RATTI, Giovanni Agostino
RATTI, Giovanni Agostino. – Nacque a Savona il 16 settembre 1699 da Costantino e da una Maria Vittoria e fu battezzato nella chiesa di S. Pietro della stessa città (Alizeri, 1864, pp. 257 s.). Nel solco di una tradizione ormai radicata entro l’ambiente artistico ligure, l’apprendistato avvenne a Roma, in particolare nella bottega di Benedetto Luti, dove il giovane si trovò tra il 1716 e il 1720 e dove, oltre al disegno e alla pittura, apprese la tecnica incisoria (Collu, in Giovanni Agostino Ratti, 2004, p. 16). Il Beato Sebastiano da Aparizio d’Angelopoli, del 1716, può considerarsi la prima incisione nota, tratta, presso lo studio di Luti, da un soggetto di Carlo Maratta (Alizeri, 1864, p. 247; Collu, in Giovanni Agostino Ratti, 2004, p. 193). Fece ritorno in patria tra l’aprile e l’agosto del 1720 (Alizeri, 1864, p. 253) e avviò una collaborazione con l’anziano savonese Giovanni Stefano Robatto, allievo di Maratta ed esponente della cultura figurativa tardobarocca.
Inoltre Giovanni Agostino, che a Roma aveva avuto modo di apprezzare anche il filone alternativo e giocoso rappresentato dai Bamboccianti e dall’attività di Pier Leone Ghezzi, si applicò, con intenti di rinnovo, alla decorazione delle celebri maioliche prodotte in città: se al maestro Luti, con il quale rimase in contatto, come dimostra una missiva del 31 agosto 1720 (Bottari - Ticozzi, 1822, pp. 165 s.), Ratti dedicò il piatto illustrato con la Toeletta di Venere (Berlino, Kunstgewerbemuseum), datato 10 dicembre 1720 (Buscaglia, in Giovanni Agostino Ratti, 2004, pp. 236 s.) –, testimonianza degli insegnamenti ricevuti in chiave classicista –; le successive ceramiche, a partire dal Pulcinella maestro di canto (Torino, Palazzo Madama), decorato nel 1721, sono ispirate ai soggetti del Ghezzi (Buscaglia, in Giovanni Agostino Ratti, 2004, pp. 238 s.).
Nel 1725 è documentato l’impegno per la realizzazione di un dipinto, oggi disperso, per l’oratorio di S. Giovanni Evangelista di Finalmarina, mentre nel 1727 approntò un apparato effimero, su richiesta dei padri di S. Giacomo a Savona, per la santificazione di Giacomo della Marca e Francesco Solano (Collu, in Giovanni Agostino Ratti, 2004, p. 18). L’apprezzamento mostrato dalla committenza savonese, in particolare dagli ordini religiosi – come le carmelitane dello Spirito Santo che, dal 1728, gli affidarono alcuni affreschi, oggi dispersi (p. 19) –, offrì elementi di stabilità al pittore, il quale, il 26 novembre 1729, contrasse matrimonio con Maria Rosalia Filipponi (Giovanni Agostino Ratti, 2004, p. 280). Sempre per le suore carmelitane realizzò, nel 1730, il disperso Ritratto di Rosa Maria del Bambin Gesù (Rossi, 1997, p. 171). Nello stesso anno sono databili l’intervento di ammodernamento della preesistente pala dell’altare maggiore nell’oratorio di S. Martino a Pegli e il dipinto con S. Francesco inviato presso la chiesa di Nostra Signora della Concezione a Sassello (Collu, in Giovanni Agostino Ratti, 2004, pp. 19 s.). Nel 1734 firmò e datò la pala con il Trionfo di s. Giovanni della Croce destinata alla chiesa savonese di S. Anna dei Carmelitani (attuale chiesa di S. Pietro), per la quale fornì, probabilmente nello stesso anno, una dispersa Deposizione (collegabile a un precedente disegno, sottoposto nel 1722 a Luti; Bottari - Ticozzi, 1822, p. 170) e la grandiosa Sacra Famiglia con i ss. Anna, Elisabetta e Zaccaria (Collu, in Giovanni Agostino Ratti, 2004, pp. 19 s.).
In queste prove il pittore mise a punto, mitigando il rigore compositivo dei modelli maratteschi, un linguaggio del tutto nuovo per freschezza cromatica, movimento brioso nelle composizioni e utilizzo del dato naturalistico per mezzo di una «notazione sapida dell’aspetto e del gesto» (Pesenti, 1987, p. 355).
