GORNIA, Giovanbattista
Nacque a San Giovanni in Persiceto, nel Bolognese, nel 1633 da Vittorio; è ignoto il nome della madre.
Fu seguito dal padre nei primi studi; studiò poi retorica e poesia a Persiceto e a Bologna. Giovanissimo fu accolto nell'Accademia dei Gelati con lo pseudonimo di Rinforzato. A Bologna passò in seguito allo studio della filosofia (fu in rapporto con Francesco Natali, docente di etica), quindi si volse alla medicina, avendo come principale guida Giovanni Laurenti; si laureò in entrambe le discipline nel giugno del 1657. Ammesso nei Collegi bolognesi dei medici e filosofi, esercitò la professione medica. Dopo la morte del padre nel 1659, tornò per un breve periodo a Persiceto, ma lo stesso anno fu chiamato dal granduca di Toscana Ferdinando II a coprire la cattedra straordinaria di medicina nell'Università di Pisa. Qui ebbe come collega M. Malpighi, titolare di medicina teorica dal 1656, e dopo circa sei anni passò alla cattedra ordinaria.
Nel periodo toscano intrattenne rapporti, oltre che con Malpighi, con G.A. Borelli, A. Uliva e L. Magalotti. Se a Pisa le scienze fisiche e matematiche erano in decadenza, la scuola di L. Bellini manteneva buono il livello in medicina e biologia, con interessi borelliani, cioè volti essenzialmente alla micromeccanica degli organismi. Tra le doti professionali del G. sarebbe emersa una singolare perizia nell'anatomia; secondo Fabroni avrebbe intrattenuto uno scambio epistolare con F. Redi sulla trasfusione del sangue. Il principe Cosimo (il futuro Cosimo III), figlio di Ferdinando II, lo volle come suo medico e lo portò con sé durante un viaggio attraverso vari paesi dell'Europa. Risale a questo viaggio il diario (Firenze, Bibl. Marucelliana, Mss., C.XLIX) nel quale il G. appuntò minutamente le sue impressioni, soffermandosi con particolare interesse su scienze, università, letteratura e arte dei paesi da lui visitati (del viaggio restano diverse relazioni e testimonianze tra cui le lettere a Francesco Rucellai del padre Felice Monsacchi, cappellano di Cosimo III). Imbarcatasi a Livorno il 16 dic. 1668, la comitiva fece prima tappa in Francia, per poi dirigersi in Spagna. Lì il G. conobbe i medici più rinomati del paese, tra cui quelli del re, e fu consultato da ambasciatori e personalità appartenenti alla corte. Visitò inoltre due volte l'Accademia medica di Madrid. Dalla Spagna passò in Portogallo, ove ebbe modo di farsi notare curando con successo l'ambasciatore spagnolo. Come segno di gratitudine, il re lo nominò cavaliere dell'Ordine di Cristo. Durante il successivo soggiorno in Inghilterra visitò le Università di Oxford e di Cambridge; nella Royal Society conobbe Robert Boyle, stringendo inoltre amicizia con T. Glisson e J. Willis. Nella Repubblica delle Sette Province incontrò i medici N. Tulp e S. De la Boe, quest'ultimo anatomista di fama e uno dei fondatori della patologia clinica. Dopo aver fatto tappa in Francia, la comitiva salpò per l'Italia ritornando in Firenze il 29 ott. 1669.
Dopo venti anni di insegnamento il G. dovette interrompere la sua attività professionale per motivi di salute. Congedato il 14 marzo 1679, mantenne lo stipendio fino a ottobre, e dopo quella data una pensione annuale di 200 scudi.
Ritiratosi a Persiceto, il G. vi morì il 6 o il 9 dic. 1684.
Secondo alcune fonti settecentesche (Orlandi, p. 156; Fantuzzi, I, p. 188), il G. lasciò alcune opere manoscritte: Lectiones medicae cathedrae extraordinariae et ordinariae in Gymnasio Pisano e Observationes medicinalium.
Fonti e Bibl.: Memorie, imprese, e ritratti de' signori accademici Gelati di Bologna, Bologna 1672, p. 253; P.A. Orlandi, Notizie degli scrittori bolognesi e dell'opere loro stampate e manoscritte, Bologna 1714, p. 156; G. Fantuzzi, Notizie degli scrittori bolognesi, Bologna 1781-94, IV, pp. 187 s.; A. Fabroni, Historia Academiae Pisanae, III, Firenze 1795, pp. 611-613, 689; D. Moreni, Bibliografia storico-ragionata della Toscana, I, Firenze 1805, p. 455; G.F. Rambelli, Elogio del cav. G. G. persicetano, in Giorn. arcadico di scienze, lettere ed arti, CII (1854), pp. 278-289; E. Fasano Guarini, Cosimo III de' Medici, in Diz. biogr. degli Italiani, XXX, Roma 1984, p. 55.