PEROTTI, Giovanni Agostino (Giannagostino)
– Compositore, docente, teorico dell’estetica musicale, nacque a Vercelli il 12 aprile 1769, figlio di Pietro Agostino e Teresa Bonardi, fratello minore di Giovanni Domenico dal quale ricevette i primi rudimenti musicali.
Intorno al 1790 lasciò gli studi universitari per seguire gli studi musicali a Bologna sotto la guida di padre Stanislao Mattei, conseguendo il diploma il 5 marzo 1791 nell’Accademia filarmonica di Bologna (capsa IV, n. 217), dove operò sotto la protezione di padre Mattei. Si trasferì a Venezia l’8 marzo 1794. La sua carriera di compositore prese avvio con l’oratorio metastasiano Abele (Congregazione filippina della Madonna della Galliera, Bologna 1794), seguito dall’opera in un atto La contadina nobile (Pisa, teatro Pubblico, carnevale 1795). Nel 1795 si trasferì forse alla corte di Vienna in qualità di cembalista, e nel 1798 a Londra dove approntò il rifacimento dell’Alessandro e Timoteo di Giuseppe Sarti. Musicò le cantate Il voto (1799) e La ritrosia disarmata. Rientrò in Italia intorno al 1801, si stabilì a Venezia, dove, il 29 settembre 1807, venne aggregato alla Società veneta letteraria dei Sofronimi, e il 30 giugno 1812 alla Società di scienze, lettere ed arti di Livorno; il 29 maggio 1824 divenne socio ordinario dell’Unione filarmonica di Bergamo. Il 12 settembre 1823 venne aggregato all’Accademia reale di scienze, lettere e arti di Lucca (Cenni biografici, 1855, pp. 265 s.). Il 13 settembre 1807 sposò la faentina Diana Spada (figlia del dottor Gaetano), abile dilettante di canto, arpa e pianoforte, che morì in giovane età, non senza avergli dato sette figli. Il 24 giugno 1811 venne premiato con la medaglia d’oro della Società di scienze lettere ed arti di Livorno per la Dissertazione sullo stato attuale della musica in Italia (Venezia 1811), presentata in risposta al tema posto dal bando: «Determinare in tutta la sua estensione e cogli opportuni confronti il gusto e lo stato attuale della musica in Italia, indicarne i difetti se ve ne abbiano, e gli abusi che possono esservi introdotti e quindi assegnare i mezzi più idonei per allontanarli e portare la musica alla sua perfezione» (Dissertazione, 1811, p. 4). Perotti individuò principalmente in tre cause il decadimento della musica italiana: «la corruzione della poesia drammatica, l’ignoranza de’ cantori, e l’abuso che fanno i maestri stessi di musica della ricchezza dell’arte loro» (p. 53). La Dissertazione, tradotta in francese (Genova 1812) e in parte in tedesco (Allgemeine musikalische Zeitung, XV (1813), 1-3) e in inglese (The Harmonicon, I (1823), 10-12), è l’opera teoretica più importante di Perotti: è un trattato di estetica musicale che coniuga la tradizione settecentesca studiata alla scuola di padre Martini col pensiero illuministico di Francesco Algarotti, Esteban de Arteaga, John Brown e Antonio Planelli e gli ideali neoclassici dell’ambiente veneziano di Leopoldo Cicognara e Antonio Diedo. Nel 1828 ottenne i diplomi della Società veneta dell’Armonia e il 7 agosto 1847 divenne socio corrispondente dell’Accademia dei Concordi di Rovigo. Fu socio onorario dell’Accademia di S. Cecilia di Roma e dell’Areopago di Genova (Regli, p. 402; Cenni biografici, pp. 265 s.).
Il 17 luglio 1811 Perotti divenne maestro di cappella ('maestro primario') nella basilica di S. Marco a Venezia; ottenne l’incarico a pieno titolo, con i relativi emolumenti, solo il 14 maggio 1817, dopo la morte di Bonaventura Furlanetto. Durante la sua direzione elaborò diversi progetti di riforma, riordinò l’archivio musicale e tentò, ma invano, d’introdurre le voci femminili nell’organico marciano; riuscì però a integrare l’organico con voci bianche, e a tal fine avviò una scuola che formasse voci per la cappella. La produzione di Perotti può essere considerata come momento di transizione fra la prassi settecentesca e quella più moderna rappresentata dal suo successore Antonio Buzzolla, che dal 20 maggio 1850 lo sostituì, dapprima a titolo gratuito, acquisendone il ruolo a pieno titolo dal 1° luglio 1855, dopo la scomparsa dell’anziano maestro.
Nel 1817 Perotti succedette a Furlanetto anche all’ospedale della Pietà; per le figlie di coro compose musica sacra (custodita nel Conservatorio di Venezia, fondo Correr), la cantata Le speranze d’Adria (1819) e gli oratorii Susanna (1820), Sacerdialogus (1823) e Nuptiae in domo Labani (1818 e 1828).
