SODERINI, Giovan Vettorio (Giovanvettorio, Giovanni Vittorio). – Nacque il 29 luglio 1460 a Firenze, nel quartiere Santo Spirito, gonfalone Drago, da Tommaso Soderini e da Dianora di Francesco Tornabuoni, sorella di Lucrezia, moglie di Piero de’ Medici, sposata in seconde nozze nel 1446 (morta nel 1462)
Da questo matrimonio nacquero anche Paolantonio e Piero, che intrapresero la carriera politica, e Francesco, futuro cardinale.
Ebbe una formazione classica sotto la guida di Luca Antonio, probabilmente Cofani, professore di logica, e di Giorgio Antonio Vespucci.
Naldo Naldi, nel carme Johanni Victori Soderino Juri civili operam danti, parla della sua conoscenza della lingua latina e di quella greca (Firenze, Biblioteca nazionale, Magl. VII, 1057, c. 39rv), consuetudine confermata anche da Lorenzo Lippi. A Soderini l’amico Giovanni di Tommaso Ridolfi mandò tre lettere: la prima, inviata da Firenze nella stessa città il 23 maggio 1476, dove lo spronava a dedicarsi alle lettere. Nelle altre due epistole, non datate, indirizzate a Pisa, Ridolfi ricordava le loro letture di storici e di poeti e gli dava notizie del maestro Vespucci.
Nel 1478-79 Soderini frequentò i corsi di diritto a Pisa presso lo Studio fiorentino, dove conseguì la laurea in utroque iure all’incirca nel 1485. Il 12 aprile dello stesso anno venne designato all’insegnamento di istituzioni per un anno a partire dal 1° novembre. Il 25 febbraio 1486 conseguì la laurea in diritto civile a Prato, sede in cui lo Studio era stato temporaneamente collocato a causa della peste, e il 12 giugno seguente fu incaricato della lettura straordinaria in diritto civile. Ritornato lo Studio a Pisa, il 17 maggio 1487 gli ufficiali dello Studio gli chiesero un ulteriore anno di servizio. Il 10 luglio 1488 ottenne la condotta per la lettura straordinaria di diritto civile e il 31 ottobre per quella ordinaria di diritto civile di mattina; il 26 dicembre fu trasferito alla lettura ordinaria di diritto civile di sera; il 17 ottobre 1489 gli venne richiesto ancora l’anno di beneplacito e il 7 novembre ottenne la lettura ordinaria di diritto civile di mattina. A questo ufficio dovette rinunciare gli ultimi due mesi perché estratto per il priorato per il bimestre settembre-ottobre del 1490. Il 17 agosto dello stesso anno ebbe di nuovo l’incarico della lettura ordinaria di diritto civile di sera, a partire dal 1° novembre, e il 13 novembre successivo fu trasferito alla lettura ordinaria di diritto civile di mattina.
Nel 1491 sposò Dianora di Tanai Nerli, da cui nacquero Caterina, Tommaso, nato il 1° giugno 1493, Margherita, maritata a Luigi di Luigi Martelli nel 1515, e Giovanna, che il cardinale Giovanni de’ Medici, per ottenere nel conclave i voti del cardinale Francesco Soderini, aveva promesso al futuro duca di Urbino, Lorenzo di Piero de’ Medici. Non essendo stato mantenuto l’impegno, in seguito, per intervento del papa Clemente VII, Giovanna sposò un nipote di questi, Luigi Ridolfi, figlio di Contessina de’ Medici.
Il 5 luglio 1492 a Soderini venne richiesto l’anno di beneplacito. Condotto il 12 ottobre 1493 per l’insegnamento di diritto civile ordinario di mattina, rifiutò in quanto il 7 novembre fu cooptato per la stessa materia per la durata che Piero de’ Medici avrebbe stabilito. Il 31 agosto seguente fece parte di una commissione composta fra gli altri da Marsilio Ficino, Vespucci, Lorenzo Lorenzi e Costantino Lascaris, incaricata dalla Signoria di esaminare i volumi della biblioteca di S. Marco, provenienti dalle raccolte di Lorenzo de’ Medici e dei suoi eredi, segnalando quelli meritevoli di una speciale custodia. Fu pure deliberato che Soderini consegnasse alla Signoria l’esemplare a stampa delle Pandette, curato a suo tempo da Angelo Poliziano, perché venisse posto in perpetuo insieme al codice originale già presente nel medesimo palazzo della Signoria.