Nella seconda metà degli anni Trenta la sua attività comprese gli apparati effimeri per la celebrazione del primo centenario dell’apparizione di Nostra Signora della Misericordia (1736), per la quale rinnovò l’iconografia mariana reiterandola più volte (Collu, in Giovanni Agostino Ratti, 2004, pp. 21-29), e l’avvio, dal 1738, del grandioso ciclo di dieci tele, dedicate alle Storie del Battista e concluse intorno al 1745, per la sede della confraternita savonese dei Ss. Giovanni Battista, Evangelista e Petronilla (Chilosi - Collu, 1992; Collu, in Giovanni Agostino Ratti, 2004, p. 136). Datano al 1739 gli affreschi per la chiesa di S. Ambrogio a Savona-Legino, raffiguranti S. Ambrogio battezza s. Agostino e Nostra Signora delle Grazie (Newcome Schleier, in Giovanni Agostino Ratti, 2004, p. 66).
Nel corso della metà degli anni Quaranta avviò i cantieri ad affresco nei palazzi Gozzani di Treville, Ardizzone e Magnacavallo a Casale Monferrato (Newcome Schleier, ibid., pp. 68-71), mentre nel 1749, nuovamente in Liguria, dipinse le pale d’altare raffiguranti il Martirio dei ss. Nazario e Celso e l’Immacolata con i ss. Lucia, Sebastiano e Rocco – oltre all’arco presbiteriale con l’Annunciazione – per l’oratorio dei Ss. Nazario e Celso a Genova Pegli Multedo, l’Ascensione per la parrocchiale di S. Stefano a Genova Borzoli, il Miracolo di s. Vincenzo Ferrer per la chiesa di S. Domenico a Savona, e l’Immacolata Concezione con s. Francesco di Sales per la chiesa di S. Andrea, sempre a Savona. Nel 1750 appose firma e data alla pala con la Madonna del Carmine per la parrocchiale di Bogliasco (Collu, in Giovanni Agostino Ratti, 2004, p. 146). Nel frattempo si trasferì a Genova, proprio in un momento appena precedente all’apertura dell’Accademia ligustica (1751), di cui fu nominato assessore per la scuola del disegno – a lui spetta l’invenzione dello stemma-trofeo raffigurante Giano bifronte con gli emblemi delle arti fatto incidere a Roma nel 1752 – e, dal 1761 al 1765, direttore della scuola di pittura. Al 1751 data inoltre la targa ovale in maiolica con la riproduzione, in monocromia azzurra, della Madonna con Bambino e s. Giovannino (Le belle Jardinière) di Raffaello (Buscaglia, in Giovanni Agostino Ratti, 2004, p. 242, n. C.4), mentre, all’inizio degli anni Cinquanta, si occupò di affrescare alcuni ambienti, tra cui la Galleria delle Stagioni, entro la Villa Durazzo Faraggiana ad Albissola Marina (Newcome Schleier, ibid., p. 76).
L’attività svolta nel corso del 1754 fu particolarmente intensa: la decorazione ad affresco, distrutta, nel presbiterio nella chiesa savonese di S. Filippo Neri (Rossi, 1997, pp. 172, 175); l’affresco con l’Immacolata, distrutto, per la facciata del monastero delle clarisse a Savona (Alizeri, 1864, pp. 270 s.); l’affresco con Angeli in gloria nella cappella di S. Anna entro la chiesa di S. Francesco d’Albaro a Genova (Newcome Schleier, in Giovanni Agostino Ratti, 2004, p. 152); il dipinto, firmato e datato, raffigurante La Vergine appare a s. Francesco di Sales (Savona, Pinacoteca civica; Collu, ibid., p. 151). Tra il 1755 e il 1756 concluse il ciclo di affreschi – comprendente i riquadri che decorano la volta con S. Martino in gloria, Cena in Emmaus, Ascensione e Resurrezione di Cristo – e le due tele raffiguranti S. Martino resuscita un morto e S. Martino abbraccia un lebbroso, forniti ai confratelli dell’oratorio di S. Martino a Genova Pegli (Newcome Schleier, in Giovanni Agostino Ratti, 2004, pp. 153 s.).
Nel 1757, oltre a dipingere la Madonna del Carmine per la chiesa di S. Giovanni Battista a Savona (ora nella Quadreria del Vescovado; Collu, ibid., p. 155), decorò, con episodi mariani, la prima e la seconda cappella a destra della cattedrale savonese (pp. 155 s.). Nel 1759 è documentata l’esecuzione dei Misteri del Rosario nella chiesa di Nostra Signora della Concordia ad Albisola (pp. 162 s.), mentre al 1760 sono riferiti gli affreschi della cappella Balbi a Savona (Newcome Schleier, in Giovanni Agostino Ratti, 2004, p. 157) e il ciclo con Storie della Vergine nella chiesa della Ss. Annunziata a Spotorno (Collu, ibid., p. 161), oltre ai Misteri del Rosario per l’omonima cappella della parrocchiale di Bogliasco (p. 162). Intorno al 1761 approntò il frontespizio con l’Allegoria delle Arti e la serie dei ritratti dei pittori (Newcome Schleier, ibid., pp. 181-187) per il manoscritto steso dal figlio Carlo Giuseppe sugli artisti genovesi, destinato alla stampa nel 1769. Nel 1765 dipinse per la chiesa di Genova Sturla una pala d’altare con i Ss. Tommaso da Villanova e Giovanni da S. Facondo (collezione privata). Datano a questi stessi anni gli affreschi per la chiesa di S. Siro a Nervi, in cui il pittore ripropose, con varianti, il soggetto della Resurrezione di Cristo elaborato per Pegli (Newcome Schleier - Collu, in Giovanni Agostino Ratti, 2004, pp. 166 s.). Fra il 1768 e l’anno successivo intervenne con aggiunte e rifacimenti entro la pala di Bernardo Castello nella parrocchiale di S. Bernardo in Valle presso Savona (Collu, ibid., p. 167) e, intorno al 1772, gli venne affidato il restauro di tre ambienti dell’ala ovest del genovese palazzo Durazzo (oggi Reale).