Nel 1839 fu fatto bersaglio di due articoli polemici apparsi sul periodico Il pirata. Perotti aveva musicato un Exultate Deo per le nozze tra Benedetta Treves de Bonfili e Michele Corinaldi, appartenenti a famiglie di fede ebraica. Emanuele Piccini mosse al compositore un doppio addebito: aver impiegato per una celebrazione israelitica – cosa considerata sconveniente – proprie musiche già eseguite nelle funzioni marciane, ossia in una chiesa di culto cattolico; e aver plagiato musiche del fratello Giovanni Domenico dopo la di lui morte. In difesa di Perotti scese il poeta Pasquale Negri, che punto per punto smontò le accuse.
La produzione musicale di Perotti è prevalentemente di genere sacro; in gran parte è conservata nell’Archivio della Cappella musicale di S. Marco (oggi presso la Fondazione Levi di Venezia). Nelle messe predomina lo stile concertante, e in alcuni tratti persistono tracce dello stile a cappella. Perotti fu anche autore di sonate e variazioni per tastiera a 2, 4 e 6 mani, tutte manoscritte, nonché del Metodo chiaro e facile per il Piano Forte (Dresden, Sächsische Landesbibliothek – Staats- und Universitätsbibliothek) e della Guida per lo studio del canto figurato (Milano 1846). Le sue opere di carattere teorico-estetico ebbero un peso rilevante nella Venezia di metà Ottocento.
Fu in contatto con importanti figure della cultura e dell’arte, quali Emanuele Cicogna, Stanislao Mattei, Marco Santucci, Giovanni Simone Mayr, Gaetano Gaspari, Saverio Mercadante, Giovanni Paolo Schulthesius e Gaetano Donizetti (che gli dedicò lo spartito Ricordi del Belisario), come risulta dai carteggi conservati a Venezia (Biblioteca Marciana, Biblioteca del Museo Correr), Bergamo (Biblioteca civica), Modena (Biblioteca Estense), Napoli (Biblioteca del Conservatorio). Fra i suoi studenti di canto, negli anni Quaranta, ebbe anche Faustina Capranica, figlia di Bartolomeo, che fu impresario del teatro Valle di Roma. Contribuì inoltre alla rinascita della Società di S. Cecilia nel 1832.
Morì a Venezia il 28 giugno 1855.
Tra gli scritti non ancora citati, si ricordano: Il buon gusto della musica. Sestine facete, Venezia 1808 (recensione in Il Poligrafo, II (1812), 25, pp. 387-389, e replica di Perotti in F. Aglietti, Relazione accademica [...] (Sessione pubblica dell’Ateneo Veneto, 12 novembre 1812), in Ateneo Veneto, Venezia 1814, pp. 47-49); Discorso sulla vita di Giuseppe Haydn, in P. Zannini, Relazione accademica, in Ateneo veneto, 1817, p. 113; Cenni critici sullo “Stabat mater” di Rossini, in Gazzetta musicale di Milano, I (1842), 11, pp. 41 s., 47-49; Sugli studj e sulle opere di Benedetto Marcello, patrizio veneto, ibid., II (1843), 30-31, pp. 125 s., 132-134; “Rigoletto”. Melodramma di Francesco M. Piave, musica di Giuseppe Verdi, ibid., IX (1851), 13, pp. 59 s.
