ASTRUA, Giovanna
Incerti o frammentari sono i dati biografici che riguardano questa cantante del secolo XVIII. Secondo il Fétis e altri compilatori di dizionari dopo di lui, nacque a Graglia, presso Vercelli nel 1730. Tale notizia è però smentita dal fatto che ella già figura, nel 1739, come protagonista dell'opera Creusa di P. L. Cardena data al teatro San Samuele di Venezia e, dal 1741 al 1746, come cantante al teatro San Carlo di Napoli, dove fra l'altro, il 4 nov. 1742, cantò nell'Andromaca di Leonardo Leo. Secondo quanto riferisce G. B. Mancini, si perfezionò nel canto a Milano con Ferdinando Brivio. A sua volta, il Fétis afferma che il compositore e cantante Carl Heinrich Graun ebbe occasione di ascoltarla durante un viaggio in Italia nel 1745 e, colpito dalla bellezza della sua voce, si incaricò della sua educazione musicale. Un dato sicuro è che, dopo aver cantato in diversi teatri italiani, l'A. fu assunta alla corte di Berlino, dove restò dal 1747 al 1756 con uno stipendio annuo di seimila talleri. Costretta ad abbandonare le scene nel 1756 per grave malattia di petto, morì in una sua villa presso Torino il 28 ott. 1757 (il Fétis la fa morire nel 1792).
Scrive il Mancini che l'A. "perché dotata di una voce agilissima, si applicò su questo genere con tale assiduità, che ridusse atta la sua voce a sorpassare qualunque difficoltà: cantò nondimeno a perfezione nel genere sostenuto, il quale fu da essa abbellito e ravvivato con tutti quei mezzi, che suol produrre la sensibilità, il sapore e la delicatezza di un ottimo gusto". Il Graun, i fratelli Benda, K. F. Fasch parlarono di lei come del migliore soprano del suo tempo. Lo stesso Graun introdusse molte arie di bravura nelle sue opere scritte per l'A., quali il Britannico (1751),di cui fu celebre Paria Mi paventi,e la Merope (1756).Circa l'attività dell'A. in Italia, si può aggiungere alle notizie già riportate quella data dal Fétis, secondo cui la cantante nel 1750 ottenne un congedo dalla corte di Berlino per partecipare come prima donna aff'esecuzione della Vittoria d'Imeneo di Baldassarre Galuppi, allestita al Teatro Regio di Torino in occasione delle nozze di Vittorio Amedeo di Savoia con l'infanta di Spagna Maria Antonia Ferdinanda.
Bibl.: G. B. Mancini, Riflessioni pratiche sul canto figurato, Milano 1777, pp. 38-39, riprodotte in Canto e bel canto, Torino 1933, p. 113; L. Schneider, Geschichte der Oper und des königlichen Opernhauses in Berlin,Berlin 1852, pp. 119, 121, 132, 134, 139, 147, 148; F. Florimo, La scuola musicale di Napoli e i suoi conservatorii, IV, Napoli 1881, p. 235; T. Wiel, I teatri musicali veneziani del Settecento, Venezia 1897, p. 131; S. Di Giacomo, Storia del Teatro San Carlino,Milano s.d., pp. 249, 254; B. Croce, I teatri di Napoli dal Rinascimento alla fine del secolo decimottavo, Bari 1916, p. 204; Id., Aneddoti e profili settecenteschi, Palermo 1922, pp. 50, 76; F. J. Fétis, Biogr. univ. des musiciens, I, Paris 1860, p. 159; C. Schmidl, Diz. univ. dei musicisti, Supplemento, p. 44; Enciclopedia dello Spettacolo,I,col. 1040.