Con la formazione del Consiglio maggiore, l’organo politico espressione del reggimento costituitosi a Firenze dopo la caduta del Medici nel 1494, il 27 agosto 1495 Soderini fu eletto elezionario per la formazione del priorato. Il 25 settembre 1495 ebbe la docenza per il diritto civile ordinario di mattina, ma non accettò. Il 1° gennaio 1496 fu cooptato nel Consiglio maggiore per quattro mesi e di nuovo il 30 aprile seguente. Priore per il bimestre maggio-giugno del 1496, il 12 giugno fu ancora elezionario per la creazione dei Dodici buonuomini. Il 28 luglio 1496 ottenne l’insegnamento di diritto canonico ordinario di mattina e il 25 agosto quello di diritto civile, ma non accolse l’incarico che assunse l’8 gennaio 1498 con Ormannozzo Deti. Dal 1° giugno 1497 fu vicario del Valdarno di Sopra per sei mesi e il 7 dicembre seguente fu eletto insieme ad altri cittadini giurisperito per esaminare e modificare il provvedimento circa una nuova imposizione fiscale. L’11 ottobre 1498 gli fu richiesto l’anno di beneplacito per l’insegnamento di diritto civile ordinario e il 20 giugno 1499 si deliberò che leggesse di sera per il resto della condotta. Il 9 luglio 1499 e il 7 ottobre 1501 ottenne l’insegnamento di diritto civile ordinario di sera; il 5 ottobre 1502 gli fu richiesto l’anno di beneplacito.
Il 28 novembre 1502 Soderini si recò a Roma presso il pontefice Alessandro VI, affiancando l’oratore Alessandro Braccesi già lì dall’ottobre precedente, e vi si trattenne fino al 27 giugno 1503: tra le svariate questioni affrontate vi furono la stipula di una nuova lega con il papa, i rapporti con Cesare Borgia che minacciava nella sua politica espansiva anche Firenze, la riconquista di Pisa. Rivestì l’ufficio dei Dieci di libertà e pace per sei mesi dal 9 dicembre 1504, quello di approvatore degli Statuti per un anno dal 14 novembre 1505; fu ancora dei Dieci di libertà e pace per sei mesi dal 10 giugno 1506. Nello stesso 1506, dall’11 settembre fino al 19 ottobre, venne inviato a Livorno, insieme a Niccolò di Bernardo Del Nero, Alamanno di Averardo Salviati e Giovan Battista di Luigi Ridolfi, per onorare Ferdinando, re di Spagna, in viaggio verso Napoli. Ufficiale dell’Onestà per quattro mesi dal 2 gennaio 1507, dal 12 maggio seguente fu dei Nove della milizia per otto mesi. Il 28 aprile 1508 fu nominato gonfaloniere di Compagnia per quattro mesi, il 9 maggio seguente fece parte di una commissione deputata a ratificare le provvisioni del Comune, e dal 10 giugno ebbe pure l’ufficio dei Dieci di libertà e pace per sei mesi: in tale veste, con il collega Alamanno Salviati e quattro eminenti cittadini, trattò con gli ambasciatori del re di Francia, Luigi XII, e del re di Spagna perché non interferissero nel proposito dei fiorentini di riconquistare Pisa, ma fornissero aiuti e protezione in cambio di denaro. Ancora, insieme a Lorenzo Morelli, membro dei Dieci di libertà e pace, fece parte di una pratica di quattro cittadini per un’alleanza con Lucca, privando così i pisani del sostegno di quella Repubblica.