Morì a Genova l’11 novembre 1775 (in Giovanni Agostino Ratti, 2004, p. 282).
Fonti e Bibl.: G. Bottari - S. Ticozzi, Raccolta di lettere sulla pittura, scultura ed architettura scritte da’ più celebri personaggi dei secoli XV, XVI, XVII, VI, Milano 1822, pp. 165 s., 169-177; L. Lanzi, Storia pittorica d’Italia dal Risorgimento delle belle arti fin presso la fine del XVIII secolo, IV, Milano 1825, p. 383; F. Alizeri, Notizie dei professori del disegno in Liguria dalla fondazione dell’Accademia, I, Genova 1864, pp. 241-356; B. Barbero, Un inedito di G.A. R., in Il Letimbro, LXXXII (1972), p. 4; F. Sborgi, Pittura e cultura artistica nell’Accademia Ligustica a Genova dal 1751 al 1920, Genova 1974, pp. 22, 57; F. Boggero, scheda 10, in Galleria nazionale di Palazzo Spinola. Interventi di restauro, Genova 1986, pp. 55-59; B. Barbero, La Pinacoteca civica di Savona, Savona 1987, pp. 72-74; F.R. Pesenti, L’Illuminismo e l’età neoclassica, in La pittura a Genova e in Liguria dal Seicento al primo Novecento, Genova 1987, pp. 350-357, 373 s.; M. Newcome Schleier, Disegni genovesi dal XVI al XVIII secolo, Firenze 1989, pp. 172 s., 207 s.; M. Bartoletti, G.A. R., in La pittura in Italia, II, Milano 1990, pp. 848 s.; R. Collu, L’attività grafica di G.A. R. Le incisioni e i disegni, in Atti della Società savonese di storia patria, XXVI (1990), pp. 97-135; R. Collu, La produzione grafica di G.A. R. Le incisioni, in Sabazia, 1990, n. 8, pp. 7-20; F. Folco, La cappella dell’antico Palazzo Balbi in Savona, in Il Letimbro, 1990, n. 19, p. 3; L. Ghio - M. Bartoletti, La pittura del Settecento in Liguria, in La pittura in Italia, I, Milano 1990, pp. 24 s.; C. Chilosi - R. Collu, L’oratorio dei Santi Giovanni Battista, Giovanni Evangelista e Petronilla, Savona 1992; G. Buscaglia, G.A. R. rinnovatore della maiolica savonese, in Atti del XVIII Convegno internazionale della ceramica, Albisola 1995, pp. 129-134; L. Rossi, Gio. A. R.: la produzione grafico pittorica. Esperienza romana e prima attività savonese, in Studi di storia delle arti, 1997, n. 8, pp. 169-180; G. Buscaglia, Innovazioni di G.A. R. nella decorazione della maiolica savonese, in Atti del XXIII Convegno internazionale della ceramica, Albisola 2000, pp. 353-357; L. Ghio, Dal centro al territorio, in E. Gavazza - L. Magnani, Pittura e decorazione a Genova e in Liguria nel Settecento, Genova 2000, pp. 376-379; L. Magnani, Lo spazio religioso, ibid., pp. 286-291; L. Rossi, G.A. R., ibid., pp. 432 s.; L. Rossi - M. Botta, Tra Accademia e dissenso, ibid., pp. 361 s.; G. Buscaglia, Nuove conferme e riduttivi silenzi per il determinante apporto di G.A. R. all’evoluzione della maiolica savonese, in XLVI Convegno internazionale della ceramica, Savona 2014, pp. 401-408; G.A. R. Pittore, incisore, ceramista, a cura di G. Buscaglia, Savona 2004 (in partic. G. Buscaglia, G.A. R. ceramista, pp. 219-279; R. Collu, G.A. R. dall’Arcadia all’Accademia, pp. 13-59; M. Newcome Schleier, Gli affreschi, pp. 63-99).