NICOLAI, Giovan Francesco
NICOLAI, Giovan Francesco (nome cinese, Yu T’ien-min). – Nacque a Leonessa in provincia di Rieti il 13 maggio 1656, da Cristoforo. Della madre non ci sono notizie.
Entrò nella provincia romana dell’Ordine dei minori riformati il 21 giugno 1671, seguì i corsi di filosofia e di teologia e ricevette gli ordini nel 1679. Nel 1680 partì dal porto di Venezia, inviato in Cina dalla Congregazione di Propaganda fide nell’ambito di una missione organizzata in tre differenti gruppi provenienti dal Siam. Quello francescano, al seguito di François Pallu, era composto da Nicolai, Bernardino Della Chiesa e Basilio Brollo.
Giunto nella città cinese di Kwangchow il 27 agosto 1684, quasi quattro anni dopo la partenza da Venezia, Nicolai fu subito impegnato nel coadiuvare il vicario apostolico cinese Gregorio Lopez (Luo Wenzao), cui succedette nel 1691 nella direzione del vicariato di Nanchino: un incarico che lo pose al centro dei conflitti che coinvolgevano la missione cinese, contrapponendo i missionari portoghesi a quelli francesi e i vescovi ai vicari apostolici. Proprio a causa dell’ostilità mostratagli dal vescovo di Nanchino Alessandro Ciceri, il 13 novembre 1696 Nicolai lasciò la Cina diretto a Roma.
Il suo ritorno si connetteva anche al clima di inasprimento dei rapporti tra la monarchia portoghese e il papato, per il rifiuto da parte della prima di acconsentire che i suoi sudditi eseguissero il giuramento di obbedienza alla Sacra Congregazione di Propaganda fide prescritto per tutti i missionari e a causa della successiva riorganizzazione territoriale dei vescovati del patroado portoghese iniziata da Innocenzo XII il 15 ottobre 1696.
Giunto a Madrid nel novembre 1698, Nicolai apprese della sua nomina a vescovo di Beirut e vicario apostolico di Hukuang. Fu consacrato al suo rientro a Roma il 7 marzo 1700. Fino alla morte fu uno degli esperti consultati dalla S. Sede per dirimere la controversia dei riti cinesi, riaccesasi in seguito alla promulgazione da parte del vicario apostolico Charles Maigrot del Mandatum del 19 marzo 1693 in cui si condannavano totalmente le posizioni dei gesuiti in materia.
Rinfocolando le polemiche tradizionali nella storia della missione in Cina sulla traduzione del nome di Dio e sul significato dei riti rivolti agli antenati e a Confucio, il Mandatum di Maigrot colpiva con durezza ogni ricorso all’antica tradizione filosofica cinese, considerata fonte di ateismo, idolatria e superstizione. La condanna condusse a una delle fasi più vivaci e violente della querelle dei riti e, nel 1700, alle censure delle opere di Charles Le Gobien e Louis Le Comte da parte della Sorbona.
L’opinione di Nicolai si collocava a metà tra la posizione sostenuta dai gesuiti in Cina e quella dei suoi oppositori, ma egli fu sempre saldo nel rifiuto della traduzione del nome di Dio in t’ai-chi, «il Signore del cielo». Rispondendo alle osservazioni di Girolamo Casanate, avversario dei gesuiti in materia di riti e figura eminente di Propaganda (Conformité des cérémonies chinoises avec l’idolâtrie grecque et romaine. Pour servir de confirmation à l’apologie des dominicains missionnaires de la Chine. Par un religieux docteur et professeur en théologie, Coloniae 1700, cap. I: Réponse de F. Jean François Aleonissa de l’Ordre des ff. mineurs de l’observance, evêque nommé de Bérite et vicaire apostolique de la Province de Hukuang à la Chine, aux points contenus dans la feuille que monseigneur l’eminentissime et reverendissime cardinal Casanate luy envoya le premier de Juillet 1699, pp. 1-46 [manoscritto in Roma, Biblioteca nazionale, Fondo gesuitico, 1250/2]), pur avallando l’operato di Maigrot e riconoscendo le sue capacità e la sua conoscenza della lingua cinese, non esitò a difendere la buona fede del gesuita Martino Martini, accusato in quegli anni di aver mentito o celato alcuni aspetti dell’operato gesuitico in Cina durante la sua missione presso Alessandro VII del 1656. Affermò di aver egli stesso per molto tempo «seguito i sentimenti dei Missionari della Compagnia» (pp. 41 s.) dai quali si era allontanato solo parzialmente in seguito, usando inoltre la sottile distinzione tra ciò che era creduto dai «letterati cinesi», sempre più raffigurati come atei nella letteratura europea, e la diversa consapevolezza circa i riti e le ritualità dei cinesi convertiti al cristianesimo.
