LASAGNA, Giovan Pietro
Non si conoscono il luogo e la data di nascita di questo scultore lombardo attivo a Milano.
La prima notizia che lo riguarda risale al 6 dic. 1610, quando venne ammesso come scultore fisso al servizio del più attivo cantiere della Lombardia, quello della Fabbrica del duomo di Milano. L'artista realizzò, tra le prime opere per questa Fabbrica, una S. Margherita (1611), posta nel contrafforte verso la quarta finestra sul lato settentrionale, e subito dopo la statua del Profeta Elia (1613) collocata presso la finestra di seguito. Nel 1615 cominciò a collaborare alla decorazione, protrattasi per diversi anni, della cappella di Nostra Signora dell'Albero, nella quale, secondo quanto riportato negli Annali della Fabbrica, il L. fu attivo fino al 1657: in quella prima fase scolpì due testine di marmo bianco per la Storia della natività della Madonna e iniziò a lavorare alla Gloria degli angeli nell'arco d'ingresso.
Nel 1626, sempre per il cantiere del duomo, realizzò una formella in rilievo con l'Apparizione di Cristo a Maria, nella cinta marmorea esteriore del coro.
Il lavoro per l'intero progetto, costituito da diciassette formelle con Storie della Vergine intervallate da altre non narrative, era stato preparato da G. Biffi tra il 1623 e il 1626; gli scultori che attesero a questo cantiere, oltre al L., furono A. Prestinari, G.B. Bellandi e G. Vismara.
Nel 1640 il L. scolpì la Storia di Sisara e Giaele, realizzata in marmo di Carrara quale sovrapporta dell'ingresso minore a sinistra. Il bozzetto in terracotta, eseguito su modello del pittore G.B. Crespi detto il Cerano (che realizzò delle tempere in bianco e nero per i cinque rilievi collocati sopra le porte della facciata), è conservato presso il Museo del Duomo di Milano.
Al 1641 risale la realizzazione di un Soldato martire, collocato sulla copertura del cantiere, all'altezza del recinto dell'abside, mentre tra il 1643 e il 1645 portò a compimento la Storia di Rebecca scolpita su uno dei pilastroni posti in corrispondenza delle quattro porte di facciata (bozzetto preparatorio in terracotta nel Museo del Duomo).
Nel 1651 il L. fu nominato protoscultore della Fabbrica del duomo, carica costituita per istruire gli apprendisti nell'arte della scultura che mantenne fino alla morte.
Nel corso della sua vita, il L. fu attivo anche in altri cantieri milanesi.
Durante i lavori di ampliamento dell'ex ospedale Maggiore iniziati nel 1621 ed eseguiti grazie al lascito di G.P. Carcano, pose al primo piano della facciata esterna, ai lati del balcone centrale, le due statue della Vergine e dell'Angelo realizzate in pietra d'Angera (1631). Sul portale principale della facciata della chiesa dedicata all'Annunciata collocò un medaglione in marmo raffigurante la scena dell'Annunciazione (1636). Per la facciata di S. Paolo Converso, eseguita su disegno del Cerano, realizzò gli Angeli posti all'apice del timpano, mentre per il santuario di S. Maria presso S. Celso, nella medesima collocazione, eseguì, copia da A. Fontana, la Vergine Assunta e due Angeli. In piazza dei Mercanti, sopra l'arco di passaggio delle Scuole palatine, scolpì la statua del PoetaAusonio e quella con S. Agostino per la nicchia centrale nella facciata del medesimo edificio. La statua in marmo di S. Elena, posta sulla colonna di ordine corinzio di S. Eufemia, fu realizzata dal L. ancora su disegno di Crespi.
Come quello degli scultori lombardi di questo momento di transizione, il percorso artistico del L., tra i più espressivi rappresentanti dell'arte del tempo, si caratterizza da una parte per un forte legame con le forme cinquecentesche, e dall'altra, grazie anche alla collaborazione continuata con il Cerano, per un graduale avvicinamento alle realizzazioni più libere del barocco.
Il L. morì a Milano il 2 marzo 1658.
Fonti e Bibl.: Annali della Fabbrica del duomo di Milano, V, Milano 1883, ad ind.; C. Bianconi, Nuova guida di Milano, Milano 1787, pp. 32, 45, 152; G. Franchetti, Storia e descrizione del duomo di Milano, Milano 1821, pp. 52-54, 56-59, 127; L. Malvezzi, Le glorie dell'arte lombarda, Milano 1882, p. 229; S. Vigezzi, La scultura lombarda nell'età barocca, Milano 1930, pp. 15 s., 59; U. Bicchi, Il Museo del Duomo, Milano 1956, pp. 74, 81 s.; G. Nicodemi, La scultura lombarda dal 1630 al 1706, in Storia di Milano, XI, Milano 1958, pp. 521-524; R. Bossaglia, Scultura, in Il duomo di Milano, II, Milano 1973, pp. 117 s., 120 s.; R. Bossaglia - M. Cinotti, Tesoro e Museo del Duomo, II, Milano 1978, pp. 8, 28 s., 209, 217 s., tavv. 223, 230, 232; M.T. Fiorio, Le chiese di Milano, Milano 1985, pp. 259, 281; U. Thieme - F. Becker, Künstlerlexikon, XXII, p. 402 (s.v. Lasagni, Giovanni Pietro).