BENEDETTI, Giovan Giacomo
Non si sono rinvenute notizie di archivio che facciano meglio conoscere la parentela del B. con Francesco "Platone".
Dovette forse appartenere a un diverso ramo della famiglia Benedetti, né si può affermare che sia nato in Bologna, anche se egli si dichiarerà - nelle sottoscrizioni apposte ad alcune sue edizioni di Camerino - "Bononiensis". Non mancano del resto esempi di altri tipografi che dichiararono cittadinanze che non erano quelle di origine. In mancanza di documenti d'archivio l'attività di questo editore e tipografo non si può seguire che attraverso le testimonianze che ci offrono le sue produzioni.
Il suo nome si trova per la prima volta - Bologna, 21 genn. 1492 - nell'edizione della Repetitio legis: Qui viam del giurista Lodovico Bolognini, prodotta in società con un Girolamo da Bologna, che potrebbe essere Girolamo di Battista Benedetti. Nello stesso antio - 18 luglio - si ha l'edizione della traduzione italiana dell'Itinerarium attribuito a sir John Mandeville, pubblicata questa in società con Giovanni Antonio Benedetti, fratello di Girolamo. Per tre anni non si conoscono altre sue produzioni. Nel 1495 10 si trova in società con Paolo Guarini a Cesena, ove introducono la stampa con il Prognosticon dialogale del medico di Bertinoro Antonio Manilio. Da Cesena i due soci passano a Forlì ed anche in quest'altra città della Romagna introducono la stampa - il 16 apr. 1495 - con l'opera di Nicola Ferretto, Commentariola isagogica de ordine et natura compositionis oratoriae (opera indicata anche in talune bibliografie col titolo: De elegantia linguae latinae servanda in epistolis et orationibus). Questa edizione risultò così scorretta (e con spazi bianchi in luogo di parole greche) da consigliare l'autore ad affidarne una ristampa a Girolamo Medesani da Forlì (del quale non si conoscono altri prodotti) che la licenziò il 25 maggio dell'anno stesso, completa dei vocaboli in greco. Il 26 luglio i due soci riproducono il Prognosticon del Manilio, ed il 12 agosto ne danno la versione italiana: Prognostico dialogale insino all'anno 1500 ed oltre. Altra loro edizione di Forlì (s. d.) è quella del Modo di fare versi vulgari di Guido Stella, opuscolo di 4 cc., che presenta due curiose particolarità: è stampato con il carattere 114 R che Giovan Giacomo Fontaneti usò a Bologna, ed ha la marca "del labirinto" usata anche essa dal Fontaneti, ma con diverse iniziali.
Dal 1495 al 1503 del B. non si hanno notizie, ma nel 1503 egli è a Bologna ove pubblica un Prognostico di J. Benacci nonché il De cognitione animae et eius potentiis (a spese di Giovanni Ripani, per iniziativa di Alessandro Achillini) e la Destructio totius arboris Porphyrii dell'agostiniano Agostino Trionfi. E' probabile tuttavia che il B. non avesse propria stamperia a Bologna in quell'anno, perché i detti opuscoli sono tutti impressi con i caratteri di Giovanni Antonio Benedetti. Seguono altri quattro anni senza sue notizie; nel 1507-10 si trova ancora in società con il Guarini a Forlì, ove stampa le Constitutiones Marchiae anconitanae (10 dicembre). Più lungo periodo di tempo trascorre, sinché nel 1523 di nuovo il suo nome si incontra in edizioni di Camerino, quando vi introduce la stampa con le Elegiae nonnullae iocosae et festivae Pacifici Maximi Poetae asculani, libretto pubblicato "suniptibus suis Lodovici Placidi Camertis". Nello stesso anno licenziò il Divi Sebastiani encomion di Macario Muzio da Camerino; nel 1534 diede la Compendiosa ars metrico di Girolamo Muzio: questo è l'ultimo libro stampato dal B. che si conosca. Si avverta come in queste edizioni di Camerino egli torni a usare la "marca del labirinto" che fu già del Fontaneti e la qualifica di "Bononiensis". Circostanze e fatti che potrebbero far sospettare che il Fontaneti e Giovan Giacomo Benedetti siano stati in realtà una sola persona: ma l'ardita ipotesi, da taluno avanzata, non essendo fondata su alcun documento, non può essere per ora sostenuta.
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