allegorico è assai poco riconoscibile il Trionfo della giustizia indicato dal Bartoli; può darsi si tratti invece dell'opera del Legnani. Al B. è pure tradizionalmente dato il dipinto con Federigo Borromeo creato cardinale,conservato nella Pinacoteca Ambrosiana. li quadro con S. Sebastiano medicato,in S. Ambrogio, è l'opera più nota, elogiata ab antiquo.Nella Pinacoteca Ambrosiana è un ritratto del B., di mano ignota; non è escluso che sia un autoritratto, identificabile con quello appartenuto a un privato milanese (Albuzzi).
Dell'attività incisoria del B. si ricorda, tra l'altro, la parte da lui avuta nelle incisioni del Teatro della Gloria consagrato alla… D. Felice Sandoval Enriquez Duchessa d'Uceda…da D. Gaspar Tellez Giron Duca d'Ossuna…Governatore dello Stato di Milano… nelle…esequie… celebrate in Milano l'anno 1671,delle quali avrebbe preparato tre tavole: una con una scena di battaglia di sua stessa invenzione, un'altra, su disegno di C. Fiori, con una composizione allegorica includente il ritratto della duchessa (inciso da G. B. Bonacina) - le due tavole sono descritte dal Bartsch - e una terza con il catafalco. Ma tale attività è anche documentata dal carattere dei disegni dell'artista, pervenutici in buon numero, taluni dei quali sembrano studi per opere di pittura, altri per incisioni; e della pratica dell'incisione permane, in molti di essi, il tratto duro e secco. Disegni del B. sono conservati all'Ambrosiana di Milano (una decina, tutti d'attribuzione), alla Malaspina di Pavia (ritratto), all'Accademia di Venezia (studi di paesaggio con alberi); nel codice Bonola (Varsavia, Museo Naz.) gli sono attribuiti quattro disegni di gusto caricaturale, patenti imitazioni leonardesche. Dei disegni dell'Ambrosiana, uno può essere uno studio preparatorio per il S. Sebastiano (cfr. Modena) e, in vista della traduzione in pittura ad olio, vi è dimostrato un più risentito senso plastico; due sanguigne, rappresentanti un Satiro con satiretto (cod. F. 234 inf., nn. 797-799), recano la scritta "da una statua del Riccio". Un disegno del codice Bonola è probabilmente uno studio per il Combattimento citato dal Bartsch (Mrozinska).
Nonostante l'oblio in cui la sua opera pittorica è caduta e il giudizio negativo del Malvezzi, il B. rivela qualità di pregio. Nei disegni la varietà delle ispirazioni e delle maniere, che tradisce l'eclettismo del copista, non toglie perspicuità e sapore alle composizioni; in alcuni di essi la beffarda e acre vena è di buona lega. Quanto ai dipinti, se quello dell'Ambrosiana è cosa piuttosto debole, il S. Sebastiano,riferito al B. da una lunga tradizione, costituisce una pagina non trascurabile nella storia della pittura lombarda fra il Seicento e il Settecento: l'intelaiatura manieristica, che mantiene la composizione a un nobile livello di stile, si addolcisce nel secentismo dei tipi, nelle più fresche suggestioni di Luca Giordano, e si caratterizza in senso lombardo per l'uso dei panneggi cartacei e di uno studiato luminismo. L'opera sembra databile dopo il soggiorno romano dell'artista, per la disinvolta libertà in cui vi si mescolano i portati di culture diverse.
Fonti e Bibl.: Ann. della fabbr. del duomo di Milano,VI,Milano 1885, p. 50; P. Orlandi, Abecedario pittorico…,Venezia 1753, p. 47; F. Bartoli, Notizia delle pitture…,Venezia 1777, I, p. 139, 180; A. F. Albuzzi, Mem. per servire alla storia dei pittori… milanesi,in L'Arte,LV (1956), pp. 77, 110, 113 dell'App.; A. Bartsch, Le peintre graveur…,XXI, Leipzig 1803, pp. 149, 257-259; G. Gori Gandellini, Notizie istoriche degli intagliatori,I, Siena 1808, p. 87; L. De Angelis, Notizie degli intagliatori… aggiunte a G. Gori Gandellini, VI, Siena 1809, pp. 259 s.; S. Ticozzi, Dizionario degli archit., scultori, Pittori…,Milano 1830, p. 157; L. Lanzi, Storia pittorica della Italia,Venezia 1838, XI, p. 100; L. Malvezzi, Le glorie dell'arte lombarda,Milano 1882, p. 257; G. Fogolari, I disegni della galleria dell'Accademia,Milano1913, p. 19 e tav. 45; L. Beltrami, Una raccolta iconografica di artisti della scuola milanese,Milano 1914, p. 17; G. Nicodemi, La pittura milanese dell'età neoclassica,Milano 1915, p. 11; Id., Sei e Settecento italiano. Pittori lombardi,Roma 1922, p. 11; V.Moschini, Disegni del tardo Cinquecento e del Seicento nell'Accademia di Venezia,in Bollett. d'arte,s. 3, I (1931), p. 76; F. Reggiori, La basilica ambrosiana,Milano 1945, p. 37; P. Mezzanotte-G. Bascapé, Milano nell'arte e nella storia,Milano 1948, p. 311; G. Galbiati, Itinerario dell'Ambrosiana,Milano 1951, pp. 220, 224; G. Nicodemi, L'Accademia di Pittura, scultura e architettura;,in Studi in onore di C. Castiglioni,Milano 1957, pp. 677, 681, 69s; Id., La scultura lombarda dal 1630 al 1706, in Storia di Milano,XI, Milano 1958, p. 543; Id., La pittura lombarda dal 1630 al 1706, ibid.,p.504; A. M. Romanini, La pittura milanese nel XVIII secolo,in Storia di Milano,XII,Milano 1959, pp. 724 n. 2, 725; M. Mrozinska, Idisegni del codice Bonola del Museo di Varsavia (cat.), Venezia 1959, pp. 76-78; G. Rossi. Notizie su A. Busca,in Arte lombarda,IV(1959), p. 318; S. Modena, La seconda accademia ambrosiana, ibid.,V (1960), pp. 86 s.; P. Arrigoni, L'incis. e l'illustraz. del libro a Milano nei secc. XV-XIX,in Storia di Milano,XV,Milano 1962, pp. 690 e nota 1, 697, 700; U. Thieme-F. Becker, Künstler-Lexikon,III, p. 532.