Fonti e Bibl.: Dissertazione sullo stato attuale della musica in Italia, Venezia 1811, p. 4; Bologna, Museo della musica, UU.12, II: G.A. Perotti, Biografia de G. A. P. de Vercelli, 1851, in G. Gaspari, Miscellanea, pp. 401-405; C. Gervasoni, Nuova teoria di musica, Parma 1812, pp. 228-230; P. Zannini: Relazione accademica, in Ateneo veneto, 1817, p. 113 (Discorso sulla vita di Giuseppe Haydn di Perotti); B. S., Gazzetta uffiziale di Venezia, n. 152, 5 luglio 1855, pp. 611 s.; G.B. Contarini, Menzioni onorifiche dei defunti ossia Raccolta di lapidi, necrologie, poesie, annunzii a distinti defonti di Venezia, ecc., nell’anno 1855, Venezia 1855, pp. 29 s.; F. Regli, Dizionario biografico dei più celebri poeti ed artisti melodrammatici, tragici e comici …, Torino 1860, pp. 398-402; C. Dionisotti, Notizie biografiche dei vercellesi illustri, Biella 1862, pp. 228 s.; Il pirata, giornale di letteratura, belle arti, varietà e teatri, 16 luglio1839, pp. 17 s.; 10 settembre 1839, pp. 87 s.; Cenni biografici, in Gazzetta musicale di Milano, XIII (1855), 34, pp. 265-267; G. Masutto, I maestri di musica italiani del secolo XIX. Notizie biografiche, Venezia 18843, pp. 137 s.; Id., Della musica sacra in Italia, Venezia 1889, I, pp. 75 s.; R. Eitner, Quellen Lexikon der Musiker und Musikgelehrten, Leipzig 1900, pp. 376-378; C. Negri, Brevi considerazioni sull’evoluzione storica ed estetica della musica. Biografie di musicisti vercellesi, Vercelli 1909, p. 153; A. Luzio, Carteggi verdiani, Roma 1947, IV, pp. 138-151 (lettera di Donizetti a Perotti); F. Passadore, Un manoscritto per fortepiano di G. A. P. (Ms. Ba 20 Bibl. Cons. Adria), in Subsidia musica Veneta, I (1980), pp. 115-133; A. Ziino, La “Dissertazione sullo stato attuale della musica italiana” (Venezia 1811) di G. A. P. ed una lettera inedita di G. Paisiello, in Quadrivium, XXII (1981), 1, pp. 201-213; M. Pascale, Le lettere veneziane di Morlacchi, in Francesco Morlacchi e la musica del suo tempo (1784-1841), a cura di B. Brumana - G. Ciliberti, Firenze 1986, pp. 131 s., 142 s.; B. Brumana, L’oratorio “La morte di Abele” di Francesco Morlacchi e la sua tradizione, ibid., pp. 253, 270, 274 s., 279-282; B.M. Antolini, Cronache teatrali veneziane: 1842-1849, in Musica senza aggettivi. Studi per Fedele d’Amico, a cura di A. Ziino, Firenze 1991, I, p. 298 n. 4; L. Callegari Hill, L’Accademia filarmonica di Bologna, 1666-1800, Bologna 1991, pp. 172 s., 225, 290, 322; M. Demagistri, Giovanni Domenico Perotti. Musicista vercellese (1761-1825). Biografia e catalogo delle opere, tesi di laurea, Università degli Studi di Milano, a.a. 1992-93; G. Fornari, «Determinare in tutta la sua estensione [...] lo stato attuale della musica in Italia». G. P. e la ricerca di un primato perduto, in Chigiana, n.s., XXIII (1993), pp. 9-25; F. Passadore - F. Rossi, San Marco: vitalità di una tradizione. Il fondo musicale e la cappella dal Settecento a oggi, Venezia 1996, I, ad ind.; L. Sirch,«L’emerito G. Perotti, riputatissimo e nelle pratiche e nelle teoriche della scienza»: note su Perotti maestro di cappella a San Marco (1811-1855), in La cappella musicale di San Marco nell’età moderna, a cura di F. Passadore - F. Rossi, Venezia 1994, pp. 527-567; F. Capitanio, L’esecuzione dello Stabat mater di Rossini diretto da Donizetti in una recensione dell’epoca, in Bergomum. Bollettino della Civica Biblioteca Angelo Mai di Bergamo, XCII (1997), 1, n. monografico: Studi su Gaetano Donizetti nel bicentenario della nascita (1797-1897), a cura di M. Eynard, p. 151; F. Passadore, Hausmusik e sonatismo classico nella musica pianistica di G. A. P., in Rassegna veneta di Studi musicali, XIII-XIV (1997-98), pp. 67-95; J.W. Hill, Florentine cembalo concertos in the Ricasoli Collection, in Music observed: Studies in memory of William C. Holmes, a cura di C. Reardon - S. Parisi, Warren, Mi., 2004, pp. 210, 228; Die Musik in Geschichte und Gegenwart. Personenteil, XIII, Kassel 2005, coll. 341 s.; F. Passadore - F. Rossi, «Armonie deliziose di salmi ed oratori». Testi e musiche per l’Ospedale della Pietà di Venezia, Padova 2011, p. XXV, schede n. 78, 95, 106, 107; F. Passadore, Le scuole di musica a Venezia nella prima metà dell’Ottocento, in L’insegnamento dei Conservatorî, la composizione e la vita musicale nell’Europa dell’Ottocento, a cura di L. Sirch - M.G. Sità - M. Vaccarini, Lucca 2012, pp. 366 n. 4, 370 s., 381-384, 387; F. Passadore, La Cappella musicale di S. Marco a Venezia nei secoli XIX e XX, in Atti del Congresso Internazionale di Musica Sacra, a cura di A. Addamiano - F. Luisi, Città del Vaticano 2013, II, pp. 1077-1092; A. Ziino, Un intreccio virtuoso: Paisiello, G. A. P., Schulthesius e Gervasoni, in Splendori della Scuola Napoletana. Giovanni Paisiello tra il Regno di Napoli e le Corti d'Europa, a cura di E. Evangelista - L. Sisto - A. De Simone, Napoli 2016, pp. 19-26.