Nel 1509 Soderini ebbe l’incarico di stabilire le condizioni della resa di Pisa, poi sottoscritte il 4 e 5 giugno seguenti; dal 12 maggio dello stesso 1509 fu dei Nove della milizia per otto mesi, e il 4 agosto designato insieme a Piero Guicciardini per recarsi presso l’imperatore Massimiliano I d’Asburgo allo scopo di ottenere la conferma dei privilegi concessi dai suoi predecessori alla Repubblica fiorentina. La missione portò alla firma di un trattato il 24 ottobre seguente. Dal 1° marzo 1510 per sei mesi entrò in ufficio tra i Signori di zecca. Il 25 giugno 1512, dopo la vittoria dei francesi a Ravenna, fu inviato presso Matthäus Lang, vescovo di Gurk, rappresentante dell’imperatore, per discutere con il viceré di Napoli, Raimondo di Cardona, la formazione di una lega con gli spagnoli contro i francesi. Incontrò il vescovo a Trento e si recò con lui a Mantova dove prese conoscenza delle esorbitanti pretese di Massimiliano I d’Asburgo per garantire la pace alla Repubblica. Su incarico della Signoria, Soderini le rifiutò, appellandosi ai precedenti accordi del 1509, aprendo così la strada a trattative da parte dell’imperatore per ripristinare a Firenze il governo dei Medici, disponibili a esaudire le sue richieste. Vittima delle prescrizioni seguite alla destituzione dalla carica di gonfaloniere del fratello Piero, l’11 ottobre 1512 fu confinato a Perugia per due anni. In seguito, con l’elezione di Leone X al soglio pontificio, nell’aprile del 1513 ottenne di rientrare in patria: recatosi prima a Roma per ringraziare il papa del provvedimento in suo favore, tornò a Firenze dove visitò Giuliano de’ Medici, dal quale venne però accolto con distacco, atteggiamento tenuto del resto da tutta la famiglia Medici e dallo stesso pontefice. Dopo la caduta dei Medici nel 1527, Soderini fu candidato alla carica di gonfaloniere per un anno, ma gli venne preferito Niccolò Capponi.
Membro dei Dieci di libertà e pace dal 10 dicembre 1527 per sei mesi, il 1° agosto 1528 fu eletto per un anno ufficiale dell’Abbondanza, ma non riuscì a compiere il mandato in quanto il 27 agosto morì a Firenze, avendo sepoltura nella chiesa del Carmine.
Di lui rimangono alcune Ricordanze per gli anni 1476-99, relative soprattutto al periodo del governo savonaroliano (Archivio di Stato di Firenze, Signori, Dieci di Balia, Otto di Pratica, Legazioni e Commissarie, Missive e Responsive, 36; diversi passi sono editi in S. Bertelli, “Uno magistrato per a tempo lungho o uno dogie”, in Studi di storia medievale e moderna per Ernesto Sestan, II, Età moderna, Firenze 1980, p. 476 e passim). Lorenzo Lippi lo inserisce come interlocutore nella V delle sue Satire rivolta contro coloro che pur dotati di peculiari capacità si dedicano ad altro senza tener conto della loro natura (Firenze, Biblioteca Riccardiana, 3022, cc. 12r-13r). Come ringraziamento a Lippi, Soderini scrisse un epigramma, Ad lectorem (c. 13v). Fu stimato da Marsilio Ficino e da lui considerato suo confilosofo (Marsilii Ficini Opera, I, Basileae 1576, pp. 937, 945-947, ed. anast. Ivry sur Seine 2000). Francesco Cattani da Diacceto gli dedicò la prima redazione del De pulchro, finita di comporre nel 1499 in tre libri (tramandata nel manoscritto conservato a Parigi, Bibliothèque nationale de France, Latin 8696, cc. 1-138v).
