VIEUSSEUX, Giovan Pietro
Nacque a Oneglia, di famiglia ginevrina, il 29 settembre 1779, mori a Firenze il 28 aprile 1863.
Per impratichirsi nel commercio e quindi per esercitarlo viaggiò moltissimo; nel 1819 si stabilì a Firenze dove, strettosi di reciproca amicizia a Gino Capponi, cominciò quella nobile e zelante propaganda civile cui è durevolmente associato il suo nome. Prima nel 1819 stesso, un gabinetto scientifico-letterario per la lettura di giornali e riviste italiane e straniere, e dei migliori libri recenti nelle principali lingue europee; quindi, su un disegno del Foscolo rammodernato dal Capponi, l'Antologia (v. antologia, III, pp. 544-546). Nel Gabinetto si tenevano intanto conversazioni regolari, tre volte la settimana; e là si ritrovano forse più che nel periodico, testimonianze vive di patriottismo e di amore alle riforme, per esservi convenuti intorno al V. moltissimi tra i migliori che onorassero allora l'Italia e dimorassero in Firenze o vi passassero. I nomi del Tommaseo, del Manzoni, del Leopardi, del Montani, del Colletta, del Niccolini, ecc., fanno parte integrante della storia di quelle imprese e di quei convegni. Il senno, il calmo coraggio, la perizia del V. non si smentirono mai fra continue difficoltà; l'Antologia fu soppressa (1833) e ne fu negata la prosecuzione sotto il titolo di Rassegna Italiana; restò il Gabinetto, che è tuttora una degna istituzione fiorentina. Né il V. se ne stette a quello; indefessamente fomentava pubblicazioni concomitanti, per il vantaggio delle scienze e delle lettere; tra le quali meritano di essere almeno rammentati il Giornale agrario, la Guida dell'educatore di R. Lambruschini, e l'Archivio storico italiano, di cui fu a ragione un particolare fautore e consigliere il Capponi, dal 1842 in poi. Un giornale, La Fenice, nel 1847 non ebbe vita più lunga di quelle prime speranze entusiastiche per l'indipendenza nazionale. Si aggiunga il carteggio copioso e incessante con tanti ottimi promotori del progresso umano e amici dell'Italia. Si è potuto comporre un volume con la corrispondenza epistolare tra il V. e il De Sismondi; un altro manipolo di lettere concerne il Leopardi, ecc. E il Tommaseo poté in un apposito libretto raggruppare senza sforzo le memorie della civiltà italiana in un quarto di secolo attorno all'opera del V. L'integrità, l'accortezza, la sapienza e la pratica amministrativa di lui, in servizio di un'idealità veramente superiore, vennero sempre meglio riconosciute dagli studi analitici su quel periodo, che fu per la Toscana glorioso e riuscì d'importanza capitale per le ulteriori vicende del Risorgimento italiano.
Bibl.: V. antologia. - Inoltre G. Ricciardi, Profili biografici, Napoli 1861, p. 155 segg.; R. Lambruschini, Elogi e biografie, Firenze 1872, p. 83 segg.; M. Tabarrini, Vite e ricordi d'Italiani illustri, ivi 1884, p. 64 segg.; G. Rondoni, G. P. V., cenni biografici, ivi 1913; G. Rosadi, Nel centenario dell'"Antologia" e del Gabinetto di G. P. Vieusseux, in Nuova Antologia, i gennaio 1921; A. Frènes, J. P. V. d'après sa correspondance avec J.-C.-L. de Sismondi, Roma 1888 (estr. da Revue Internationale, XVII-XVIII); A. Linaker, G. P. V. e la stampa cooperatrice del Risorgimento, Firenze 1909, p. 193 segg.; F. Baldasseroni, Il Rinnovamento civile in Toscana, dall'"Antologia" all'"Archivio storico", Roma 1914 (e anche Firenze 1931); A. Panella, Gli studî storici in Toscana nel sec. XIX, Bologna 1916; e, naturalmente, gli studî su G. Capponi, N. Tommaseo, ecc. Le lettere del V. al Leopardi, occupano gran parte del vol. III dell'Epistolario del Leopardi stesso nell'ed. Firenze 1924, p. 283 segg.