Fu di nuovo interpellato dal cardinal Galeazzo Marescotti per rispondere a uno scritto da Roma di padre Ludovico Le Comte e in questa risposta (Responsum episcopi beritensis ad eminentissimum d. cardinalem Marescottum super scripturam R.P. Ludovici Le Comte Societatis Iesu ei communicatam, Coloniae 1701), composta per l’occasione, pur non difendendo le posizioni del gesuita francese, non prese una posizione netta su alcuni punti fondamentali della querelle. Come avverte l’anonimo recensore del Journal de Savants (20 febbraio 1702, p. 119), il vescovo di Beirut «non vuole dire ciò che pensa delle cerimonie che i cinesi riservano ai loro morti».
Insieme a Charles Maigrot, Giovan Giacomo Fatinelli, Giovanni Donato Mezzafalce, Nicolas Charmot e Ignazio Giampé, Nicolai fu redattore della costituzione pontificia Ex illa die (19 marzo 1715) con cui Clemente XI condannava il metodo gesuitico adottato in Cina, consentendo però la presenza passiva dei cristiani alle cerimonie «cum aliter odia et inimicitiae vitari non possunt» (Iuris Pontificii de propaganda fide pars secunda, complectens decreta, instructiones, encyclicas, literas etc. / ab eadem congregatione lata; nunc primum collecta cura ac studio Raphaelis De Martinis, Roma 1889, p. 307). Nel 1729 fu nominato arcivescovo titolare di Mira. Nel 1735 fu tra gli oppositori delle cosiddette Permissioni di Carlo Ambrogio Mezzabarba che attenuavano le restrizioni di Maigrot e dell’Ex illa die, autorizzando i cinesi convertiti alla pratica delle genuflessioni davanti agli altari degli antenati o di onorare Confucio.
Morì a Roma il 27 dicembre 1737 e fu sepolto a S. Francesco a Ripa.
Fonti e Bibl.: Molti documenti relativi a Nicolai sono a Roma: Archivio della Congrega-zione di Propaganda Fide, Biblioteca Corsiniana, Archivio segreto Vaticano e a Pistoia: Biblioteca Fabroniana, per cui si veda Sinica Franciscana, a cura di G. Mensaert, VI, Roma 1961, con biografia, trascrizione di lettere e relazioni alle pp. 2-418. Altri documenti a Roma, Biblioteca nazionale, Fondo gesuitico, 107/2, Epistola alla santità n.s. papa Clemente XII, 29 aprile 1735; 1246/3, Animaderversiones P. Francisci Noel procuratoris sinensis Societatis Iesu. In scriptura ill.mi ac r.mi d.ni Fr. Joannis Francisci De Nicolai Episcopo Beritensis, s.d.; 1389/19, Domande fatte ai christiani della China da un sacerdote secolare mandato da mons. vescovo di Berito, s.d; Ibid., Arch. storico della Compagnia di Gesù, Fondo gesuitico, 728, theca 8°, f. 2, [1725] Rappresentazione per la causa delle controversie cinesi. Per la ricostruzione biografica: Sinica Franciscana, a cura di A. Van Den Wyngaert, IV, Firenze 1942, pp. 463-572; Hierarchia catholicamedii et recentioris aevi, a cura di R. Ritzler - P. Sefrin, Padova 1952, V, pp. 118, 27; F. D’Arelli, I libri cinesi di G.F. N., OFM, nel fondo Borgia Cinese della Biblioteca apostolica Vaticana, in Archivum Franciscanum Historicum, XC (1997), 3-4, pp. 505-553; V. Di Flavio, s.v., in Dizionario storico biografico del Lazio, III, Roma 2009, p. 1368. Per la sua posizione e il ruolo svolto durante la questione dei riti cinesi: H. Bernard-Maître, De la question des termes à la querelle des rites de Chine. Le dossier Foucquet de 1711, in Neue Zeitschrift für Missionswissenschaft. Nouvelle Revue de science missionaire, XIV (1958), pp. 269-273; F. Margiotti, La Cina, ginepraio di questioni secolari, in Sacrae Congregationis de Propaganda Fide Memoria Rerum, I,2, Roma-Freiburg-Wein 1972, pp. 597-631; J. Dehergne, L’exposé des Jésuites de Pékin sur le culte des ancêtres présenté à l’empereur K’ang Hi en novembre 1700, in Actes du IIe Colloque international de sinologie... 1977, Paris 1980, pp. 184-229; G. Di Fiore, La legazione Mezzabarba in Cina (1720-1721), Napoli 1989, ad ind.; C. von Collani, Le Père Joachim Bouvet et le mandament du vicaire apostolique Charles Maigrot, in Actes du Ve Colloque international de sinologie... 1986. Succès et échecs de la rencontre Chine et Occident du XVIe au XXe siècle, a cura di J. Malatesta - Y. Raguin, Taipei-Paris 1993, pp. 76-100; A. Vasconcelos de Saldanha, De Kangxi para o papa pela via de Portugal. Memória e documentos relativos à intervenção de Portugal e da Companhia de Jesus na questão dos ritors chineses e nas relações entre o Imperador Kangxi e à Santa Sé, Macau 2002, 3 voll., ad indicem.