Fonti e Bibl.: Numerosi atti relativi alla docenza e all’attività di Soderini, conservati nell’Archivio di Stato di Firenze nei fondi Ufficiali dello studio, Monte comune e Notarile antecosimiano e nell’Archivio dell’Università di Pisa (ora Università II) presso l’Archivio di Stato di Pisa sono editi in A.F. Verde, Lo Studio Fiorentino. Ricerche e documenti. 1473-1503, I-V, Firenze 1973-1994, ad ind., VI, Indici, a cura di R.M. Zaccaria, 2010, p. 381. Cfr. pure Archivio di Stato di Firenze, Diplomatico, Bigallo, 25 febbraio 1486; Tratte, 8, cc. 29v-30r, 80, c. 28r, 174, c. 31v, 175, cc. 30v, 31rv, 32rv, 37v, 605, c. 45r, 606, cc. 19r, 75r, 607, cc. 12r, 115r, 161v, 171v;, 717, cc. 32v, 79r, 793, c. 145v; Priorista di palazzo, cc. 223r, 226r; Ufficiali della grascia, 191, c. 125r; Dieci di balia, Legazioni e commissarie, 26, cc. 204v-205v, 27, passim, 28, cc. 2r, 17v-18v, 34, c. 25v e passim, 44, c. 1r; Dieci di balia, Responsive, 111, cc. 233r-234v, 235r-238v, 255r-256v, 259r-262v, 280r-282v, 297r-299v; Dieci di balia, Deliberazioni, condotte e stanziamenti, 54, cc. 21r, 140v; Signori e Collegi, Deliberazioni in forza di speciale autorità, 40, cc. 44rv, 64r, 69v, 41, c. 88v; Signori e Collegi, Deliberazioni, Duplicati, 29, c. 125rv; Mediceo avanti il Principato, 89, nn. 187, 188, 84, n. 68; Carte strozziane, s. I, 137, cc. 94, 95, 102. Otto lettere di Soderini o a lui rivolte si trovano in biblioteche diverse in Italia e all’estero, per cui cfr. P.O. Kristeller, Iter Italicum, I-VII, London-Leiden 1963-1997, ad indices.
A. Fabroni, Historia Academiae Pisanae, I, Pisis 1791, pp. 157 s., 373, 385-388; I. Nardi, Istorie della città di Firenze, a cura di A. Gelli, Firenze 1858, I, pp. 320, 359 s., 417 s., II, pp. 19, 25, 66; P. Litta, Famiglie celebri italiane, Milano 1861, tav. VII (la notizia che nel 1522 Giovan Vettorio venne esiliato riguarda invece suo figlio Tommaso); E. Piccolomini, Intorno alle condizioni ed alle vicende della Libreria Medicea privata, Firenze 1875, pp. 12, 38 s.; A. Della Torre, Storia dell’Accademia platonica di Firenze, Firenze 1902, pp. 29, 719-721, 726, 773; P. Villari, Niccolò Machiavelli e i suoi tempi, a cura di M. Scherillo, I, Milano 1927, pp. 358, 403, 573, 617, 634, 643, 655; P.O. Kristeller, Studies in Renaissance thought and letters, I, Roma 1956, pp. 297, 304, 321; E. Cosenza, Biographical and bibliographical dictionary of the Italians humanists, VIII, 1, Boston 1962, pp. 3291-3293; N. Machiavelli, Legazioni e commissarie, a cura di S. Bertelli, Milano 1964, ad ind.; L. Martines, Lawyers and statecraft in Renaissance Florence, Princeton 1968, pp. 110, 167 nota, 202, 284 nota, 300, 487; Consulte e pratiche della Repubblica fiorentina, 1505-1512, a cura di D. Fachard, Genève 1988, ad ind.; B. Cerretani, Ricordi, a cura di G. Berti, Firenze 1993, ad ind.; Consulte e pratiche della Repubblica fiorentina, 1498-1505, a cura di D. Fachard, Genève 1993, ad ind.; L. Polizzotto, The elect nation. The Savonarolan movement in Florence. 1494-1545, Oxford 1994, pp. 18 nota, 22 nota, 207, 214 nota, 231, 276; I Processi di Girolamo Savonarola (1498), a cura di I.G. Rao - P. Viti - R.M. Zaccaria, Firenze 2001, pp. 95, 101; S. Morét, Überlegungen zu zwei Zeichnungen des Giovanni Vittorio Soderini und den Modellen zum Florentiner Neptunbrunnen, in Mitteilungen des kunsthistorischen Instituts in Florenz, XLVI (2002), 1, pp. 235-246; R. Pesman Cooper, Pier Soderini and the ruling class in Renaissance Florence, Goldbach 2002, ad ind.; F. Guicciardini, Storie fiorentine dal 1378 al 1509, a cura di A. Montevecchi, Milano 2006, ad indicem.